RECENSIONE La valle dell’Eden di John Steinbeck




Nel paese di Nod, a est de] giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames, reincarnazione di Eva e di Satana allo stesso tempo, emblema del male nel mondo, con il quale tutti nel corso della lunga vicenda devono misurarsi.


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Buongiorno, lettori. Mentre mi accingevo ad iniziare questa recensione mi chiedevo come sarebbe stato possibile per me recensire un tale mostro sacro della letteratura americana, eppure dentro di me sentivo che era giusto parlare di come mi ha fatta sentire. Anche perché vorrei che tutti leggessero Steinbeck, che tutti amassero le sue opere.

La Valle dell’Eden è un romanzo che potremmo definire familiare, dove i protagonisti, fin dalle prime pagine, sono i Trask e gli Hamilton.

La storia inizia nei primi anni del XX secolo e terminerà dopo la Prima Guerra Mondiale.

Come si evince dal titolo, il romanzo è fortemente influenzato dalla Genesi biblica, soprattutto per quanto riguarda i due fratelli Caino e Abele.

Nel romanzo troviamo ben due coppie di fratelli: Adam e Charles prima, Cal e Aron poi. Il ruolo del serpente, invece, a mio parere è incarnato perfettamente dal personaggio di Cathy, in quanto la sua oscurità spesso è mascherata dal suo aspetto quasi angelico, e il suo fascino riesce anche a plagiare gli animi più nobili.

Ciò che ho amato di questo romanzo è certamente il suo modo un po’ crudo e duro di raccontare la vita, che avevo già sperimentato durante la lettura di Furore, sempre di Steinbeck.

Eppure, in questa epopea familiare ho trovato anche interessante la tematica del cambiamento generazionale che avviene per ben due volte; prima tra Cyrus Trask e i suoi figli Adam e Charles e poi di nuovo tra Adam e i suoi ragazzi.

Ci sono anche dei parallelismi tra le tre generazioni, ma ciò che viene evidenziato alla fine sono le differenze, le scelte personali che possono portare in direzioni completamente diverse.

La valle dell’Eden è un grande racconto sulla vita e su come si decide di viverla, su come si sceglie di affrontare gli imprevisti che capitano davanti, i lutti, le delusioni. È anche una storia che cerca di deliberare se determinati comportamenti siano il frutto della natura intrinseca di un individuo oppure no: i personaggi si comportano così perché sono cattivi o perché scelgono di esserlo?

Forse le mie parole non riescono a rendere al meglio la maestosità di quest’opera, il modo straordinario in cui sembra parlare ai lettori, in cui è facile riconoscere se stessi.

Per questo l’unico consiglio che voglio darvi è che, se amate i romanzi statunitensi contemporanei, non potete non leggere La valle dell’Eden perché per me è la perfezione, il romanzo che incarna tutto ciò che cerco nella Letteratura Statunitense, che raccoglie tutte le emozioni e sensazioni che mi aspettavo di trovare in un’opera del genere.

Se invece lo avete già letto e avete voglia di discuterne un po’, lasciate un commento qui sotto con le vostre impressioni, ciò che ne avete pensato.

Prima di salutarvi, volevo fare una piccola menzione al mio personaggio preferito di tutta la storia, ossia Lee: non vi dirò nulla di lui, se non avete letto il romanzo, tranne quanto la sua riflessione sugli stereotipi sia incredibilmente vera e illuminante.

Alla prossima recensione.




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