RECENSIONE Una domenica di Fabio Geda




Un uomo che ha trascorso quarant'anni costruendo ponti in giro per il mondo, ed è da poco rimasto vedovo, ha preparato con cura un pranzo di famiglia. È la prima volta. Ma una nipote ha un piccolo incidente e l'appuntamento salta. Preoccupato, con addosso un po' di amarezza, l'uomo esce a fare una passeggiata. E conosce Elena e Gaston, madre e figlio, soli come lui. Si siederanno loro alla sua tavola, offrendogli la possibilità di essere padre, nonno, in modo nuovo. Trasformando una normale domenica di novembre nell'occasione per riflettere sulle imperfezioni dell'amore, sui rimpianti, sulla vita che resta.



Link Acquisto: Una domenica



***




Buongiorno, lettori. Oggi vi parlo di un romanzo che ho comprato a scatola chiusa, senza sapere nulla della trama, solo perché faceva parte di una box. Per questo non avevo particolari aspettative quando ho iniziato la lettura. Invece, devo ammettere che il tono intimo della narrazione e il modo in cui l’autore riesce perfettamente a far immedesimare il lettore hanno reso la mia esperienza di lettura molto soddisfacente.

Non sono un’amante della narrativa italiana contemporanea - a parte poche eccezioni - eppure questo romanzo mi è piaciuto perché si stringe attorno a due famiglie, a tre persone che si sentono sole e si aiutano, con la reciproca compagnia, a superare una giornata (la domenica del titolo) che altrimenti sarebbe stata vuota e triste.

Il protagonista, rimasto vedovo, si sente terribilmente solo: una figlia vive in campagna con la famiglia, un altro in giro per l’Europa e con la terza non parla. Si percepisce chiaramente come questa solitudine lo faccia sentire perso, anche a seguito dell’improvvisa morte della moglie, con cui aveva immaginato di passare gli anni della pensione magari viaggiando.

Questo romanzo è la storia di come la lontananza dalle persone che amiamo, che non è solo fisica ma anche e sopratutto mentale, possa portare al deteriorarsi della propria felicità.

Ma è anche un romanzo che vuole infondere speranza nel poter rimediare, nel provare a riavvicinarsi a coloro che abbiamo allontanato.

In questo momento in cui siamo nuovamente costretti - chi più chi meno - a stare lontani dai nostri cari fisicamente, questo romanzo mi ha portata a riflettere quanto sia invece importante rimanere legati ai nostri affetti più cari.

Nonostante la brevità del romanzo, meno di 200 pagine, l’autore riesce perfettamente a costituire un crescendo di sensazioni ed emozioni nel lettore, che percepisce chiaramente il momento in cui i protagonisti comprendono l’importanza del legame che li lega (soprattutto nel rapporto padre-figli, ma anche in quello tra fratello e sorelle) e iniziano a modificare il proprio atteggiamento verso gli altri.

Vi consiglio questo romanzo? Decisamente sì; non è un romanzo impegnativo o complicato, si legge in fretta ma l’ho trovato molto tenero, intimo.

E voi, conoscevate questo romanzo? L’avete letto? Se sì, fatemi sapere le vostre impressioni con un commento qui sotto.




Commenti