Trama:
Sasha Andreyev è cresciuto dalla parte sbagliata del nulla, sognando la luce delle stelle e mantenendo un agognante segreto. Dopo essere fuggito, arruolandosi nell’esercito russo, si fa strada nei ranghi militari. Anni dopo, sopravvissuto a un pestaggio e dato per morto, si costruisce una nuova vita a Mosca, lavorando a fianco del presidente Sergey Puchkov.
E poi, se ne innamora.
Nel disperato tentativo di ignorare i propri sentimenti, paralizzato dalla vergogna che gli infetta l’anima e devastato dai demoni che infestano i suoi ricordi, Sasha scappa di nuovo.
Ma non può sfuggire a Sergey, né alla forza impetuosa del loro amore.
Dietro ogni suo passo si nascondono incubi, e nelle camere vuote della sua anima abitano vecchi fantasmi. Sasha ha passato una vita a sviscerare con violenza le parti che disprezza di sé, e di lui non è rimasto che un guscio vuoto e frantumato, che lotta per essere un uomo degno dell’amore di Sergey.
Ma i pezzi dell’anima di cui si è liberato sono proprio quelli che gli servono per diventare quell’uomo. Dovrà affrontare se stesso e il proprio passato, durante un viaggio nel cuore ghiacciato della Russia, e nelle profondità delle terre morte sotto i raggi della luna.
Solo allora potrà ascendere dall'oscurità ed essere l'uomo di cui Sergey ha bisogno.
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Alcuni giorni fa sul gruppo di LSD ho inserito un post: parlavo dei personaggi secondari di alcuni libri, quelli che attirano l’attenzione, tanto che il lettore se ne innamora e vorrebbe sapere qualcosa in più su di loro, magari un racconto tutto per loro. Quando ho letto la prima trilogia di Tal Bauer, The Executive Office, mi sono letteralmente innamorata dello stile di questo scrittore, ho apprezzato il suo modo di scrivere e di costruire una trama. Pur essendo inserita nella collana dei romance LGBT, la prima trilogia si potrebbe inserire perfettamente nei libri di avventura in stile political thriller, dove ci sono tantissimi scrittori decisamente bravi. Ha strutturato la sua prima trilogia parlando di politica, di nazioni e del loro rapporto, creando una sorta di futuro alternativo. Un futuro per un verso drammatico, ma in altri casi anche una speranza per alcune nazioni.
E proprio in questa prima trilogia i lettori hanno incontrato, oltre ai due protagonisti, due personaggi fondamentali che credo abbiano fatto innamorare un po’ tutte noi, per la loro storia, per il loro carattere, per il dramma che in un modo o nell’altro li segue e perseguita.
Sergey Puchkov e Sasha Andreyev sono i due protagonisti di questa nuova serie, il presidente della Russia e uno degli eroi che ha salvato il suo paese dalla rivolta.
Attendevo con ansia l’uscita di questi romanzi; ero veramente curiosa di scoprire qualcosa in più su di loro, ma ammetto che al momento, dopo aver letto questo primo libro, non so bene come recensirlo.
Ho trovato le prime cento pagine difficili da gestire e da leggere, e il problema non è nella disperazione di Sasha, i suoi dubbi e i pensieri che fluiscono, ma piuttosto la ripetitività di questi pensieri.
Che Sasha sia spaventato lo si era capito da un pezzo, dall’ultimo libro dell’altra serie, da quando è fuggito per nascondersi nella Taiga Siberiana, e superata quella parte credevo che, pur avendo dei problemi, man mano riuscisse a superarli. Invece quasi tutta la prima parte del romanzo ruota intorno ai suoi dubbi, che comprendo siano importanti per la storia, per l’evoluzione del personaggio, ma a un certo punto sono sempre gli stessi.
Superati i dubbi di Sasha, la storia prende una piega interessante; il ragazzo tende sempre ad affrontare i suoi problemi fuggendo, ma almeno ci prova, quindi diamogli merito. E così, ecco che mi ritrovo di nuovo a leggere il Tal Bauer a cui ero abituata, quindi un mix di introspezione, ma al punto giusto, avventura e fantapolitica, cui il presidente Sergey Puchkov cerca in ogni modo di risollevare le sorti del paese, cambiarlo e al tempo stesso tentare di far funzionare la sua relazione con Sasha.
Dal momento che la storia inizia a essere più viva ho iniziato ad apprezzarla di più, perché è tornato ad essere l’autore che avevo conosciuto, un libro con il giusto mix di diversi elementi.
Anche la nuova fuga di Sasha, il suo voler tornare nella taiga, ma non solo, quel tocco di mistico, nemmeno soprannaturale, è stato qualcosa che ho apprezzato. Che la magia sciamanica di Kilaqqi sia vera o l’uomo delle tribù abbia solo una volontà molto forte tanto da far ragionare Sasha, facendolo riflettere, facendogli capire che in lui non c’è nulla di sbagliato, ma soprattutto facendogli superare quel dolore avvenuto nel passato, tutti quei ricordi che hanno segnato il ragazzo, trasformandolo quasi in ghiaccio per non fargli provare nessun tipo di sentimento, non lo sappiamo. Ma Sasha, grazie anche a lui, dopo tanti dubbi, paure e pericoli, riesce ad affrontare il passato, lasciarselo alle spalle e sperare di avere un futuro luminoso insieme alla persone che ama.
Come ho detto, con le prime cento pagine ho avuto dei problemi, poi la storia ha preso il via, un buon ritmo, alternando azione e introspettività, ma soprattutto facendo superare i vari problemi dei personaggi.
E così ho ritrovato i due personaggi di cui mi ero tanto innamorata nella prima trilogia; se Sergey sembra aver fatto un passo in avanti, è pronto ad avviare una relazione a cui non aveva mai pensato prima, Sasha ha mille dubbi, mille paure.
Sasha è segnato dal suo passato, dalla sua infanzia, dalla sua adolescenza e poi durante gli anni di nell’esercito. Nascondersi, sentirsi in colpa per chi è, per cosa gli piace, essere odiato per questo, anche se non è una sua scelta, è qualcosa che lo logora dall’interno. Il pensiero e l’odio che in Russia provano per gli omosessuali è qualcosa che lo ha spinto a odiarsi da solo, a non riuscire a perdonarsi, che poi non deve perdonarsi di nulla.
Ho un po’ ritardato con questa recensione, mi sarebbe piaciuto farla uscire lunedì o anche quella di un altro libro che ho in lettura, entrambe per affrontare un discorso importante, un discorso per la giornata contro Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia.
Il libro appena terminato, se lo si deve incasellare, è di intrattenimento, eppure allo stesso tempo parla e descrive della situazione in Russia, dell’odio e della discrimanzione contro le persone queer e di come questo odio, il doversi nascondere, il doversi sentire in colpa, possa logorare e distruggere una persona nel corpo, ma anche nella mente.
Tal Bauer ha scritto un romanzo interessante, forse per pura casualità ho avuto l’opportunità di leggerlo in questo periodo, ma descrive una situazione difficoltosa, un problema che si riscontra in molti paesi. Descrive il pensiero di molte persone, e ammetto che il modo in cui Bauer è riuscito a creare una storia dove un presidente russo combatte per la comunità LGBT invece che tentare di opprimerla è qualcosa che potrebbe far cambiare idea e far sperare le persone, in un futuro differente.
Come ho detto ho avuto un inizio zoppicante con questo romanzo, ma poi mi è piaciuto e Sasha e Sergey sono stupendi e meritano quattro piume.
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