RECENSIONE Il diavolo e l’acqua scura di Stuart Turton



Un omicidio in alto mare.

Una straordinaria coppia di detective.

Un demone che esiste. O forse no.


Batavia, Indie orientali olandesi, 1634. La Saardam, col suo carico di pepe, spezie, sete e trecento anime tra passeggeri e membri dell’equipaggio, è pronta a salpare alla volta di Amsterdam. Una traversata non priva di insidie, tra malattie, tempeste e pirati in agguato in oceani ancora largamente inesplorati.

Le vele ripiegate, il galeone accoglie nel suo ventre il corteo dei passeggeri aperto da Jan Haan, il governatore generale di Batavia. In sella a uno stallone bianco, seguito da un’accozzaglia di cortigiani e adulatori e da quattro moschettieri che reggono una pesante cassa dal contenuto misterioso, Haan procede impettito. Ad Amsterdam riceverà l’ambito premio per i suoi servigi: sarà uno degli enigmatici Diciassette del consiglio direttivo della Compagnia.

Poco dietro avanza il palanchino che ospita Sara Wessel, sua moglie, una nobildonna dai capelli rossi decorati di gemme preziose e un segreto ben custodito nel cuore, e Lia, sua figlia, una ragazzina insolitamente pallida. Seguono dignitari e passeggeri di riguardo, ciambellani, capitani della guardia e viscontesse e, alla fine, a chiudere il corteo, un uomo coi ricci scuri appiccicati alla fronte e un altro con la testa rasata e il naso schiacciato. Sono Samuel Pipps, celebre detective appena trasferito al porto dalle segrete del forte, dov’era recluso con l’accusa di aver commesso un crimine meritevole di processo in patria, e il tenente Arent Hayes, sua fedele guardia del corpo.

Le operazioni di imbarco proseguirebbero secondo un consolidato copione se un oscuro evento non funestasse la partenza. In piedi su una pila di casse, un lebbroso vestito di stracci grigi, prima di prendere stranamente fuoco, annuncia che «il signore dell’oscurità» ha decretato che ogni essere vivente a bordo della Saardam sarà colpito da inesorabile rovina e che la nave non arriverà mai alla sua meta. Non è il solo segno funesto. Non appena il galeone prende il largo, sulle vele compare uno strano simbolo: un occhio con una coda.


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Buongiorno, lettori. Oggi vi parlo di un romanzo che mi ha entusiasmata non poco, ossia Il diavolo e l’acqua scura di Stuart Turton. Ho acquistato questo romanzo perché ero rimasta piacevolmente sorpresa dall’esordio di questo autore, ossia Le sette morti di Evelyn Hardcastle.

Il diavolo e l’acqua scura è un romanzo diverso, ma allo stesso tempo è chiaro che l’autore sia sempre lo stesso dallo stile e dal modo di raccontare.

Anche qui vi è un mistero da risolvere, ma in maniera differente.

Questo romanzo è un vero rompicapo; il lettore, fino all’ultimo, non sa se il responsabile dei delitti che si perpetrano sulla nave sono da attribuire ad un demone soprannaturale, oppure se è un uomo in carne e ossa che sta orchestrando il tutto, con l’intento di far credere che invece il colpevole sia il demone.

Ho trovato intrigante sia l’esposizione del mistero, il racconto degli eventi che si susseguono e gli omicidi che avvengono sulla nave, sia la sua risoluzione, che ovviamente non vi dirò. Quel che posso dirvi è che l’ho trovata veramente originale, perfettamente coerente sebbene difficile da indovinare.

La storia è stata costruita così bene che il lettore difficilmente capirà quale sia l’evoluzione degli eventi.

Tra i personaggi più interessanti che popolano questa storia vi è Samuel Pipps, che dal primo momento in cui è in scena mostra quanto sia intelligente e, a suo modo, divertente. Anche se in modo del tutto irrazionale, mi è stato simpatico “a pelle” fin dalla prima frase in cui compare.

Invece, ho trovato in qualche modo tenero il vero e proprio protagonista, Arent Hayes.

Tutti i personaggi sono, a loro modo, ben costruiti e delineati; alcuni sono fatti apposta per essere odiati. A mio parere, meno si conosce di questo romanzo, più sarà bella l’esperienza di lettura, per cui non voglio approfondire troppo l’analisi.

Ve lo consiglio? Assolutamente sì. Se siete amanti dei gialli storici, in cui l’indagine è il cardine della storia, ma anche se amate le storie marinaresche e quelle che parlano di demoni e maledizioni, questo è il romanzo che fa per voi.

Non è un romanzo a cui è facile attribuire un genere, ma è anche la sua bellezza, ciò che lo rende interessante e, a suo modo, unico. Ed è molto allettante per un lettore appassionato.

E voi, lo avete letto? Se sì, fatemi sapere cosa ne avete pensato con un commento qui sotto.

Alla prossima recensione.



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