Quattro fratelli. Due case a picco sul Mare del Nord. Un dramma familiare sepolto nel silenzio da decenni.
Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l’eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bård e Bergljot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori. Se Bård vive questo gesto come un’ultima ingiustizia, Bergljot aveva già messo una croce sull’idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitré anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bård e Bergljot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bård e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti. Il confronto attorno alla divisione dell’eredità sarà l’occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i familiari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l’eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l’indicibile.
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Buongiorno, lettori. Oggi vi parlo di un romanzo che ho scelto un po’ a caso, ma che si è rivelata una storia drammatica e straordinaria, che mi ha tenuto legata dalla prima all’ultima pagina e mi ha conquistata con una storia incredibile.
Eredità è un romanzo che non svela subito le sue carte; la grande rivelazione, l’evento cardine che scatena tutta la storia, viene rivelato soltanto alla fine, anche se l’autrice ci gira intorno per tutto il romanzo.
Io non ho trovato questo elemento negativo, nonostante molte recensioni si siano lamentate del fatto che non si arriva mai al dunque.
Io trovo che non sia importante scoprire l’evento in sé, ma capire il percorso che ha seguito la protagonista Berglijot, come questo evento tragico abbia segnato la sua vita e come la questione dell’eredità abbia portato a galla i traumi nascosti e mai superati.
Il romanzo è un lungo processo di guarigione della protagonista: una cosa che mi ha sorpresa è che spesso tra le sua parole si percepisce delusione, terrore, rimorso, paura, ma mai una rabbia distruttiva.
Il suo modo di raccontare è più sulla difensiva: non cerca di mostrare i suoi genitori e le sue due sorelle peggio di quello che sono, ma lascia che sia il lettore a giudicare la loro condotta.
Ho avuto la netta impressione che la narratrice fosse una donna forte, fortissima, ma che non aveva idea della forza e del coraggio che racchiudeva dentro di sé.
Non ha nemmeno importanza se i suoi familiari riconoscano il trauma che ha subito e finalmente capiscano che no, non è qualcosa che si può perdonare o dimenticare. Non importa perché è Berglijot stessa ad andare avanti con la sua vita, a trovare se stessa e a mettere una pietra sopra al passato.
Ho trovato questo romanzo veramente bello, potente e molto emozionante. Un romanzo che è stato in grado di tenermi incollata alla pagine, mentre Berglijot compiva il suo percorso di crescita.
Ve lo consiglio? Assolutamente sì, è un romanzo che mi è piaciuto tantissimo e a cui continuo a pensare anche dopo averlo terminato.
E voi, lo avete letto? Se sì, fatemi sapere la vostra opinione con un commento qui sotto.
Io vi do appuntamento alla prossima recensione.
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