RECENSIONE L’ultima nave per Tangeri di Kevin Barry




Nel porto spagnolo di Algeciras, Maurice e Charlie, due irlandesi sulla cinquantina, tengono d’occhio le navi per Tangeri. Stanno cercando Dilly, la figlia di uno dei due. Maurice e Charlie si conoscono fin dall’adolescenza: sono due ex trafficanti, hanno iniziato a spacciare da giovani, sono cresciuti, hanno fatto i soldi, hanno pestato i piedi ai rivali, si sono dovuti nascondere per non essere ammazzati, hanno attirato la sfortuna, sono andati in esilio innumerevoli volte, hanno bevuto come spugne, si sono strafatti di eroina, hanno amato e tradito la stessa donna, Cynthia, per la quale si sono accoltellati. Ormai tagliati fuori dai giri criminali, Maurice e Charlie, due presenze minacciose soltanto in apparenza, si rivelano per ciò che sono diventati: due ex criminali al verde, due balordi noti come macchiette all’interno del porto, che inseguono un fantasma che forse non è mai esistito se non nella loro immaginazione.



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Buongiorno, lettori. Oggi vi parlo di un romanzo che ho scelto soltanto per la copertina. 

Devo ammetterlo, ogni tanto mi faccio prendere da questa vena frivola e scelgo i titoli da leggere soltanto in base alla bellezza della copertina.

In questo caso non sono stata molto fortunata, anche se è poco male visto che ho preso in prestito il libro in biblioteca.

Sto parlando de L’ultima nave per Tangeri edito Fazi Editore.

I toni blu della copertina e l’immagine di un traghetto e due uomini che aspettano su una banchina mi aveva dato l’idea che questo romanzo parlasse di viaggi, di luoghi lontani e misteriosi. 

Sì, magari potevo leggere la trama, ma non volevo farmi nessuno spoiler o non volevo che leggendola in qualche modo influenzasse la mia esperienza di lettura.

L’ultima nave per Tangeri non è un brutto romanzo, ma ho fatto davvero fatica a finirlo, un po’ perché si è rivelato molto più statico di quel che pensavo, un po’ perché è scritto in flusso di coscienza.

Ora, io ho apprezzato tanto Joyce, l’unico altro autore che usa il flusso di coscienza che io abbia letto. Tuttavia, trovo molto pesante questo tipo di scrittura e in questo caso mi sono davvero trascinata il libro per giorni prima di arrivare alla fine.

Mi è anche dispiaciuto perché la storia aveva interessanti premesse e magari in un altro momento mi sarebbe piaciuto di più, ma leggendo solo la sera dopo una giornata magari pesante, faccio fatica a gestire questo tipo di scrittura.

Se però è il vostro genere, allora ve lo consiglio, perché come dicevo secondo me ha ottimi spunti narrativi e la storia è bella, o almeno a me non è dispiaciuta, sebbene non fosse esattamente quello che mi aspettavo.

E voi, avete letto questo romanzo? Fatemi sapere il vostro parere, soprattutto se siete in disaccordo con quanto ho scritto io, perché mi interessano gli altri punti di vista e capire cosa è andato storto nella lettura, per quanto mi riguarda.

Io vi do appuntamento alla prossima recensione.




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