RECENSIONE Persone normali di Sally Rooney






Marianne e Connell si parlano di tutto ma solo all'insaputa di tutti, si frugano i corpi e i sentimenti ma solo di nascosto, come pianeti dalle orbite imprevedibili si girano intorno, fra moti armonici e strazianti collisioni. Cosa impedisce a due ragazzi dei nostri giorni disinvolti di stare insieme in libertà e leggerezza? Gli squilibri di classe e potere? Le «stelle contrarie»? O solo l'orrore, e l'attrazione, della normalità? Nell'abbraccio in cui si stringono, però, «il suo corpo sposa quello di lei come quei materassi che pare facciano bene alla salute». E in quel quieto, benefico sostenersi sembra tacere ogni domanda.



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Buongiorno, lettori. Come al solito sono l’ultima che arriva alla festa e scopre Sally Rooney. Oggi vi parlo di Persone normali, un romanzo molto intenso che punta a deliberare i sentimenti umani di un ragazzo e di una ragazza durante l’adolescenza e l’inizio della vita adulta.

Quello che ho trovato geniale è sicuramente la scrittura della Rooney, così introspettiva e delicata, capace di trasmettere i sentimenti dei protagonisti come se stesse sussurrando, raccontando le vicende una dopo l’altra e approfondendo i sentimenti di Connell e Marianne senza mai risultare pesante.

Uno dei temi fondamentali di questo romanzo è la pressione sociale che i ragazzi subiscono; l’ansia di apparire sempre perfetti, di essere ciò che gli altri si aspettano, porta Connell a compiere alcune scelte che a mio avviso sono davvero discutibili. Ma questo è proprio il focus del romanzo. 

Anche Marianne non è perfetta: è piena di dubbi e insicurezze, a volte sembra gelida e spigolosa soltanto perché altrimenti non saprebbe come sopravvivere ai ragazzi a scuola che la prendono in giro, alla famiglia che quasi desidera che lei scompaia nel nulla. Questo almeno nella prima parte del romanzo. 

Quando rincontriamo Marianne al college, è diventata una ragazza popolare, ma torna a cadere sempre negli stessi schemi: mi ha dato l’impressione che le sue frequentazioni siano una sorta di palliativo, una ricerca di quell’affetto che la sua famiglia le ha costantemente negato, che Connell stesso le ha negato quando è servito.

Connell e Marianne si rincorrono e si allontanano per tutta la durata del romanzo, mentre l’autrice cerca di illustrarci quanto siano complicati i sentimenti, quanto la psiche umana non riesca a processare qualcosa come l’amore in maniera più lineare, ma tenda sempre a introdurre ostacoli veri o fittizi davanti.

Ve lo consiglio? Sì, è un romanzo che mi ha dato tante sensazioni diverse, che non sempre mi è piaciuto, ma che è stato sempre convincente. Amo e odio il finale, ma credo sia la conclusione perfetta per come la storia è stata impostata.

E voi, avete letto questo romanzo? Fatemelo sapere con un commento qui sotto.

Alla prossima recensione!





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