RECENSIONE I pascoli del cielo di John Steinbeck

I pascoli del cielo



Venti famiglie. Un piccolo villaggio, all'inizio del '900, in una fertile vallata della California centrale. E' lo scenario del primo libro importante di John Steinbeck, ''I pascoli del cielo'', che fu pubblicato nel 1932 e tradotto da Elio Vittorini nel 1940.
Si compone di dodici capitoli ma non è propriamente un romanzo perché a tenere insieme le diverse vicende, ciascuna conchiusa in sé, di questo piccolo capolavoro non sono i personaggi ma l'ambientazione - il rapporto dei contadini con la natura circostante - e, soprattutto, il tema del misterioso insinuarsi del male in un luogo che all'occhio umano appare come l'ingannevole replica del Giardino dell'Eden.



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Buongiorno, lettori. Recensire Steinbeck forse non è realmente possibile, almeno per me. È uno dei miei autori preferiti, un pilastro della letteratura statunitense del Novecento che da un lato mi provoca soggezione e dall’altro sembra avere tutte le risposte alle mie domande sull’esistenza.

I pascoli del cielo è un preludio al grande capolavoro di Steinbeck, ossia La valle dell’Eden, un romanzo che si è ritagliato il primo posto tra i miei romanzi preferiti di sempre.

Ovviamente I pascoli del cielo non arriva a quel livello, ma comunque ha tematiche in comune ed è una sorta di preludio, di prova prima del grande romanzo.

Steinbeck ha la grandissima capacità di saper mostrare la crudeltà della vita, la decadenza della condizione umana in una maniera che è allo stesso tempo cruda e pacata. Mostra ciò che accade con una incredibile naturalezza, senza che la sua narrazione diventi stucchevole o esageratamente drammatica, ma allo stesso tempo non fa sconti, non edulcora gli eventi cercando di tutelare la sensibilità del lettore.

È estremamente confortante il suo modo realistico e schietto di raccontare la vita in tutte le sue drammatiche sfaccettature.

I pascoli del cielo non sono il suo capolavoro, ma personalmente ritrovare le tematiche di Steinbeck è stato per me un po’ come tornare in un luogo conosciuto che ci ispira fiducia.

Ve lo consiglio?

Sì, se amate il genere è un romanzo (anche se non romanzo forse è un termine improprio) che non potete perdervi.

Se invece lo avete letto, sono curiosa di conoscere la vostra opinione.

Alla prossima recensione.




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