RECENSIONE Paura di Stefan Zweig

Paura di Stefan Zweig



Irene Wagner, bella viennese della migliore borghesia e moglie di un noto penalista, sta scendendo rapida le scale di una casa non sua dopo aver fatto visita all'amante, un giovane pianista. Ma lì, su un pianerottolo, il fato la attende sotto le spoglie di una sordida ricattatrice. Quella donna sa tutto di lei. E Irene cede, e paga. Da quel momento comincia l'incubo: le richieste di denaro aumentano vertiginosamente, e lo sguardo indagatore del marito, l'avvocato Wagner, ormai la atterrisce – certo sospetta qualcosa, forse ha subodorato l'inganno. E quello che le ha fatto notare un giorno, come per caso, raccontandole delle sue esperienze professionali, è atrocemente vero: il colpevole soffre più per la paura di essere scoperto, per l'ansia di dover nascondere il delitto, che non per il terrore del castigo – la pena, anzi, è catartica. Che fosse un tacito invito alla confessione? 


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Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un romanzo che ho letto per la nostra challenge di lettura #leggopensieriparolemondo durante il mese di Marzo.

Il tema del mese era proprio Paura, e devo ammettere che ho fatto un po’ fatica a trovare un romanzo adatto, perché non volevo leggere un horror. Facendo qualche ricerca ho trovato questo titolo che mi pareva parecchio interessante.

Paura di Stefan Zweig è un romanzo breve (o racconto lungo) che si basa su un singolo principio: la paura di venire scoperti quando si nasconde un segreto, ma anche il desiderio di liberarsi.

La protagonista della storia, infatti, subisce un ricatto, e questo la porterà a vivere costantemente nel terrore che la sua ricattatrice possa volere sempre di più per mantenere il segreto, chiedendosi se non sia meglio rivelarsi e smettere di nascondersi.

Per l’intera lettura il lettore si sente permeare di ansia e angoscia quasi al pari della protagonista, poiché come lei non sa cosa potrebbe succedere nella pagina successiva. La ricattatrice chiederà ancora di più? Rivelerà il suo segreto? E se questo succedesse, cosa ne sarebbe della protagonista?

E’ un tipo di paura un po’ diverso forse da quello che mi sarei aspettata, ma come vi dicevo non avevo intenzione di buttarmi sull’ horror, cercavo qualcosa di differente.

Il finale mi è piaciuto molto, soprattutto perché mi ha spinta a riflettere; non voglio farvi spoiler, ma quel che succede alla fine spinge sicuramente il lettore a riflettere su come funzioni la paura nell’animo umano, sul concetto di liberazione da un peso che ci opprimeva in un modo in cui non avevamo previsto. E anche un po’ sul concetto di vendetta.

Questo è Paura di Stefan Zweig; se lo avete letto, mi farebbe piacere sapere la vostra opinione con un commento qui sotto.

Non ho ancora deciso cosa leggerò ad aprile, ma il tema è Pazzia. Si accettano suggerimenti.

Alla prossima recensione.




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