RECENSIONE Il grande sonno di Raymond Chandler

Il grande sonno Raymond Chandler



È sempre l’ultimo incarico, per Philip Marlowe. Ma quello che gli abbiamo affidato stavolta, forse, è il più delicato. Sì, perché deve prendere tutto il décor e tutti i ferri del suo mestiere – le palme e il ven­to caldo di Los Angeles, la penombra mi­nacciosa di interni sfarzosi e lo sfarfallio dell’acqua nelle piscine, il crepitio delle pistole e quello ancora più letale dei la­mé –, aggiungerci il suo fuori campo in­confondibile, e rimetterli al posto delle storie spesso ovvie raccontate da migliaia di suoi epigoni, in quell’universo narrati­vo opaco cui è stato attribuito d’ufficio un nome che non gli apparteneva: il noir. Sì, stavolta Marlowe deve riportare le lancet­te all’anno in cui tutto è cominciato, il 1939, e al luogo da cui tutto il resto ha trat­to origine: questo romanzo. E per fortuna tutto fa pensare che ci riuscirà – o che fal­lirà magnificamente, come solo lui avreb­be potuto.


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Buongiorno, lettori. 

Sono arrivata a questo romanzo per diversi motivi: avevo voglia di thriller/noir, cercavo qualcosa di classico e mi è apparso questo libro. Ne avevo sentito parlare da diverse persone ed ho pensato che era destino, così l’ho comprato (tra l’altro, un’edizione bellissima e di qualità).

Il romanzo non ha deluso le mie altissime aspettative. Uno dei primi esponenti del genere hardboiled, che era esattamente il genere di cui volevo leggere, è costituito da una storia eccezionale, intrigante e molto atmosferica.

Il protagonista, l’ormai celebre detective Marlow, è colui che ha forse dettato le caratteristiche tipiche di questo personaggio: cinico, burbero, misterioso.

Il caso per cui vengono richiesti i suoi servigi riguarda una ricca famiglia che viene ricattata.

Lo sviluppo dell’indagine è davvero intrigante: nella mia testa non volevo nemmeno provare a risolvere il caso, perché era talmente bello seguire il ragionamento e le azioni del protagonista, che non mi dispiaceva lasciarmi trasportare passivamente dalla storia.

È una cosa che non mi succede mai: di solito sono una lettrice attiva che adora provare a sbrogliare il mistero.

Ma questo volta lo stile dell’autore era così coinvolgente che non ho potuto fare a meno di lasciarmi trasportare.

E questo ha reso abbastanza unica l’esperienza di lettura.

Ve lo consiglio? Assolutamente sì: vi porterà indietro nel tempo, negli anni ‘30, e vi sembrerà di essere davvero lì e non sul vostro divano di casa.

Allo stesso tempo vi farà scoprire una storia di tradimenti, ricatti, omicidi e sotterfugi così ben costruita, che farete fatica a trovare le altre interessanti dopo aver letto questa.

Per me un voto pieno: cinque piume.

Alla prossima recensione.




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