RECENSIONE I sette mariti di Evelyn Hugo di Taylor Jenkins Reid

I sette mariti di Evelyn Hugo Taylor Jenkins Reid



DOPO ANNI VISSUTI LONTANO dai riflettori, la ex “divina” di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso?

Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l’ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L’incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l’occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera.

E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell’attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent’anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l’attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile.




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Buongiorno lettori e ben tornati dalla ferie. Anche Piume di Carta si è preso una pausa, ma se tutto va bene siamo pronte a tornare in grande stile.

Il libro di cui vi parlo oggi è I sette mariti di Evelyn Hugo di Taylor Jenkins Reid edito da Oscar Mondadori Vault. Ho letto questo romanzo per il Pride Month a giugno ma per questioni di tempo non sono riuscita a recensirlo.

Ci tenevo troppo però, per cui sapevo che ve ne avrei parlato non appena avessi avuto più tempo ed eccomi qui.

Questo romanzo, che ha la struttura di un memoir, racconta la vita della grandissima attrice Evelyn Hugo, che ha scelto di parlare senza più nessun segreto a Monique Grant, solo e soltanto a lei.

Nonostante sia un cliché letterario abbastanza usato, ho trovato interessante questa elemento di trama, perché per tutta la narrazione ero curiosa di scoprire come mai avesse richiesto proprio Monique, qual era il legame con la ragazza.

Forse, se non avessi divorato il romanzo per quanto mi stava facendo, avrei potuto arrivarci anche da sola, ma il bisogno di divorare le pagine era troppo forte, complice anche la scrittura accattivante della Reid, che ti invoglia a continuare interrompendo i capitoli al momento giusto, e incalza continuamente il lettore. Infatti, nonostante la struttura di un lungo racconto (come in questo caso una lunga intervista) di solito porta la trama ad essere più lenta, più discorsiva e con meno scene di azione vera e propria (insomma, viene più raccontato che mostrato). Invece, in questo romanzo il racconto di Evelyn è dinamico, veloce e frizzante, rispecchiando il carattere della stessa attrice. Anche in questo consiste la sua caratterizzazione, elemento intorno a cui ruota tutto il romanzo.

Ho letto questo libro per il Pride Month perché ci sono personaggi LGBTQIA+ ma non voglio entrare nei dettagli della trama, perché credo sia meglio godersi il racconto conoscendo pochissimi elementi.

Ve lo consiglio? Assolutamente sì: nonostante sia un’opera di fantasia, non sarebbe così assurdo per me credere che questa sia la vera biografia di un’attrice della vecchia Hollywood, perché l’autrice ha saputo trasporre su carta in modo egregio un mondo patinato che ormai ha fatto il suo tempo ma che esercita ancora un grande fascino.

Se non lo avete letto e siete appassionati della Hollywood d’altri tempi, è il romanzo perfetto per voi, ma in generale lo consiglio a chiunque, perché è stata una lettura emozionante, divertente ma anche drammatica in alcuni punti.

Se avete letto anche voi I sette mariti di Evelyn Hugo sono curiosa di sapere la vostra opinione. Vi è piaciuto tanto quanto è piaciuto a me, oppure non siete d’accordo con la mia recensione? Fatemelo sapere con un commento qui sotto.

Alla prossima recensione.




Commenti

  1. Da appassionata di cinema classico Hollywoodiano sono mesi che vorrei leggere da questo libro! Mi hai nuovamente confermato che si tratta di una lettura molto bella! Tra l'altro hai azzeccato sulla tematica LGBT+, in realtà parecchie star hollywoodiane dell'epoca avevano orientamenti differenti dall'eterosessualità. Alcune di loro lo hanno rivelato, altre no o comunque non subito ma alla fine ad Hollywood era un tabù relativo per certi versi.

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    1. Ciao e grazie per il commento! Sono sicura che lo apprezzerai tantissimo allora, perché i richiami al cinema sono parte fondamentale del libro.
      Se lo leggi, fammi poi sapere cosa ne hai pensato che sono curiosa!
      Serena

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