RECENSIONE Zombie Friendly: ci si vede all’inferno di Giulia Reverberi




Andrew Woodcrown ha sempre pensato che la fine del mondo sarebbe avvenuta in modo drammatico: un asteroide che colpisce il pianeta, uno tsunami che si abbatte sulle terre abitate, un olocausto nucleare che spazza via ogni cosa. E invece no. Nessun comunicato alla televisione, nessun utente social che scrive stati sarcastici su come sarebbe morto da lì a pochi secondi, nessun cielo in fiamme adatto per le foto pre-morte degli influencer.

Il genere umano si è estinto nel silenzio, uno di quelli pieni di imbarazzo, che seguono una battuta brutta. Una folla di zombie ha invaso la tranquilla cittadina americana di Redwood Town, mentre Andy era solo in casa con il suo bassotto Woodstock. Da quel momento la sua vita è cambiata, il suo unico lavoro è diventato non farsi ammazzare. E quando le scorte di cibo hanno iniziato a scarseggiare, ha deciso di affrontare un viaggio alla ricerca della cosa più pericolosa mai esistita: gli esseri umani.

Come sopravviverebbe una persona normale in un apocalisse? Armato di ansia, sarcasmo e cultura nerd, Andy tenta tutti i giorni di rispondere a questa domanda, conscio di avere più limiti di una funzione algebrica e meno possibilità di una relazione nata dalle app di incontri.

I Maya non avevano dato una profezia ma un consiglio.



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Buongiorno lettori. Avevo parlato di questo romanzo su Instagram, ma visto quanto mi aveva colpito, ho deciso di approfondirne le tematiche con una recensione anche qui sul blog.

Sto parlando di Zombie Friendly di Giulia Reverberi, ossia GiuliaBifrost. Per chi mi conosce bene questa lettura sarà un po’ una sorpresa, perché ho sempre affermato di non sopportare molto le storie con gli zombie. Tuttavia, seguo Giulia e adoro i suoi contenuti, quindi ero curiosa di scoprire come fosse da autrice.

E ho fatto bene, perché ho adorato questo romanzo. Tutto ciò che di solito non mi convince nelle storie di zombie - troppo action, nessun approfondimento psicologico, trama lasciata in secondo piano - qui erano del tutto assenti.

Infatti, Zombie Friendly è un romanzo sì sugli Zombie, ma che utilizza questa tematica per approfondirne altre come la salute mentale, il cambiamento sociologico che avviene nei sopravvissuti, la rappresentazione LGBTQIA+.

Non farò spoiler nella mia analisi, perché vorrei davvero che leggeste questo romanzo: per chi è abbonato su Kindle Unlimited lo può leggere gratuitamente, come ho fatto io (e quando finirà il mio auto divieto di comprare libri nuovi, ossia a Gennaio, finalmente prenderò anche il cartaceo per collezione).

Zombie Friendly si dimostra subito un romanzo molto particolare perché mostra un elemento che mi sta davvero tantissimo a cuore, ossia l’ansia. Non parlo di ansia generica, ma di vera e propria ansia patologica e attacchi di panico. Chi ne soffre sa benissimo quanto sia invalidante e quanto impedisca alle persone di vivere la vita normalmente. Ho trovato davvero realistico e accurato il modo in cui viene descritto come si attivi l’ansia, e come cresca all’interno della mente del protagonista: i pensieri iniziano ad accavallarsi, diventando via via sempre più pesanti, sempre più oscuri. E’ raccontata come un’escaletion, il protagonista non ha modo di fermare il processo, anche se il pericolo di morte lo aiuta un po’ a concentrarsi.

Era descritta così bene che ad un certo punto mi sono sentita come se questo libro stesse parlando di me, e non è una cosa che capita spesso quando si parla di ansia e salute mentale.

Già soltanto per questo il romanzo meriterebbe un sacco di lodi.

In secondo luogo, ho trovato molto bella la scelta di rendere il protagonista un membro della comunità LGBT, in una delle categorie forse meno rappresentate all’interno del panorama letterario. Sono stata contentissima di leggere questa cosa, perché la rappresentazione della bisessualità non è molto estesa e nemmeno molto approfondita (purtroppo vedo spesso rappresentata la bisessualità come una fase di passaggio, per poi diventare monosessualità con un partner dello stesso sesso, negando di fatto la bisessualità stessa).

Mi piace che il protagonista sia fiero di ciò che è, che nonostante la disumanizzazione che possa portare una società post apocalittica decida di non voler tornare indietro e dover nascondere la sua vera identità, il suo vero essere.

Ovviamente, non è tutto così semplice, ma capirete meglio leggendo.

Se non vi avessi già convinto con tutte queste tematiche ben gestite e ben articolate, rilancio dicendo che Zombie Friendly ha uno stile divertente, senza rinunciare a momenti più drammatici. L’autrice è in grado di far provare tensione al lettore nei menti giusti rendendo l’esperienza di lettura una sorta di montagna russa di emozioni.

Ovviamente tutte queste lodi si traducono nella votazione di cinque piume. Sono rimasta talmente esaltata dalla lettura che sentivo la necessità fisica di parlarne con voi e di far leggere questo libro a più persone possibili.

Se anche voi l’avete letto, fatemi sapere cosa ne avete pensato con un commento qui sotto.

E ora aspettiamo tutti insieme il secondo volume.

Alla prossima recensione.





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