RECENSIONE: Il figlio del mare di Davide Morosinotto (Saga dei Da Mar)


 


Trama:


Pietro ha quattordici anni, una vita tranquilla e un lavoro che gli piace: cura i maiali del signore di Ateste, il paese dove è nato e dove sa che resterà per sempre. Ma un giorno un cavaliere porta una notizia: arrivano gli Unni! Siamo nel 452 dopo Cristo e le armate di Attila il Grande percorrono le pianure alla volta di Mediolanum, Ravenna, Roma, decise a conquistare ciò che resta dell'impero. È così che nella vita di Pietro cambia tutto: deve arruolarsi e partire per respingere l'invasore. In quella nuova e terribile avventura, Pietro stringerà un'amicizia speciale con Giustina, una ragazza di famiglia nobile, con cui nella vita di prima non avrebbe potuto nemmeno scambiare una parola. E si ritroverà ad assistere alla nascita di una città destinata a diventare la più famosa del mondo, la regina della laguna: Venezia.


Link acquisto: Il figlio del mare



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Mi chiedo dove fossero libri come questo, autori come Davide Morosinotto, quando io avevo dodici o tredici anni. Probabilmente siamo coetanei e lui sognava di diventare uno scrittore a quel tempo.

Comunque ho scoperto questo autore per caso, con un libro che avrebbe fatto impazzire mio padre, difatti ho preso l’ebook più per quello ed è stato subito amore, dopo quella prima lettura ne sono susseguite altre di libri di questo autore, e continuo a pensare che meritavo questi libri da bambina. Ma sono contenta per i ragazzi di oggi.


Il figlio del mare era nella mia wish da quando è uscito, ma il 2022 è stato un anno pesante, le mie letture sono state poche e discontinue, tanto che ho rimandato molti acquisti a data da destinarsi. Ma il libro in questione è arrivato come per magia, un regalo di Natale da parte di Ilaria e ho colto l’occasione per iniziare l’anno in bellezza, almeno con le letture.


Una cosa che mi ha colpito del libro è stato quando ho letto le parole dell’autore alla fine, quando parla di un lungo viaggio che ti riporta a casa. In questo caso un viaggio attraverso i libri scritti, in parte lo comprendo, c’è sempre una sorta di timore di parlare di casa, dei luoghi che conosci, della loro storia. C’è quel pensiero quando si è ragazzi che l’argomento non possa essere interessante, crescendo poi il timore di non saper rendere giustizia, ma alla fine in qualche modo e tanta ricerca. Dopo tanti viaggi e tanti libri scritti e letti si torna a casa. Ed è quello che ha fatto l’autore de Il figlio del mare.


Davide Morosinotto ci trascina in un periodo a cavallo di due ere, in cui l’Impero Romano non è all’apice, il mondo è cambiato, il cristianesimo sta prendendo sempre più piede e i barbari, gli Unni di Attila sono pronti a conquistare ogni cosa.

Un mondo in fase di cambiamento, anche se il protagonista Pietro, giovane guardiano di maiali, conosce un unico mondo, un unico stile di vita e pensa che la sua vita sarà sempre la stessa, a guardare i maiali per il Clarissimo di Ateste e senza allontanarsi mai. Non ha idea che il destino, ma anche gli uomini hanno altri progetti per lui.

E così Pietro da guardiano di maiali si ritrova soldato, prigioniero e infine mercante, in un mondo intorno a lui che sta cambiando, eppure allo stesso tempo lui è pronto ad affrontare quei cambiamenti e ad aiutare e portare con sé gli amici che incontra lungo la strada.


Perfetto per il target a cui è destinato, l’autore riesce a trascinare il lettore indietro nel tempo, fino a quella laguna, tra piccole isole dove un giorno sarebbe nata Venezia.

Mi sono piaciuti i personaggi, gli eventi descritti in questo romanzo, anche la semplicità con cui è scritto, come dicevo adatto perfettamente per lettori più giovani. I personaggi e gli eventi sono ben caratterizzati, e anche se in maniera semplice, chi legge viene trascinato tra le pagine del romanzo, durante le battaglie contro i barbari, ma anche su quella barchetta dove un gruppetto di persone cerca di arrivare al mare, del tutto ignari di quale sarà il loro futuro.


Mi è piaciuto anche quel piccolo tocco di magia che l’autore ha inserito, il legame, il ricordo che Pietro ha mantenuto con sua sorella, che sia veramente in contatto con lei, che sia solo l’aggrapparsi a un ricordo e a momenti felici, sente la presenza di Mattina, la sua voce e il suo profumo e questo gli da forza per andare avanti, per prendere la direzione giusta e non arrendersi.


Il figlio del mare è un libro che mi ha conquistata sin dalle prime battute, mi ha preso per mano e mi ha accompagnato in questa prima settimana dell’anno. Mi ha fatto sorridere in alcuni punti, mi ha messo malinconia in altri, mi ha scosso e quando ieri l’ho terminato mi sono sentita decisamente triste. Farò fatica a riporlo in libreria, era tanto che non mi accadeva una cosa del genere con un romanzo.

Consigliatissimo sia per i più giovani, ma anche per gli adulti.

Cinque piume.


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