Papà Goriot di Honoré De Balzac












Forse l'amore è solo la riconoscenza del piacere.




Ho rimuginato almeno un paio di giorni prima di decidermi a scegliere un titolo classico per la sfida di lettura alla quale sto partecipando, indetta dal blog Storie dentro Storie, vedere anche il banner sopra riportato. Mi sono messa a gironzolare per la stanza, ordinando e ammucchiando sulla scrivania i titoli più interessanti, prima per autore, poi per titolo, poi a casaccio, fino a quando c’erano molti più libri di quanti me ne servissero e nessuna idea da quello cui iniziare.
Li ho presi, li ho sfogliati, li ho guardati, ad un certo punto la mia attenzione si era posata su I Miserabili di Victor Hugo, e due secondi dopo su Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas. La tentazione era tanta, tantissima, sarebbe stata una buona occasione per rileggere uno di quei due capolavori, ma alla fine ho desistito, ho messo da parte uno splendido fantasy per dedicarmi alla lettura di un classico e, per quanto Hugo e Dumas sarebbero stati la migliore scelta, ho preferito approfittare della situazione per provare a leggere un libro che sino ad ora ho abbandonato dopo le prime dieci pagine; quindi la mia decisione è caduta su Honoré De Balzac e il suo Le père Goriot. Papà Goriot, in italiano, è uno di quei libri che mio padre mi ha consigliato per anni; la prima volta che ho tentato di leggerlo avevo quindici anni e, come ho detto, non sono riuscita ad arrivare alla fine della decima pagina. Dopo quella prima esperienza disastrosa, un approccio non dei migliori l’ho tentato altre volte, ma sempre con il medesimo risultato, tanto che alla fine l’ho riposto in libreria attendendo periodi più adatti ad affrontarlo. Sono del parere che non esistano libri brutti o noiosi, ma bisogna essere predisposti per leggerli, per poter affrontare alcuni argomenti, e penso che per Le père Goriot io ancora non fossi pronta sino a qualche giorno fa; ha contribuito alla lettura anche una versione con una traduzione più moderna, quella di uno dei vecchi libri di mio padre era decisamente noiosa, pensante e prolissa; quindi concordo appieno con le parole d’introduzione al libro del traduttore di questa nuova copia, anche le traduzione dopo un determinato periodi di tempo vanno riviste, svecchiate, per renderle più moderne e anche più scorrevoli.




Papà Goriot










Titolo: Papà Goriot
Titolo originale: Le père Goriot 
Autore: Honoré De Balzac
Editore: Garzanti (I grandi libri)
Prezzo: 6.00 euro






Honoré De Balzac: Tours, il 20 maggio 1799 -  Parigi, 18 agosto 1850 è stato uno scrittore, saggista, giornalista, drammaturgo francese. Considerato il più grande esponente del Romanzo realista francese, raggiunge il suo apice elaborando la Comédie humaine  (Commedia Umana), una serie di romanzi e racconti che hanno lo scopo di raccontare e descrivere la società francese contemporanea all’autore.
Le père Goriot appartiene a questa opera ed è collocato nella sezione riguardante gli “studi sul costume” e fa parte dell’insieme degli scritti di Balzac intitolati “Scene di vita privata”.







 I padri devono sempre dare, per essere felici. Dare sempre, l'esser padre sta in questo.




A Parigi, nella pensione di M.me Vauquer, abitano Eugène de Rastignac, uno studente povero ma ambizioso, Vautrin, che si saprà essere un forzato evaso, e Goriot, un vecchio che sembra roso da una pena segreta. A poco a poco Eugène scopre il segreto di Goriot: si è rovinato per assicurare una vita agiata alle sue due figlie, Anastasie e Delphine, che, sposate a due nobili, vedono il padre solo per estorcergli i pochi soldi rimasti.













Ricchi o poveri, non hanno mai denaro per le necessità della vita, mentre ne trovano sempre per i loro capricci.







Ho finalmente scoperto il motivo per il quale fino ad ora non ero mai riuscita a terminare questo libro; nella Commedia Umana viene annoverato fra le scene di Vita Privata, ma a parer mio Le Père Goriot è più un trattato sull’anima e sul comportamento umano, piuttosto che sulla vita privata delle persone durante il periodo in cui è vissuto Balzac.
È un libro complesso, un dramma, ma non solo: pagina dopo pagina si avverte l’angoscia crescere, prendere il sopravvento su tutto, per poi sfociare in quello che sarà il dramma finale.
Ho divorato, una dopo l’altra, le pagine di questo libro, finalmente; dopo anni scorrevano leggibili, senza che sopraggiungesse la noia o la confusione più totale. L’ho letto in pochi giorni, senza correre il rischio di riporlo sul comodino e abbandonarlo lì per l’ennesima volta, attendendo un periodo migliore per provare a leggerlo.
A quindici anni, la prima volta in cui ho tentato in questa impresa titanica, l’ho trovato confuso; non riuscivo a capire cosa volesse dire l’autore, dove volesse andare a parare; ora che di anni non è ho più quindici e che il mondo alla fin fine ho scoperto non è tutto rose e fiori, sono riuscita a comprenderlo meglio.
Tratta le più svariate tematiche, dall’amore incondizionato di un padre verso le proprie figlie, passando per le differenze sociali tanto care all’ora come ora. Parla del bene e del male, e di come le persone possono raffigurarlo.
Leggendolo attentamente, ammetto che, pur essendo stato pubblicato nel 1834, è quanto di più attuale abbia mai letto, tocca i più svariati argomenti, ma al tempo stesso sono argomenti comuni, problemi e sentimenti che si ripetono con il passare delle epoche. Iniziando da Papà Goriot, il personaggio che dà il nome al romanzo: un uomo, un povero vecchio accecato dall'affetto smisurato per le due figlie, tanto da sacrificare ogni cosa per loro.
Papà Goriot sacrifica ogni bene e persino la sua stessa salute pur di rendere felici le sue due amate bambine, quelle ricche nobildonne che lo cercano solo quando hanno bisogno di denaro. Ma fino alla fine l’uomo non le accusa, non le giudica, continuando ad amarle incondizionatamente, come d'altronde fa ogni padre.
Accanto a Goriot morente, alla fine, non ci saranno loro due, le figlie per cui ha dato tutto, ma quello che si potrebbe considerare una sorta di estraneo: un giovane ragazzo, uno studente squattrinato affezionatosi all'uomo che per lui è stato una sorta di padre, anche se per poco tempo.
Una figura scura, per molti la rappresentazione del male, la figura negativa del libro e della società borghese è rappresentata da Vautrin, l’uomo che in tutti i modi cerca di condurre sulla via del male Rastignac; ma, a parer mio, le vere figure negative dell’intero romanzo sono le figlie di Goriot con i loro mariti. Le prime due sono donne viziate, con poco carattere, attaccate all'apparenza e a quella scala sociale dove finalmente sono riuscite ad arrivare in cima; e poi ci sono i loro rispettivo coniugi, tanto attenti all'apparenza  a non confondersi con classi sociali più basse della loro. Si vergognano del padre delle loro mogli, di classe inferiore, tanto da non presenziare al suo funerale, mandando solo due carrozze di rappresentanza con dentro i loro domestici. Sono queste le figure negative, il vero male in questo romanzo, ed anche lo stesso male che rappresentava la società dell’epoca come quella di ora. Persone attaccate solo all'apparenza e alla loro classe sociale.
In Papà Goriot si percepisce questo, pagina dopo pagina, i sentimenti dei vari personaggi, in alcuni casi portati anche all'eccesso per fa comprendere quanto l’animo umano possa essere corrotto o corruttibile, ma al tempo stesso ve ne sono alcuni lindi e puri, forse anche troppo; anime rare, come le persone che le possiedono. Rastignac è uno di questi, ma con l’andare avanti del romanzo, giungendo alla fine, anche lui si rende conto che deve imparare a combattere; che non è solo con la bontà e l’ingenuità che riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi,  e soprattutto a sopravvivere in una città come Parigi e fra la nobiltà di Parigi.

Bisogna fare onore a De Balzac per aver creato un’opera tanto profonda, personaggi ai quali ci si affeziona, ed altri che si detestano, ma, studiandoli attentamente, veri; in pochissimi libri ne ho incontrati di così. Hanno uno spessore, un’introspezione difficile da trovare soprattutto in letture più moderne; come sono rimasta sorpresa da come è riuscito a farmi immergere in quella società tanto differente dalla nostra, in una Parigi sconosciuta. In quei salotti dell’alta nobiltà dove regna solo indifferenza e ipocrisia.
Papà Goriot, quindi, sì, è un romanzo sulla vita privata dell’epoca, ma si potrebbe definire anche un trattato filosofico sulla società: parla delle anime, del bene e del male, delle emozioni e dell’ipocrisia. Parla della società e degli uomini, ed entrambi possono essere malvagi e corrotti.

Sono felice di essermi incaponita e di aver portato a termine una lettura iniziata diversi anni fa e finalmente conclusa. Se non fossi stata tanto testarda non avrei letto fino in fondo una perla della letteratura. Un libro che fa riflettere e sul quale riflettere.





Commenti

  1. Wow *-*
    Mi è venuta voglia di leggerlo, ti giuro. Sembra uno di quei libri adatti quando si ha voglia di pensare e non solamente di leggere per distrarsi. Sicuramente offre parecchi spunti per ragionare.
    Devo dire che poi la tua recensione invoglia proprio, si vede che questa volta l'hai letto con gusto, nonostante le brutte esperienze passate. Devo dire che a me capitò la stessa cosa con il conte di Montecristo. Ne avevo presa una copia nella biblioteca della scuola, alle medie, ma era una traduzione fatta coi piedi. Solo qualche anno dopo ho trovato una copia migliore e me lo sono divorato! Detto questo, non vedo l'ora di leggere la recensione del prossimo classico =) Un bacione
    Serelily

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    1. Oh, con una recensione ho convinto una persona a leggere un libro mi sento realizzata u.u che poi non serva spronarti più di tanto per leggere non lo diciamo a nessuno u.u.
      Ma sai, come ho scritto la traduzione del vecchio libro non era brutta, ma solo molto retrò, l'italiano, l'impostazione era tutto molto pesante, tanto da rendere il libro noioso, cosa che non è.
      Comunque felicissima che la recensione ti sia piaciuta e che io non abbia scritto troppe cretinate.
      Un bacione.
      -Yuko-

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  2. Okay, dovrò impegnarmi anch'io, sono anni e anni e anni che voglio leggerlo, ma mi blocco sempre!
    Grazie, bella recensione!!! :)

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    1. Io ci ho messo veramente una vita per portarlo a termine, l'ho iniziato e abbandonato non so quante volte, evidentemente adesso ero più predisposta verso di lui... poi come ho scritto nella recensione era anche una questione di traduzione a parer mio, la vecchia copia di mio padre è fantastica, ma di una pesantezza incredibile.
      Grazie XD.

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