Un etto di filosofia, uno di psicanalisi e uno di teologia, un pizzico di cultura orientale, una bella shakerata ed ecco la ricetta per un classico favoloso
Un'aura prosaica falsò e
sbiadì i soliti sentimenti e le gioie, il giardino fu senza profumo, il bosco
senza allettamenti, il mondo mi circondò come una bottega di cose vecchie,
scipito e senza attrattive, i libri furono carta, la musica rumore.
Herman Hesse,
ecco dove è caduta la mia scelta per il classico di aprile che io sto
recensendo a maggio per mancanza di tempo e anche un po’ di voglia. A marzo è
stato il mio compleanno (so che non frega nulla a nessuno), ma in una delle mie
escursioni per librerie, sono riuscita a farmi regalare due libri; mio fratello
di sua spontanea volontà mi ha fatto: “Visto che ancora non ti ho fatto il
regalo di compleanno, scegli quel che ti pare.” Non lo avesse mai detto, ho
perlustrato tutta la libreria, sfogliando decine e decine di libri, dalle nuove
uscite, al reparto fantasy, poi gironzolando il mio sguardo è caduto sulla zona
letteratura classica, e qui ho trovato due piccole perle, due volumi che
cercavo da un sacco di tempo. In primis finalmente dopo tempo è entrato nella
mia libreria “Vent’anni dopo” di Alexander Dumas padre; secondo libro della
trilogia dei moschettieri, quando l’ho visto quasi non riuscivo a crederci; e
poi, altra piccola gioia personale è stato trovare il Demian di Herman Hesse.
Anni addietro lo avevo cercato come una matta; Roma non è piccola, eppure
quando entravo in libreria mi guardavano come fosse un aliena. Tutti
affermavano che non era fra le opere più richieste, quindi era difficile
trovarlo. All’epoca lo lessi su i Meridiani, però portarsi in giro una parte di
tutte le opere di Hesse è un tantino scomodo, quindi vedendolo sugli scaffali
di una piccola libreria di Frascati, non ho saputo resistere, era lì, mi
chiamava, ed alla fine mi è stato regalato.
Ora, sorvolando
le mie peripezie per entrare in possesso di questa meraviglia, passo alla
recensione, che come al solito sarà delirante, ma non posso farci nulla,
soprattutto se il libro mi piace io sproloquio ^^.
Demian
Storia della giovinezza di
Emil Sinclair
di Herman Hesse
Titolo originale: Demian - Die Geschichte einer Jugend von
Emil Sinclair
Autore: Herman
Hesse
Editore: Mondadori
– Classici Moderni
Prezzo: 9.00
euro
Herman Hesse Calw, 2 luglio 1877 – Montagnola, 9 agosto 1962 scrittore, poeta, aforisma tedesco, naturalizzato svizzero. Vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1946.
Autore
molto prolifico, tanto che la sua produzioni in versi e in prosa è vastissima,
riporta molte raccolte di poesie e 32 romanzi, Demian è uno fra i più
importanti.
Sia il nonno che
il padre sono stati missionari in oriente. Cresce in una famiglia estremamente
religiosa, fra Basilea e Calw, ma questo modo di vivere per lui è fin troppo
oppressivo; e quando i genitori decidono di mandarlo in Svevia affinché
si prepari per gli esami di ammissione a una delle scuole protestanti del paese,
la sua sensibilità inizia a venire fuori. In seguito riesce ad entrare nel
seminario evangelico di Maulboronn, ma da qui iniziano i problemi, comincia a
soffrire di mal di testa e insonnia, fino a che non lo abbandonò
definitivamente dopo una fuga e il tentato suicidio. Dopo questi avvenimenti il
giovane Hesse rinnega quella religione tanto cara alla sua famiglia.
Dopo questi avvenimenti
la sua vita diviene un grande incubo, rinchiuso in un centro per ragazzi con
disagi mentali; per più di un anno passa da una casa di cura all’altra e da una
scuola all’altra, sino a che non si trasferisce definitivamente a Calw nella
casa paterna; solamente due anni dopo però riesce a liberarsi delle costrizioni
familiari e cercare di realizzare il suo sogno, ovvero quello di diventare
scrittore.
Dopo il
matrimonio con Maria, una fotografa di nove anni più grande di lui, si avvicina
alla religione indiana, al vegetarianismo e alla teosofia per alleviare la
solitudine e ricoprire i buchi di un matrimonio che non va. I suoi studi lo
portano alla decisone di intraprendere un viaggio in India, dove non arriverà
mai per via della dissenteria, ma ugualmente approda e visita posti come
Ceylon, Sumatra e la Malesia.
Il resto della
vita dello scrittore si alterna fra alti e bassi emotivi, con ricadute in
alcuni momenti della sua vita, dopo il divorzio dalla prima moglie Maria passa
un periodo in una casa di cura in cui viene sottoposto ad elettroshock.
La sua
depressione ricompare ad intervalli più o meno regolari, fino a quando i
periodi bui sembrano passare nel momento in cui si trasferisce a Montagnola,
nella Svizzera italiana.
È dopo il suo
ritiro a Montagnola che Hesse pensa di essere abbastanza distaccato per essere
in grado di interessarsi ai problemi politici e sociali. Oramai
totalmente distaccato dalla sua educazione borghese, e fortemente influenzato
da Nietzsche, dai romantici
tedeschi e dalle religioni orientali, tenta di unire questi fili di pensiero
nella sua filosofia esistenziale che si occupavano di scoprire il divino nella
natura essenziale di ogni individuo.
Da questi filo di pensieri, nonché dopo il suo viaggio in India, prende vita nel 1922 Siddharta, opera fortemente influenzata dalla cultura orientale.
Da questi filo di pensieri, nonché dopo il suo viaggio in India, prende vita nel 1922 Siddharta, opera fortemente influenzata dalla cultura orientale.
Hesse si
spegne a Montagnola, dopo una lunga vita travagliata, aver vissuto due guerre,
scritto opere magnifiche e vinto premio Nobel, nel 1962.
Così
cadono le fronde intorno all'albero in autunno: esso non ne sa nulla, la
pioggia lo bagna o lo colpisce il sole o il gelo, la vita gli si ritrae
lentamente in uno spazio minimo e intimo. Esso non muore. Aspetta.
Trama presa dal
libro:
Demian è la storia di un
ragazzo combattuto fra due mondi, quello bello e pulito del bene e quello
terribile, enigmatico eppur allettante del male. Protagonista è il giovane Emil
Sinclair, caduto sotto l'influsso di un cattivo compagno di scuola, Franz
Kromer, che lo spinge a ingannare i genitori, rubare e discendere la china del
peccato. Sarà un altro compagno, Max Demian, che sembra vivere fuori del tempo
o uscire da un passato senza età, ad attrarre Sinclair e a liberarlo dal nefasto
influsso di Kromer, guidandolo verso una concezione della vita
straordinariamente complessa e misteriosa.
Molti sperimentano la morte e la rinascita, che sono
il nostro destino, una volta sola nella vita, quando cioè l’infanzia si
decompone e lentamente crolla, quando tutte le cose care ci abbandonano e a un
tratto sentiamo intorno a noi la solitudine e il gelo mortale dell’universo.
Moltissimi rimangono per sempre aggrappati a questo scoglio e dolorosamente
attaccati per tutta la vita al passato irrevocabile, al sogno del paradiso
perduto che è fra tutti i sogni il peggiore e il più micidiale.
Immergersi fra le pagine di
Demian è come immergersi in un trattato filosofico, ma anche in una
disquisizione teologica, psicanalitica e di filosofia orientale. Rileggendo le
pagine, soffermandosi su alcune frasi sono sempre più convinta di quanto sto
affermando, ma con un’unica differenza: alcune parti del libro, alcuni punti di
vista e disquisizioni sembrano più quelle di un bambino piuttosto che di un
filosofo, di un teologo o di uno psicologo. Un bambino che nella sua semplicità
osserva il mondo e lo divide in due categorie, bianca o nera.
Il mondo del giovane Emil,
voce narrante del libro è diviso in due, un mondo buono e giusto, ovvero quello
in cui vive con la sua famiglia, con le sue sorelle, dove lui studia ed è il
figlio amato, e poi c’è un mondo oscuro, quello lontano dalle persone a lui
care; è il mondo delle bugie e dei sotterfugi, un mondo nel quale viene
trascinato contro la propria volontà da un compagno di classe.
Questi due mondi scorrono
paralleli l’uno accanto all’altro senza mai incontrarsi, e lui salta dall’uno
all’altro a seconda delle sue azioni, fino a quando non crede di precipitare
definitivamente in quello scuro senza avere più salvezza; è proprio in questo
periodo della sua vita che compare Demian.
Agli occhi di Emil, Demian è differente da tutti gli altri compagni di scuola, poco più grande, molto più maturo degli altri. Lo osserva e gli parla come se fosse un adulto, discorre con lui da pari a pari, ma al tempo stesso gli insegna e lo protegge. È proprio grazie a Demian che a suo parere torna nel mondo chiaro, ed è grazie a Demian che viene salvato dalle grinfie di Kromer e dal mondo scuro in cui stava precipitando.
Proseguendo con la lettura,
questa visione di bambino diventa molto più profonda; in alcuni casi il modo in
cui Hesse distingue il bene e il male, divide il mondo, le cose brutte dalle
cose cattive, mi fa pensare allo yin e allo yang della cultura orientale, un
pensiero che può considerarsi sin troppo profondo per un dodicenne, ma al tempo
stesso adatto a lui.
Tutto il libro, forse
inconsapevolmente o forse grazie anche agli studi sulla filosofia orientale
portati avanti dallo scrittore, è basato su questo principio, tanto da
lasciarmene affascinata: non mi sarei mai aspettata di trovarlo in un classico
della letteratura di inizio novecento. Nelle pagine del Demian ci sono tutti
gli elementi dello yin e dello yang (Lo yang fa
riferimento al "lato soleggiato della collina", esso corrisponde al
giorno e alle funzioni più attive. Al contrario, yin, fa riferimento al
"lato in ombra della collina") per intenderci se le tenebre sono yin
come controparte ci sarà la luce che è yang, e così è per la luna yin e il sole
yang. In questo romanzo di Hesse ritroviamo questa filosofia,
questi due mondi uno buono e luminoso (yang) e uno cattivo e oscuro (yin). Sono
il bianco e il nero della vita, e nel Demian vengono rappresentati in maniera
perfetta, come nel simbolo orientale dove bianco e nero divisi ad un certo
punto si miscelano, dove nel bene c’è sempre un po’ di male e viceversa; nelle
pagine di questo libro troviamo la stessa filosofia: il giovane Sinclair vive
la sua vita protetto dalla famiglia, dalla madre e dalle sorelle, eppure ad un
certo punto qualcosa di non previsto, qualcosa che non appartiene a questo
mondo appare per sporcare la sua esistenza perfetta. Dopo essere stato salvato,
ritrovata la serenità la sua vita prosegue, eppure anni addietro, come gli era
accaduto da bambino, ecco nuovamente qualcosa a trascinarlo nuovamente verso
questo lato oscuro.
Sinclair a mio avviso non ha un carattere forte; ha bisogno
di qualcuno che lo guidi, prima la famiglia e poi Demian; nel momento in cui è
lasciato solo, nuovamente il lato oscuro prende il sopravvento su di lui,
portandolo su una strada sbagliata ed anche questa volta a salvarlo compare Max
Demian, lui e le sue parole, il suo spronarlo mostrandogli un modo differente
per poter osservare il mondo, e soprattutto giudicare con più obiettività e in
maniera differente quanto gli viene insegnato.
È in queste parti, in queste pagine che mi rendo conto che il
protagonista è solo un ragazzo, ad inizio libro un bambino, dopo un
adolescente… è un giovane che sta crescendo.
Un giovane per cui sbagliare è normale. I suoi errori, le sue
paure equivalgono a conoscersi e a conoscere il mondo; al tempo stesso lo fanno
crescere portandolo a diventare un uomo. A crescere lo aiutano anche gli
insegnamenti di Demian e di sua madre, ma più di ogni altra cosa fanno in modo
che Sinclair inizi a pensare con la propria testa, facendogli comprendere che
ci sono visioni differenti del mondo, dei racconti, della religione oltre a
quelle standardizzate; alla fine non è tutto o bianco o nero, ma ha centinaia di
sfumature colorate; un mondo che Emil impara a comprendere, impara a muovercisi
attraverso i suoi errori, attraverso quei balzi che compie in quella parte
oscura che tanto teme, ma che giorno dopo giorno lo porta anche a fargli
assumere le responsabilità delle proprie azioni.
È un libro che consiglio; Hesse è un vero maestro, alcune sue
opere sono vera poesia, Demian è tutto questo una miscela di filosofia, cultura
orientale e psicanalisi, ma è anche la storia di un ragazzo e di come cresce e
impara ad affrontare un mondo che a volte può essere buono e altre invece
spaventare chi ci vive.
L’ho adorato, anche se bisogna ammetterlo non è una lettura
facile; la prima volta che lo presi in mano fu per curiosità, perché attirata
da una frase che una ragazza aveva usato come citazione per una sua storia;
all’epoca mi piacque, ma non colsi molti dei significati nascosti fra le sue
pagine. Al contrario con questa seconda rilettura mi si è aperto un mondo, ho
visto con occhio differente sia il protagonista del libro, sia lo scrittore e i
suoi tormenti. Non so, ma ho come l’impressione che in questo racconto ci sia
molto del suo autore, molti dei suoi tormenti e delle sue paure che hanno
perseguitato Hesse per tutta la sua vita.
È stata una lettura che mi ha lasciato particolarmente
soddisfatta e che mi ha dato veramente molto, mi ha fatto riflettere e pensare.
Un libro veramente stupendo.
L'amore non bisogna implorarlo
e nemmeno esigerlo.
L'amore deve avere il coraggio di attingere la certezza in se stesso.
Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.
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