Il castello
errante di Howl
di Diana Wynne Jones
«Credo che le anime dei bambini siano gli eredi della
memoria storica delle generazioni precedenti.»
Hayao Miyazaki
Mi scuso con i lettori del blog, ma sono stati mesi un pochino pieni e non ho avuto modo di mettermi a pc e scrivere delle recensioni, ammetto anche di aver affrontato delle letture difficili. Non difficili perché impegnativi, ma più che altro perché i libri non mi hanno lasciato nulla. Non gli trovavo pregi, consideravo la storia scialba, ma non ero nemmeno abbastanza arrabbiata per poter scrivere una recensione negativa. Di solito quando un libro mi delude, finisco per infuriarmi, vorrei tirarlo contro qualcuno, o contro chi lo ha scritto, ma a volte sono quelli che attendo con impazienza, quelli che mi incuriosiscono tantissimo. In questo caso, le letture che mi hanno deluso sono libri prestatemi o consigliatemi, quando ero in carenza di lettura o non sapevo cosa leggere. Sono giunta alla conclusione che devo smettere di chiedere consigli, perché i gusti dei lettori sono differenti e solitamente quello che piace a tutti, io non riesco a leggerlo. Non voglio fare assolutamente l’alternativa, quella che snobba i libri considerati un capolavoro da tutti, tanto da portare a leggerli anche chi a stento legge la guida TV. Mi piace pensare con la mia testa, e decidere da sola se un libro mi piace o meno, non mi permetterei mai di dire se è scritto male o no; non è nelle mie capacità, però posso affermare se mi ha appassionato o meno, se la trama la considero assurda o meno, inconcludente e via dicendo.
Comunque tutto
questo papiro di presentazione per dire semplicemente che in questi mesi ho
affrontato solo letture per me mediocri, che non mi hanno entusiasmata, e non
mi hanno spinto né ad arrabbiarmi, né tanto meno a recensire i libri in
questione. Non so mai cosa dire quando il libro è mediocre.
Fortunatamente
in questo caso non ho affrontato una lettura mediocre, tutt’altro. Ma in questi
mesi, sì perché non è proprio una lettura dell’ultimo momento, affrontare il
foglio bianco per recensire questo libro è stato difficile. Dal titolo, credo
che chiunque sappia che da questo racconto sia stato preso il film di Hayao Miyazaki.
E sono del parere che quasi tutti coloro che hanno visto Il castello errante di
Howl se ne siano innamorati, per i disegni, per la musica, per le ambientazioni
e anche per la storia. Quel film di animazione è un connubio di personaggi,
disegni e ambientazioni spettacolari, ma soprattutto che ti trascinano all’interno
della pellicola, in quella strana dolcezza e malinconia che solo il maestro
Miyazaki è in grado di creare nelle sue opere.
Ovviamente non
starò qui a parlare del tratto del film, di quanto io adori le opere che escono
dalla studio Ghibli, perché non riuscirei a essere imparziale, tutt’altro.
Dunque, questa che vi proporrò non sarà una vera e propria recensione, ma
piuttosto un paragone fra il film e il libro.
Premetto che ho
amato alla follia il film, il primo che ho visto del maestro Miyazaki, e che al
tempo ero totalmente all’oscuro che vi fosse un libro con la stessa storia.
Come ho scritto
sopra “Il Castello errante di Howl” è uno dei primi film, se non il primo di
Miyazaki a cui mi sono accostata e che ammetto, mi aveva lasciato incantata.
Adoro i suoi
disegni, le ambientazioni dei suoi film, ma più di ogni altra cosa quelle
sensazioni che trasmette. Ogni suo lavoro è un mix fra un favola bellissima e
malinconica e un sogno dai colori pastello. A contornare la storia poi ci sono
le musiche di sottofondo, che riescono a far vibrare l’anima di chi è davanti
allo schermo.
La prima volta
che ho visto il film, l’ho ritenuto un autentico capolavoro fra i film di
animazione, sarà il mio animo romantico, o la passione per le fiabe, non so
spiegarlo bene. Lasciato passare un po’ di tempo ho deciso di rivederlo, giusto
per averne un’idea chiara: l’esaltazione della prima visione che mi aveva
lasciato sensazioni stupende, diciamo che non era adatta per dargli un giudizio
chiaro e soprattutto imparziale. E così eccomi lì, seduta sul divano, e il dvd
che parte. Conoscendo la storia, mi sono potuta soffermare bene sulla trama e
ahimè, mi sono resa conto di alcuni vuoti nella trama e nei personaggi. Punti
che lasciano un sacco di domande in sospeso, che non entrano nei dettagli e
questo mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Non perché d’improvviso lo
abbia ritenuto brutto, ma perché quello che consideravo e considero tutt’ora un
capolavoro ha delle pecche. E questi piccoli vuoti mi hanno fatto rimuginare a
lungo, mentre nella mia testa mi ponevo tante di quelle domande, ma come è
possibile, ma perché, e via dicendo. Ho rimuginato per giorni su alcuni punti, fino
a quando in una bella domenica di questa estate, passeggiando per la
Feltrinelli a Roma, e perdendomi nei suoi fantastici tre pani, ecco che nel
reparto per ragazzi mi trovo davanti tutta la trilogia, e chi sono io per
lasciarla lì? Teoricamente non avrei dovuto comprarli, avevo troppe cose sul
comodino da leggere, però mi chiamavano, mi sussurravano “prendici, prendici” e
alla fine la già mia poca forza di volontà ha ceduto alla loro vocina.
E così, in maniera totalmente inaspettata, è iniziata la mia avventura con questo libro e questa autrici di cui non conoscevo assolutamente nulla. Sono sincera, ho avuto delle difficoltà a immaginare i personaggi in maniera differente rispetto a quelli del film, ammetto di non averci nemmeno provato, sin dalle prime battute, dalle prime descrizioni, avevo davanti i paesaggi e gli sfondi creati da Miyazaki e questo non so se è stato un bene o un male, ma di sicuro mi ha immerso ulteriormente nella lettura. Vale lo stesso per i personaggi, quelli che già conoscevo erano identici a quelli della pellicola di animazione, quelli che invece non conoscevo, nella mia mente hanno preso forma con lo stesso stile, lo stesso tratto che adoro.
E da qui ecco
che inizio a parlarvi del libro, ma soprattutto delle differenze che ci sono
con il film di Miyazaki, o meglio, non ci sono differenze, la pellicola segue
abbastanza la trama, solo che per motivi di lunghezza e credo anche per
semplificare il lavoro degli illustratori hanno tolto alcune parti e diversi
personaggi che rendono la storia del libro molto più articolata e complessa
rispetto a quella del film.
Innanzitutto nel
libro l’autrice con il suo stile pulito e scorrevole descrive il mondo in cui è
ambientata la storia in maniera molto accattivante, e al tempo stesso fornisce
spiegazioni complete su quanto accade. Sin dall’inizio si capisce come mai la
Strega delle terre Desolate trasforma Sophie in una vecchietta.
Altro punto è la
storia di Sophie, o meglio quello che si potrebbe definire il suo background,
non è solo una ragazzina che lavora in un negozio di cappelli, è una ragazza,
la maggiore di tre sorelle che pensa di essere bloccata per il resto della vita
nel negozio che un giorno gestirà. Al contrario delle sorelle a cui è permesso
di scegliere, o meglio di lasciare la loro casa, per avere un futuro tutto
loro. Questo punto è fondamentale all’interno del libro, anche perché anche se
separate il destino delle tre sorelle è strettamente legato.
Anche Howl nel
libro è molto ben caratterizzato, ha le stesse sfaccettature che si intravedono
nel film: vanitoso, capriccioso, indolente, e anche donnaiolo, ma al tempo
stesso si avverte fra le righe la sua paura della maledizione che incombe su di
lui, si scopre da dove viene, una parte del suo passato e anche l’affetto che
si da subito prova per Sophie. È un personaggio decisamente complesso, anche se
il libro è per ragazzi, credo che sia la prima volta che leggo di un
personaggio tanto articolato, non è cattivo Howl, ma di certo non lo si può
considerare il buono per eccellenza. Il suo aspetto è quello del principe della
favole, eppure il suo carattere non collima proprio con i protagonisti senza
macchia a cui si è abituati nell’immaginario.
Per molti capitolo della storia, sin dalla sua prima apparizione nel libro fa pensare a un bambino intento a cercare di ottenere tutto quello che desidera. Un ragazzo capriccioso, punto in comune anche con l’Howl del film. Nel libro al contrario è ancora più complesso, ci sono quei suoi lati viziati, vanitosi e infantili, ma al tempo stesso è anche maturo, pronto a fare tutto quello che può per le persone a cui tiene.
Il libro mi ha
fatto innamorare, mi è piaciuto, come ho apprezzato lo stile di scrittura dell’autrice,
il suo modo di descrivere ambientazioni e personaggi. Mi ha trascinato
letteralmente nel mondo in cui è ambientata la storia, mi muovevo fra le vie
della cittadine dove si spostavano i personaggi, e nella grande distesa dove si
muoveva il castello di Howl, anche all’interno di questo, con la sua strana
porta che si apriva magicamente su luoghi differenti, mondi differenti.
È veramente un libro complesso, ma al tempo stesso che fa sognare, portando il lettore in un mondo dagli splendidi colori, dove realtà e magia si mescolano in maniera fantastica.
È un libro che
consiglierei a tutti, adulti e bambini, ai piccoli perché adatto a loro,
essendo una splendida favola, una dolce storie d’amore, ma anche un monito a
non avere paura, a essere fedeli a quanto si promette e alle persone care. Agli
adulti, perché è un libro in grado di far sognare, di attivare nuovamente l’immaginazione
e la fantasia.
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