Trama:
Billy Graves, John Pavlicek, Jimmy Sheridan, Yasmeen Assaf-Doyle e Redman Brown sono i superstiti dei Wild Geese. Erano sette un tempo, ma due si sono persi per strada, il primo definitivamente dopo aver fumato per una vita tre pacchetti di sigarette al giorno, il secondo sperduto in qualche angolo dell’Arizona a godersi la meritata pensione. Intorno alla metà degli anni Novanta erano la squadra di detective più affiatata dell’East Bronx. Si facevano valere in uno dei quartieri peggiori di New York perché si consideravano una famiglia, capace di includere tra le sue fila proprietari di cantine, bar, saloni da barbiere, qualche vecchio spacciatore di marjuana, qualche ristoratore con sala da gioco clandestina dove giocare a dadi e bere gratis. Poi non accettavano danaro, ed erano implacabili coi malviventi d’ogni risma. Una squadra magnifica, insomma, ma con un cruccio indelebile: non aver incastrato le loro personali «Balene bianche», i criminali che avevano commesso delitti efferati sotto i loro occhi e l’avevano fatta franca. Dei cinque superstiti Billy Graves è il cucciolo del gruppo, quello ancora in servizio nella Squadra notturna del Dipartimento di polizia di New York, un manipolo di detective incaricato di sorvegliare di notte le aree più pericolose di Manhattan, da Washington Heights a Wall Street. Un incarico non proprio esaltante, ma passabile dopo anni trascorsi all’Unità per le identificazioni, in punizione per aver ferito accidentalmente un bambino ispanico di dieci anni nel Bronx. Billy Graves e la sua squadra si recano un giorno alla Penn Station, chiamati per il ritrovamento di un cadavere. Nel sudicio porticato della stazione, una lunga scia di sangue li conduce al corpo inerte di un uomo sulla trentina, occhi azzurri spalancati e pieni di paura, le sopracciglia sottili e arcuate, la pelle bianco latte, i capelli corvini e i tratti femminei. Billy Graves riconosce subito nella vittima Jeffrey Bannion, la «Balena bianca» cui Pavlicek ha dato ininterrottamente e vanamente la caccia, l’efferato assassino di un dodicenne trovato sotto un materasso macchiato di sperma. Quando anche nei giorni seguenti altre due «Balene bianche» vengono assassinate in circostanze misteriose, Billy capisce che c’è un’unica cosa da fare: riunire John Pavlicek, Jimmy Sheridan, Yasmeen Assaf-Doyle e Redman Brown, i Wild Geese al completo, e cercare di capire chi abbia deciso di farsi giustizia da solo.
A essere sincera,
quando l’ho ordinato mi aspettavo tutt’altro, soprattutto a livello di trama e
invece mi sono imbattuta in un noir psicologico, decisamente introspettivo dove
l’autore descrive emozioni e sensazioni dei vari personaggi, si intrufola nella
loro mente, nella loro psicologia. Parla di loro, della loro vita, del loro
essere poliziotti. Eppure quando si pensa a un libro con protagonisti dei
poliziotti vengono in mente dei super eroi, uomini pronti buoni pronti a dare
la vita per il loro lavoro. Non è questo il libro, i protagonisti non sono
buoni, non hanno una vita perfetta: tutt’altro, in questo libro l’autore parla
del loro lato oscuro, o molto più semplicemente la loro umanità, il loro essere
deboli perché esseri umani. Descrive quella parte di un uomo che in molti
tengono nascosta, relegandola in un anfratto della loro mente, del loro animo;
quel lato di cui ognuno di noi si vergogna e che cerca di non far emergere in
nessun modo.
Parla di come
ogni persona, che sia un poliziotto, un’infermiera, una giornalista abbia i
suoi segreti, un lato nascosto, una rabbia che potrebbe spingerlo a commettere
azioni ai limiti della legalità.
Perché lo fanno?
Bella domanda, i motivi sono svariati: per vendetta, per incoscienza, per vendicare
vittime i cui assassini sono scampati alla giustizia. Commettono errori,
seguono l’istinto senza soffermarsi a dare retta alla ragione, a volte però sia
la ragione che l’istinto vanno di pari passo, la pensano allo stesso modo,
bramano giustizia per i loro cari o per quelle vittime che non l’hanno avuta,
continuando a invocarla dall’al di là. Allo stesso tempo convivono ogni giorno
con l’inadeguatezza, con il rimorso di non essere stati all’altezza, il rimorso
per le proprie azioni, e anche il senso di colpa per aver tradito gli amici, gli
ideali e le persone amate.
Balene Bianche
parla di tutto questo e di molto altro ancora, è un libro complesso che immerge
il lettore in un mondo oscuro, pieno di ombre sia nelle strade di New York che
nella mente dei personaggi.

Mi sono sentita
molto in sintonia con questo libro, mi ha catturato dalla prima pagina, sarà
che la storia inizia in una fredda notte di San Patrizio, il giorno del mio
compleanno xD, ma non è solo quello che mi ha attratto. Quello che mi ha
lasciato stupita è l’introspezione, la profondità con cui l’autore descrive i
personaggi, i protagonisti. I poliziotti di cui parla, che non sono super
uomini pronti a salvare il mondo, ma uomini normali con pregi e difetti, che al
tempo stesso cercano di svolgere al meglio il loro compito. Con l’andare avanti
della storia si comprende la loro complessità, costantemente in bilico fra bene
e male, fra quello che è giusto e quello che non lo è; eppure al tempo stesso
sono leali fra loro, tanto che li lega un profondo legame di amicizia e
fiducia. Cosa accade però se questo legame in un qualche modo viene reciso? Non
per cattiveria, ma perché dopo tanto tempo, troppo in cui le loro Balene
Bianche sono libere, li sbeffeggiano, loro hanno bisogno di punirle, e così la
vendetta sovrasta ogni cosa, persino il buon senso, persino l’amicizia. Alla
fine ogni azione, ogni scelta porta le persone ad affrontarne le conseguenze di
quanto hanno fatto, che esse siano positive o negative. E coloro che rimangono
dei Wilde Geese, questo gruppo di poliziotti, alla fine sono costretti a farlo.
Decidere se la vendetta è più importante dell’amicizia. Se la morte di un
assassino, di uno stupratore è più importante di un legame profondo che va
avanti da vent’anni.
Per quanto io
possa parlare dei personaggi di questo libro, di come sono caratterizzati e
descritti, lodando il lavoro fatto dall’autore, non posso fare a meno di
inserire un altro tocco geniale di questo libro, due protagonisti, se così si
possono definire, che rendono la lettura geniale: una è la città di New York,
le sue strade, i palazzi delle zone malfamate, quei quartieri di cui si conosce
solamente il nome, ma che nessuno descrive mai. E poi c’è la notte, sì perché
il protagonista della storia appartiene alla squadra notturna della polizia e
molte scene del libro sono di notte. Notti gelide di metà marzo, dove le ombre
nascondono la povertà e il degrado di alcune zone; dove le tenebre accendono la
follia negli uomini portandoli a commettere ogni tipo di azione.

Mi manca il filo
conduttore che lega la trama del libro, due storie differenti che alla fine si
riuniscono in una sola.
Un libro
meraviglioso, che mi ha conquistata e che consiglio vivamente di leggere,
mentre io andrò alla ricerca di altri di questo autore.
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