Oggi sono qui per recensire un altro libro della collana
Talent di Centauria: Lezioni di seduzione, di Chiara Venturelli.
Iscriversi al corso di teatro è stato un errore. Ma vedersi
assegnare il ruolo di Catherine, la protagonista, è una vera catastrofe per
Elizabeth. Soprattutto perché la «star» maschile è Jack: bello, brillante,
popolare. Tutto il contrario di lei, insomma, e come se non bastasse un vero
stronzo. Tra i due volano subito le scintille, e la commedia romantica Lezioni
di seduzione sembra un disastro annunciato.
Quando ci si mette di mezzo la magia del palcoscenico, però, chi può dire cosa succederà? Pian piano, mentre la dolce e maliziosa Catherine conquista il suo William, le cose tra Elizabeth e Jack cominciano a cambiare, la finzione e la realtà si intrecciano. Complici una visita in famiglia a dir poco pericolosa, un’amica determinata, un ex fidanzato insistente e almeno due scomodi triangoli sentimentali, i colpi di scena sul palco e fuori si susseguono in un crescendo di equivoci. Che porteranno l’eroe e l’eroina a interrogarsi sui propri veri sentimenti, fino alla sera di una prima all’insegna dell’«improvvisazione»…
Un romanzo dolce, trascinante e divertente che mette in scena, è il caso di dirlo, le domande più profonde di ogni relazione: chi siamo quando ci innamoriamo, e di chi ci innamoriamo veramente? Forse anche la passione è un palcoscenico, e gli uomini e le donne soltanto attori? E, soprattutto, cosa sarebbe un grande amore senza qualche colpo di scena?
Quando ci si mette di mezzo la magia del palcoscenico, però, chi può dire cosa succederà? Pian piano, mentre la dolce e maliziosa Catherine conquista il suo William, le cose tra Elizabeth e Jack cominciano a cambiare, la finzione e la realtà si intrecciano. Complici una visita in famiglia a dir poco pericolosa, un’amica determinata, un ex fidanzato insistente e almeno due scomodi triangoli sentimentali, i colpi di scena sul palco e fuori si susseguono in un crescendo di equivoci. Che porteranno l’eroe e l’eroina a interrogarsi sui propri veri sentimenti, fino alla sera di una prima all’insegna dell’«improvvisazione»…
Un romanzo dolce, trascinante e divertente che mette in scena, è il caso di dirlo, le domande più profonde di ogni relazione: chi siamo quando ci innamoriamo, e di chi ci innamoriamo veramente? Forse anche la passione è un palcoscenico, e gli uomini e le donne soltanto attori? E, soprattutto, cosa sarebbe un grande amore senza qualche colpo di scena?
Lezioni di seduzione è, come già detto, il libro d’esordio
di Chiara Venturelli. Pubblicato da Centauria, sulla collana Talent, come gli
altri arriva da EFP dove la Venturelli pubblicava, e pubblica tutt’ora, con lo
pseudonimo di fallsofarc.
Prima di iniziare a sproloquiare sul libro (lo faccio anche
io, non solo Yuko XD), vorrei fare delle premesse.
Ammetto di aver sempre saputo chi era fallsofarc. Come
autrice e lettrice di EFP in quello stesso fandom, era impossibile non aver mai
nemmeno letto il suo nome da qualche parte: le sue storie erano quelle con più
recensioni in assoluto, apparivano in tutte le classifiche ed erano tra le
scelte del sito. Più di una volta ammetto di essere stata curiosa di leggerne
una, per vedere se veramente meritava tutto quel successo, ma, ovviamente, per
pigrizia e per il fatto che erano tutte het, non l’ho mai fatto. Io su EFP
leggevo unicamente slash, perché volevo svagarmi con qualcosa di cui ero
appassionata e nient’altro.
Ho rimandato per anni, finché non vengo a sapere che proprio
Lezioni di seduzione era stato pubblicato da Centauria. Ho perso così
l’occasione di leggere la versione originale della storia, e di questo me ne
pento, e ora cerco di spiegare il perché.
Ho letto il libro in pochi giorni e tutto sommato la storia
mi è piaciuta: la trama è lineare, forse un po’ scontata a volte, ma comunque
piacevole da leggere. Quello che però ho notato è che è come se mi mancasse
qualcosa. Non è facile da spiegare, non so nemmeno io cosa c’è che non va, ma
molte volte sono rimasta basita per come si evolvevano le cose durante tutto il
romanzo, perché era come se mancassero dei pezzi, non so se mi sono spiegata.
Come dicevo, la trama è molto lineare e anche abbastanza verosimile: l’intero romanzo si svolge nell’arco di qualche mese, quindi ci sta che due persone pressoché sconosciute arrivino ad innamorarsi. Solo che, secondo me, andava approfondita di più la prima parte, che è stata come tirata via. All’inizio Liz odia Jack per come gli aveva risposto la prima volta che si erano rivolti la parola. Da quanto ho capito, Jack non odiava propriamente Liz, ma non l’aveva mai presa più di tanto in considerazione. Si sono ritrovati a dover recitare insieme, nel ruolo di protagonisti di una rappresentazione teatrale. Jack credo che abbia deciso di impegnarsi seriamente nella rappresentazione e nelle prove private che hanno fatto loro due da soli solo perché vuole studiare recitazione, quindi per lui quel corso era molto importante e voleva fare bella figura. All’inizio Liz era molto impacciata e timida, e per metà libro ho pensato che questo fosse dovuto al fatto che non aveva mai avuto un ragazzo e che quindi fosse vergine. Mi rispecchiavo molto in lei, in quei comportamenti, nella paura di mostrarsi agli altri, e credevo di averla inquadrata. Poi, quasi di punto in bianco, la svolta. Improvvisamente lei vuole Jack (e ci può stare, d’altronde è un bel ragazzo, chi non lo vorrebbe?) e, magicamente, anche Jack vuole lei. Credo che il problema di questa svolta sia nel fatto che di Jack sappiamo sempre troppo poco: la storia è interamente scritta in prima persona, dal punto di vista di Elizabeth. Non conosciamo mai Jack del tutto, lui non si sbottona per nulla con la protagonista, quindi rimane un po’ strano quando lui inizia a preoccuparsi delle sue reazioni e a interessarsi a lei. Capisco benissimo che Liz rimanga confusa di questo, che crede che lui stia recitando nella realtà il ruolo di William, protagonista della rappresentazione teatrale.
Però, se posso giustificare che non si capisce il
comportamento di Jack, ho qualche dubbio su Elizabeth. Come dicevo, la storia è
narrata in prima persona da Liz stessa, quindi a me è parso strano non capire i
suoi sentimenti man mano che si sviluppavano nella storia. Per quanto non
volesse ammettere al mondo che a lei Jack piaceva, almeno con se stessa avrebbe
dovuto farlo e, quindi, con il lettore. Forse si poteva risolvere la cosa
aggiungendo qualche scena in più di quando loro provavano in camera, da soli,
qualche situazione particolare che li facesse andare uno tra le braccia dell’altra.
Personalmente avrei approfondito un po’ di più quella prima parte, per rendere
più graduale l’evolversi del loro rapporto.
Proprio a causa di quanto ho appena detto mi sono pentita di
non aver letto la versione di EFP. Avrei voluto fare un confronto, capire se
questa sensazione può essere dovuta a dei tagli fatti per la versione cartacea
oppure se questa parte è nata così già dall’inizio. È veramente un peccato
sentire queste mancanze, perché comunque, come dicevo la trama è buona e anche
la struttura dell’intera storia.
Parlando degli altri personaggi, mi è dispiaciuto per
Daniel, friendzonato dall’inizio alla fine. E il bello è che Liz non ha mai
avuto intenzione di tornare con lui, da quando si sono rivisti. Scemo lui che
l’ha mollata due anni prima, lasciatemelo dire. Quello che mi dispiace è che
alla fine non solo riceve un due di picche, ma non ha trovato nemmeno
qualcun’altra con cui consolarsi :/
Quello che invece che non capisco è il personaggio di Rick.
Inizialmente pensavo fosse il rivale di Jack, credevo che la scelta finale di
Elizabeth dovesse ricadere tra loro due. Invece questo ruolo poi è passato a
Daniel, quindi Rick è diventato unicamente una comparsa, da coprotagonista che
era. E pensare che a me Rick piaceva pure e forse lo preferivo a Jack per Liz
(anche se erano troppo in sintonia, sarebbe stato poi noioso XD).
Per concludere, penso che Liz e Jack, comunque, siano
sfigati. Prima litigano di continuo, per incomprensioni che si è creata lei
nella sua testa. Poi, quando finalmente capiscono che devono parlarsi per stare
insieme, ecco che arriva il trasferimento. Non gliene va bene una. Comunque
dai, Liz può finire il college e pensare di andare a farsi una lunga vacanza a
Londra, no? Mica c’è scritto da nessuna parte che deve continuare a vivere
negli Stati Uniti.
Non ho capito perché c’è quella specie di finale aperto. Non
credo che l’autrice sia intenzionata a farne un seguito, quindi perché lasciare
in sospeso il lettore su quello che stava per succedere ad Elizabeth? Di chi
era quella telefonata? Daniel? E perché Liz si è incupita tanto?
Passando all’editing vero e proprio della storia, dovrei
tirare le orecchie a Centauria. Ho iniziato a leggere e ho subito notato che la
punteggiatura era lasciata totalmente libera. Mi spiego meglio: l’editor
probabilmente ha pensato di lasciare la punteggiatura così com’era, in base a
quanto scritto dall’autrice, senza correggere, però, quelli che sono errori
veri e propri. È vero che le virgole, nella lingua italiana, non hanno tante
regole, vanno molto a sentimento di chi scrive, però alcune ci sono e non sono
state corrette. Nella maggior parte dei casi il complemento di vocazione è
totalmente dimenticato, così come la virgola prima del “ma”. Se quest’ultima in
alcuni casi si può omettere, quelle il complemento di vocazione ha regole ben
precise e, se uno leggesse le frasi ad alta voce, se ne renderebbe conto da
solo. Inoltre, secondo me la presentazione stessa del libro, che sono i primi
capitoli, non è stata abbastanza curata. Gli unici due refusi dovuti ad errori
di battitura sono nei primi due capitoli. Non me li sono segnati (mi ricordo un
“aveano” invece di “avevano”, ma l’altro mi sfugge al momento), ma
personalmente io credo che i primi capitoli di un libro siano un po’ come un
biglietto da visita e se dopo due capitoli hai già trovato due errori di
battitura inizi a chiederti chi è l’editor.
Tirando le somme, come opera d’esordio non è male, ma spero che nel prossimo libro, che so che è in stesura, si sentano meno eventuali tagli di una versione precedente. Comunque apprezzo molto il ringiovanimento dell’intera storia: anche se non ho letto la versione originale, ho visto molti riferimenti a un mondo sicuramente più attuale rispetto all’epoca della prima stesura (si parla del 2010 se non sbaglio, forse prima). Termini come friendzone non erano molto in voga all’epoca e anche i social network erano meno usati (qui invece si fa riferimento pure ad essi).
Consiglio la lettura di questo libro a chi ama le storie
d’amore adolescenziale, a chi vuole conoscere Liz e Jack, Rick, Daniel e tutti
gli altri.
P. S. Da slasher, ammetto che io shippavo Jack con Rick XD
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