Nuova
uscita Triskell Rainbow, nuova recensione, e stavolta l’ho presa in carico io
(e infatti arriva tardi, perché il libro in questione è già uscito XD). Sto
parlando di Sogno di una notte, di Nykyo.
Trama:
Il’ya
è un giovane fotografo sportivo freelance con un amore spiccatissimo per
l’hockey e il balletto e un’antipatia viscerale per il pattinaggio artistico
sul ghiaccio. In apparenza cinico, sarcastico e con una propensione per gli
uomini dal fisico massiccio e molto mascolino, durante una serata in discoteca
Il’ya si ritrova suo malgrado stregato da un misterioso ragazzo androgino che
sembra un folletto. Puck, come Il’ya finirà per ribattezzarlo, lo trascinerà
dritto dentro un “sogno” da cui alla fine della notte Il’ya avrà ben poca
voglia di svegliarsi. Ma sarà vero che gli incantesimi delle fate svaniscono
sempre all’alba?
Allora,
sono molto combattuta su cosa scrivere in questa recensione. Da una parte, devo
congratularmi con l’autrice perché scrive benissimo, senza alcun errore
grammaticale, né di punteggiatura. Non posso sicuramente lamentarmi della
correzione, a parte un paio di refusi che però, appunto, sono unicamente dei
refusi. Uno subito nella seconda riga del primo capitolo, che mi ha fatto
pensare “iniziamo bene” per poi ricredermi. L’altro errore, invece, non so
nemmeno se definirlo un refuso. Cito la frase, così che si capisca cosa
intendo:
Quando arriva il suo turno, non mi perito minimamente di nascondere che
gli sto guardando di nuovo il culo.
Il
senso della frase l’ho capito, ma non ho ben chiaro quale parola volesse
utilizzare l’autrice al posto di perito
che, ovviamente, non è corretta.
Ma,
a parte questi piccolissimi errori, il libro è scritto veramente bene, almeno
dal lato grammaticale.
Passando
a parlare della trama, diciamo che io l’avrei strutturata in maniera
leggermente diversa. Quando ho letto la trama del libro, ho subito pensato “Il’ya
odia il pattinaggio artistico, quindi si innamorerà di un pattinatore”. Non si
può considerare spoiler una cosa del genere, perché è palese, leggendo la
trama.
Ma non
è nemmeno la casa editrice che ha deciso di fare uno spoiler con quelle poche
righe, perché all’interno dello stesso romanzo viene detto che Il’ya odia il
pattinaggio artistico in un momento che non sembrava c’entrare nulla, e che ti
fa capire subito che il ragazzino che incontra, e che lui chiamerà Puck per
quasi tutto il libro, è in realtà un pattinatore artistico. Io questa cosa l’avrei
celata, girata in modo che venisse fuori solo dopo, per creare un po’ d’attesa.
Così, invece, le carte sono state svelate subito, ritrovandosi a leggere
quindici capitoli di un libro dal finale più che scontato.
Altra cosa che mi ha lasciato perplessa è che la prima metà del libro è erotica: nei primi tre/quattro capitoli c’è Il’ya che vede Puck e si immagina di scoparselo. I capitoli successivi troviamo poi Il’ya che si è portato a casa Puck e se lo scopa. Finalmente, attorno a metà libro, inizia la parte non erotica, che ci accompagnerà fino alla fine. Una parte erotica iniziale di questo tipo io la accetterei con una storia più lunga, non una trama che copre sì e no ventiquattr’ore, perché sembra proprio di leggere due libri di diverso genere, che messi insieme creano una storia unica. Anzi, forse più che una storia creano una buona base per una storia più lunga. Perché il libro finisce sul più bello, nel momento in cui Il’ya e Puck mettono in chiaro su cosa succederà tra loro in futuro (cerco di non spoilerare troppo, non scriverò nemmeno il vero nome di Puck), e io credo che avrei iniziato l’intero romanzo proprio da lì.
Secondo
me l’autrice ha voluto inserire troppe cose in questo libro, tutte le sue
passioni: dal pattinaggio artistico, passa al cinema, al balletto, alla letteratura.
Inserisce citazioni e descrizioni che mostrano che ne sa di tutti questi
argomenti, e così facendo è come se allungasse il brodo, riuscendo a coprire
più di centosettanta pagine di libro descrivendo un’unica giornata di Il’ya.
In questo
modo abbiamo conosciuto Il’ya, nulla da obiettare, ma forse è un po’ assurdo
che riesca a pensare a tutta la sua vita per tre capitoli interi, nel tempo di
un’esibizione di pattinaggio della durata di circa tre minuti (potrebbero
essere di più, non è specificato, ma da quanto Il’ya ha pensato poteva essere
benissimo passata mezz’ora, se non di più).
La quantità
di cose descritte nel libro dovevano essere distribuite in un periodo di tempo
più lungo, scoperte poco per volta, non tutte assembrate in così poco tempo. Sono
arrivata al punto di voler dire basta, di chiedermi quando si andava avanti,
perché dopo un po’ uno si stufa di leggere pensieri di un personaggio, racconti
sul suo passato, magari ripetuti più volte per mostrare sfaccettature diverse
della sua vita.
Ringrazio
che l’epilogo era dal punto di vista di Puck, così finalmente ci siamo liberati
dalle pare mentali di Il’ya per conoscere un po’ meglio il pattinatore, che
sicuramente si fa meno problemi dell’altro XD
Comunque
credo che il libro avrà un discreto successo, spinto soprattutto dalla mania
per il pattinaggio artistico scatenata da Yuri on Ice.
Do
un tre e mezzo di incoraggiamento, soprattutto per la correttezza sintattica e
grammaticale del libro.
Peritarsi significa esitare di fare qualcosa o farsi scrupolo. Un po' letterario, forse, ma accettabile.
RispondiEliminaGrazie. Ho provato a cercare se la parola "perito" avesse altri significati, oltre a quelli che già conoscevo, ma non avevo trovato nulla. Buono a sapersi, non l'avevo mai sentito.
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