Fiabe: sono veramente per bambini?






Sono settimane che provo a scrivere questo articolo, prima di voler buttare giù qualche riga ero intenzionata a fare delle ricerche molto approfondite e comprarmi dei libri che mi interessavano e mi avrebbero aiutato molto. Speravo di trovare qualcosa quando sono salita a Torino per il Salone del Libro: mi sono resa conto che cercare qualcosa in particolare era quasi impossibile. O meglio, forse per me lo era; non sono abituata a tanta gente, tante persone, un caos immenso. Ho trovato il Salone stupendo, eppure mi sono resa conto che per comprare è meglio una libreria e la sua tranquillità. Il salone è un evento imperdibile per le nuove uscite, l’incontro con gli autori e le conferenze che ci sono; è imperdibile per conoscere gente e anche solo chiacchierare della giornata con gli sconosciuti tornando a casa in treno. Insomma è un grande salotto letterario dove bisogna recarsi almeno una volta nella vita, come alla Mecca xD.
Allora mi sono detta: prendo i libri in libreria, ma ho dovuto rimandare anche questa volta, spese improvvise, la macchina che fa i capricci e con tanta disperazione ho fatto passare un altro mese. Alla fine, consapevole che la voglia di scrivere questo articolo era tanta, mi gironzolava in testa da tempo, troppo tempo, ho deciso di suddividere l’articolo in più post e cercare il maggior numero di informazioni in rete. Si trovano molte cose e al tempo stesso sono andata a frugare nella mia libreria dove ho riesumato vecchi libri e qualche saggio. Ora vi potrete accertare se sono riuscita a tirare fuori qualcosa di decente e soprattutto che non abbia scritto troppe cretinate.
Con diversi testi più approfonditi, dove studiare e prendere informazioni, sarebbe stato molto meglio, forse più approfondito, ma proverò anche in questo modo.

Innanzitutto mi sembra doveroso fare una piccola lezione, a pensarci bene credo che tutto l’articolo in questione sembrerà più che un’allegra chiacchierata una lezione d'italiano, spero di non risultare troppo pesante. Ma torniamo all'argomento che ci interessa; inizierò con il dire qual è la differenza che c’è fra un fiaba e una favola.
Lo so, non guardatemi con quell’aria sbalordita; c’è differenza, una bella differenza. Che poi, con il passare del tempo la maggior parte delle persone abbia dimenticato questa differenza, catalogando tutto in racconti per bambini, non sta a significare che questa sia svanita nel nulla.
La differenza è che le fiabe, almeno quelle originali, non si possono certo classificare come racconti per bambini.

La fiaba ha origini popolari, non racconta mai

fandonie, cose inventate, ma più che altro creano soluzioni fantastiche per risolvere determinati problemi. Le fiabe, poi, avendo origini popolari per secoli, si sono tramandate oralmente, non hanno mai un autore, se questo c’è è perché qualcuno le ha trascritte. Basti vedere le fiabe dei fratelli Grimm, che sono state trascritte e con il passare del tempo rielaborate per renderle accessibili a tutti, compresi i più piccoli.
In breve le fiabe sono racconti popolari fantastici con protagonisti uomini, donne e bambini, accostati anche a creature della credenza popolare: orchi, fate, troll e quant'altro.
Ci sono differenti correnti di pensiero su dove e quando sono nate le fiabe, dove hanno avuto origine. C’è chi pensa che, essendo racconti popolari, tramandate come insegnamenti, siano nati più o meno in tutto il mondo come una forma di cultura che accomuna tutti i popoli. Altri ancora sostengono che si siano sviluppate nella zona centrale dell’India dove sono nate le prime civiltà e in seguito, con il trascorrere degli anni, la stessa cultura sia stata appresa da altre popolazioni, adattandosi in seguito alle varie culture, epoche e modi di pensare. Difatti in tutto il mondo molte fiabe, pur arrivando da paesi differenti, hanno molti punti e personaggi in comune.
Anche le favole sono un elemento ricorrente in molti paesi, ma a differenza della fiaba queste hanno una morale, servono per insegnare qualcosa; ma delle favole vi parlerò più in là in un altro articolo.

Torniamo a quanto ho accennato sopra, ovvero che le fiabe, nella tradizione orale, non sono considerate per bambini. Ora, da quando io stessa ero una bambina, ma anche quando erano bambine mia madre e prima ancora mia nonna, tutti affermavano che le fiabe fossero racconti per i più piccoli.
Penso che ognuno di noi, chi più o chi meno, da piccolo abbia ricevuto un libro illustrato di fiabe, con le storie di Cappuccetto Rosso e della Bella addormentata nel bosco. E penso che la maggior parte delle persone sempre da bambini abbia avuto una fiaba preferita, quella che amava più d'ogni altra. La mia era Raperonzolo, mio padre me la raccontava ogni sera, alla fine l’aveva imparata a memoria e io con lui.
Tutt'ora, quando entro in libreria, ma anche ascoltando parlare in giro, se qualcuno parla di fiabe o di voler leggere qualcosa di inerente a loro il primo commento delle persone è questo: “Ma che fai, leggi quella roba, è per bambini!” Identico pensiero che hanno per i fumetti italiani e occidentali e anche per i manga. Se ci sono creature soprannaturali, fantastiche e immaginarie, come se ci sono dei disegni, automaticamente nella mente di molte, troppe persone, queste forme di letteratura e arte vengono catalogate come per bambini. Tutto questo, mi riferisco alle fiabe, è dovuto anche a un’epurazione che è stata fatta con il tempo, togliendo tutto quello che poteva risultare macabro, cruento e inudibile alle orecchie non solo dei più piccoli, ma anche di coloro che erano più sensibili. Uno degli esempi più classici e conosciuti sono le fiabe trascritte dai Fratelli Grimm. Le loro raccolte di racconti, con il passare degli anni, hanno subito una modifica talmente radicale, portando poi ai tempi moderni le versioni che conosciamo tutt'oggi. Versioni che poi sono state modificate ulteriormente, trasformandole in veri e propri racconti per bambini nel momento in cui è nata la Disney e i suoi cartoni animati.
Le fiabe dei fratelli Grimm sono state raccolte e pubblicate in un unico volume, per la prima volta nel 1812. In seguito queste sono state riprese in mano dai fratelli per ben sette volte, fino a giungere alla versione definitiva, quella che conosciamo noi tutti che è datata 1857. In quarantacinque anni, con il passare del tempo, hanno subito una sorta di censura, come se la verità fosse troppo macabra e dolorosa per poter essere ascoltata.
Nelle fiabe, nella loro versione originale, i protagonisti di solito sono giovani perseguitati, bambini maledetti o uomini malvagi che abusano in ogni modo del loro potere. Difatti, a pensarci un attimo, i protagonisti di questi sono in bilico fra il bene e il male, si potrebbero considerare dei personaggi borderline e le fiabe molto più dei racconti noir, che dei racconti di intrattenimento.
Molti personaggi, che poi con il tempo sono stati cambiati, trasformati in altro, erano nelle versioni originali cattivi. Pertanto erano racconti con persone vere in grado di comportarsi male, di commettere ogni tipo di atto malvagio, proprio come succede nella realtà.
Dunque, come mai le raccontavano? A cosa servivano le fiabe, questa tradizione orale portata avanti per secoli nella maggior parte delle culture di tutto il mondo? Le fiabe, affermano alcuni studiosi, servivano per descrivere e parlare della natura umana, per descriverla e spiegare non solo ai bambini, ma alle persone cosa una persona può arrivare a fare per malvagità, per follia e anche per rabbia.
Le versioni originali delle fiabe quindi sono molto più crude e dirette, meno descrittive nell’indorare la pillola. Mostrano quella parte oscura del lato umano, quella che tutti hanno, ma che cercano di tenere nascosta e che poi affiora all’improvviso nei momenti più inaspettati.
Come mai sono state modificate, trasformate, tanto da creare tutt’altro racconto: un racconto con un lieto fine, con persone malvagie che non sono mai quelle che ti sono vicine, ma piuttosto una strega cattiva, un lupo cattivo, una creatura oscura?
Probabilmente per evitare la realtà; se un tempo le fiabe nella tradizione orale servivano a descrivere l’animo umano, con il passare degli anni e poi dei secoli, sono divenuti racconti per distrarsi, per evadere la realtà e quindi, in una lettura leggera non può esserci una madre che maltratta i suoi bambini o una che in preda all’ira li uccide. Queste donne diventano quindi le matrigne, diventano creature oscure, streghe e tutto quello che di malvagio può creare la mente umana. Tutto quello che per un bambino è il male.
Con il tempo poi, con questi cambiamenti le fiabe vengono modificate più per essere lette dai bambini o ai bambini, e anche qui vengono portati ulteriori cambiamenti, per evitare che qualcuno di più sensibile potesse essere scioccato da quanto stava ascoltando/leggendo.

Gli anni passano, le fiabe e i libri dei vari trascrittori di queste, che man mano nell’immaginario popolare ne sono divenuti gli autori cambiano, fino a come ho accennato sopra l’avvento della Disney.

Il signor Walt Disney crea la sua azienda di animazione: fondato come studio cinematografico il 16 ottobre 1923 da Walter Disney e suo fratello Roy Oliver Disney col nome di Disney Brothers Cartoon Studio, nel 1986 prende il suo attuale nome, ovvero Walt Disney company. Ma a noi non interessa la Disney nei tempi moderni, non del tutto; forse ci arriveremo, ma per ora dobbiamo andare al passato, quando il signor Walt era ancora fra noi; era il 1937 e negli Stati Uniti uscì il primo film di animazione in cel animation. Ora non approfondirò come è stato girato Biancaneve e i sette nani, ma più che altro farò una piccola riflessione: da questo momento, dal momento in cui le fiabe sono arrivate al cinema, l’immaginario popolare, quello in cui un cartone è per bambini si è accentuato.

Forse non nel 1937 quando tutto questo era una novità, probabilmente molti più adulti che bambini sono andati a vedere Biancaneve al cinema, ma la storia era sempre quella di una fiaba e quindi, anno dopo anno, con i film a seguire oramai la Disney creava unicamente film per bambini. Quei film di animazione, quei cartoni animati che per molti non erano per adulti, sarebbe stato disdicevole guardarli.
E pian piano anche le fiabe sono cambiate, le principesse, come esigeva il tempo sono diventate creature fragili, bisognose di aiuto, e i principi cavalieri senza macchia e senza paura pronti a salvarle in ogni modo, per poi arrivare al fatidico happy ending e al vissero tutto felici e contenti e con il tempo ecco che le fiabe non erano più quei racconti popolari in cui si spiegava la natura umana, il lato oscuro delle persone, ma erano quei racconti che servivano a far addormentare i più piccoli.
Per lungo tempo è stato così, fino a quando, pian piano sono usciti saggi, ma anche versioni di quelle prime stesure dei libri di fiabe in cui si poteva leggere la versione originale.

In alcuni momenti tutta questa metamorfosi, questo cambiamento mi fa pensare a un lungo telefono senza fili attraverso il tempo e la cultura che cambia. Censure, cambiamenti, un taglio di frasi o avvenimenti perché potevano essere offensive o poco politically correct, ed ecco che tutto cambia, si stravolge e di simile rimane solo il titolo, o forse nemmeno quello.

Per chi fosse interessato a leggere alcune delle storie originali ci sono due libri interessanti, uno che ho sfogliato in libreria tempo fa e che prima o poi prenderò e l’altro che mi è stato regalato a marzo per il mio compleanno, qui sotto vi riporto i link nel caso foste interessati:






Commenti

  1. ....effettivamente, mi sono sempre chiesto come potessero essere rivolte a dei bambini, storie che nel loro contenuto presentano aspetti a dir poco truculenti, basti pensare a storie come Hans e Gretel, Barbablu o la stessa Biancaneve o altre...
    Tutti noi siamo stati allevati e "nutriti" con queste storie che finivano col giustificare le peggiori nefandezze con un lieto fine che doveva servire a tranquillizzare le coscienze di chi ascoltava queste storie horror, ma resta il fatto che si accettava la presenza dell' orco o della strega - quanto più malvagi possibile - solo per condurre a una catarsi liberatoria del finale.
    I tempi cambiano e cambiano anche i mass media ed il nostro modo di interagire con la realtà. I bambini di oggi sono abituati a orrori di altro genere, ma mi fanno sorridere le critiche che vengono mosse oggi a certi videogiochi "violenti" che sarebbero all' origine di tanti comportamenti disturbati....

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    1. Con i tempi moderni le fiabe le hanno molto addolcite, molte hanno cambiato il finale diventando a lieto fine, in molte altre hanno cambiato i personaggi, come ho scritto nell'articolo non erano le mamme a essere cattive, ma matrigne, orchi e creature che lo rappresentavano ma che era difficile umanizzare.
      Le fiabe non è che giustificavano delle nefandezze, più che altro descrivevano la natura umana, non tutte le persone sono buone, poi con il tempo queste persone all'interno dei racconti sono diventate quelle che in molti identificano come creature maligne: vedi le streghe, gli orchi.
      Adesso come adesso, a livello di letteratura, e con l'avvento della Disney queste storie sono cambiate, i personaggi sono tutti buoni e si arriva all'inevitabile lieto fine, a parer mio le hanno rovinate. Ma guardando da un altro punto di vista, con quanto accade, con quello che passano in TV, con videogiochi che sono violenti forse è meglio che abbiano anche questi cartoni con personaggi estremamente buoni e dove i malvagi vengono sconfitti.
      Dubito seriamente che sia colpa di un videogioco violento il problema di un comportamento disturbante, non sono una psicologa, ma credo che ci siano vari fattori per determinati comportamenti e non è solo un gioco per PS dove squarti mostri a turbare un bambino.

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