Chiacchiere in libertà #7: Le recensioni a modo mio!







Recensione: Esame critico, in forma di articolo più o meno esteso, di un’opera di recente pubblicazione.


Salve, ecco un nuovo articolo. No, non è vero, questo non è un vero e proprio articolo e non sarà nemmeno una lezione su come si scrive una recensione. Lo accennerò, forse, ma per il resto chiacchiererò soprattutto di come le imposto io le recensioni dei libri che leggo e del perché a volte faccio dei paragoni con libri simili o quelli della stessa saga. Non ho nulla da giustificarmi, però fra i tanti discorsi e articoli che ho scritto, mi sembrava giusto parlare anche un po’ di come sul blog impostiamo le recensione, o meglio come di solito le imposto io.
Ho pensato per diversi giorni se scrivere o meno questo articolo, ci ho veramente rimuginato tanto, ma avevo bisogno di scrivere e chiacchierare un po’. Non so se qualcuno arriverà alla fine, o se qualcuno risponderà o commenterà, non ho idea nemmeno se potrebbe essere utile, ma tant'è, ho un po’ di tempo e ho intenzione di scrivere.
Prima di tutto non dirò mai che come scrivo io una recensione sia meglio di altri, non ho questa presunzione, tutt’altro. Sono la prima a sapere che quanto scrivo ha delle pecche; sicuramente ce ne sono, nessuno è perfetto, tranne pochi scrittori e giornalisti che idolatro, ma io non sono fra quelli.
Però una delle prime cose che insegnano a scuola, soprattutto alle superiori, quando iniziano a darti montagne di libri da leggere e poi recensire è come si imposta una recensione: a grandi linee io mi baso su come le impostavo a scuola, su quanto mi avevano insegnato durante le lezioni di lettere. C’è un però; ora io non scrivo recensioni per la scuola, non sono obbligata a farlo, ma scrivo recensioni per un blog, pertanto, anche se in maniera molto distaccata, interagisco con dei lettori. Questi lettori leggono, spero, quanto scrivo e io questi lunghi articoli li penso come fossero un discorso; mi vedo davanti a un pubblico di schermi di pc e io davanti a loro che parlo e racconto della mia ultima lettura. Dietro quei pc ci sono delle persone, forse nello stesso momento, forse in momenti differenti, ma in ogni caso è educato far comprendere di stare interagendo con loro, dare un tocco di personalità a quanto si scrive. Se si lascia tutto distaccato, anonimo, per me non sarebbe più un divertimento, ma un compito da consegnare come quelli che facevo quando andavo a scuola.
Il blog, per chi lo segue, recensisce o meglio commenta per la maggior parte libri di ultima uscita o meno, e nei miei articoli, nei pezzi che scrivo cerco sempre di dividere la recensione in parti.
Ci sono le note importanti, titolo, prezzo, pagine, molti non li metto, ma riporto direttamente il link dove chi legge può trovare tutto e anche acquistare il libro se fosse interessato. Dopo aver messo tutto questo e la copertina del libro, ovviamente c’è la trama e subito dopo inizio con il commento vero e proprio. Ma dopo aver messo quelle che si possono considerare informazioni, mi piace interagire con i miei lettori, parlargli di come sono arrivata a una determinata lettura, potete vederlo in Call the midwife e le mie peripezie tra telefilm e la ricerca del titolo in italiano; poi ce n'è un’altra, di Deliver me, dove ho accennato come curiosità che nello stesso periodo mi fossero arrivati da due case editrici differenti due libri, non simili, ma entrambi incentrati sulla musica. Può essere stata una casualità, una decisione di case editrici che per essere sempre competitive pubblicano cose simili nello stesso periodo, non lo so, ma essendomi arrivati due libri simili, mi piace accennarlo, come se stessi facendo una chiacchierata con degli amici, ma affermando che pur se entrambi parlano di musica, sono completamente differenti: uno parla del mondo della musica Jazz, il secondo è ambientato in quello del rock, sono più o meno agli antipodi, sempre pour parler posso dire a titolo informativo che non frega a nessuno che personalmente sono più legata a un genere di musica che a un altro. Questo perché se in un determinato libro si accenna a gruppi e canzoni che conosco, mentre nell’altro no, starà a significare che un determinato tipo di musica lo apprezzo, mi piace ascoltarla. Vale anche come ambientazione, mi è più facile immaginare Parigi piuttosto che un paesino sperduto del centro degli Stati Uniti, ma non per questo dico che uno dei due libri è meglio dell’altro. Ovviamente sono umana, ne preferisco uno rispetto all’altro, ma accennare che io ne avrei recensito uno, mentre una delle altre ragazze che collaborano con il blog un altro non è preferirlo, ahimè non possono fare tutto da sola e non possono essere così egoista da volerli recensire tutti io.
Comunque le mie introduzioni sono sproloqui, vaneggiamenti, a volte possono essere utili altre meno e racconto solo i fatti miei. Quelle che trovo importante inserire sono le informazioni su una saga: se sto recensendo un altro libro, il secondo di una saga, parlerò un po’ anche del primo; se poi questa saga è particolare e ha più autrici, mi pare ovvio accennare e andare un po’ più in profondità, facendo anche degli esempi sugli stili differenti che ho captato leggendo; ma accennare in una decina di righe queste differenze non è parlare di un altro libro, tutt’altro, serve per far conoscere l’intera saga. Molte lettrici potrebbero cadere dal pero come me, che mi sono accorta che le autrici erano differenti, per ogni libro un autore, il secondo peraltro era scritto a quattro mani. Sono cose che vanno accennate, no? Dire che ci sono delle differenze di stile, di impostazioni, di come trattano quello che dovrebbe essere un argomento simile. Anche qui, sono minime differenze, piccoli paragoni che servono, a parer mio, a creare un rapporto con chi legge, ad attirare la sua attenzione, almeno spero,  e infine si inizia con la parte più seria, la recensione vera e propria. Poi ovviamente ognuno imposta i suoi commenti come preferisce, come è più idoneo a lui; io come molti altri non sono una professionista a riguardo, tutt’altro, leggo per amore, perché amo i libri, perché come diceva Umberto Eco:


“Chi non legge avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.. perché la lettura è un’immortalità all’indietro."


E quando leggo un libro mi piace parlarne, condividere le mie impressioni, cercare di convincere i miei amici a starmi a sentire, ma siccome quella è una guerra che ho perso ho deciso di provare a instaurare un dialogo con chi ha le mie stesse passioni. Poi ovviamente non tutti condividono quanto scrivo, le mie riflessioni, ma, se avessimo tutti le stesse idee, sai che palle questo mondo?
Ovviamente dopo l’introduzione io faccio accenno a qualche avvenimento del libro, inizio a parlare di quel che è avvenuto, dello stile, se mi è piaciuto o meno, se ho trovato la trama coerente, i personaggi ben caratterizzati. Scrivo se ho trovato l’intero libro realistico o meno. Anche in questo caso capita delle volte che possa fare dei paragoni con altre opere, magari dello stesso autore o della stessa serie. Diciamo che è una cosa che mi viene spontanea: in questo libro autrice X l’ho trovata un po’ sottotono, adoro i suoi libri, ma della stessa saga i personaggi di libro Y li ho trovati molto più caratterizzati rispetto a quello Z. Ma rimane un paragone sempre in una serie, per descrivere e parlare dell’opera dell’autore. In una recensione completa, vera e propria, si dovrebbe parlare anche del contesto di quello che si sta recensendo e come è introdotto nell’intera opera dell’autore, quindi diventa un discorso complesso. Se il lavoro di tale autore ha effettuato un percorso preciso, ha avuto una sorta di evoluzione, se è basato in una serie di personaggi con determinate caratteristiche. Faccio un esempio, decisamente pomposo, ma nel momento in cui si prende in mano un libro di Honoré De Balzac, uno appartenente  a La commedia umana (La Comédie humaine) non si può fare a meno di accennare a questi libri; non dico a tutti, ma a questa in generale, ai personaggi ricorrenti, al fatto che l’intera opera è catalogata dallo stesso autore in una determinata maniera: i testi sono classificati per ambiente sociale, per luoghi geografici o per categorie psicologiche.
L'ambizione di Balzac era di descrivere in modo quasi esaustivo la società che lo circondava. Voleva racchiudere tutta la propria epoca nella sua Commedia umana.
Ora, come ho descritto e parlato de La Commedia umana di Balzac è un po’ semplicistico, ma è un esempio. Stesso discorso si potrebbe fare per le opere di Tolkien, quelle legate al Signore degli anelli; in una recensione si parlerebbe dell’autore, dei suoi studi e le sue passioni che lo hanno portato a creare una lingua e in seguito scrivere dei libri dove poter usare tale lingua; ci sono i paragoni con i vari libri, le differenze. Anche se ambientati nello stesso mondo sono impostati in maniera differente e al tempo stesso simile. In ogni recensione, ogni opera può essere stata ispirata da un'altra, legata a un avvenimento o legata a una saga, pertanto in una recensione tutto questo deve essere scritto. Il lettore lo deve sapere, non si può sorvolare, scrivere solo la trama del libro e il riassunto della trama. Io non ho intenzione di fare così, sarebbe troppo semplicistico, poi ovviamente sono consapevole che anche le mie non si possono considerare recensioni, sono lunghi commenti, sproloqui e vaneggiamenti per nulla professionali.
Andando avanti con la recensione, dopo aver analizzato il testo poi, dato una propria interpretazione soggettiva di quanto letto e cercato di essere obiettivi su tutto il resto, si arriva alla conclusione dell’articolo, si tirano le somme. Il libro è piaciuto o meno, perché e soprattutto se lo consiglierebbe a qualcuno o meno. Ma anche qui il punto di vista non è mai totalmente obiettivo; se un libro non mi è piaciuto devo scriverne i motivi, cercare di spiegarmi. Se il libro è scritto male e ci sono degli errori, devo scriverlo, accennarlo, ma anche qui non è compito mio fare l’editing. Tutti sbagliano, tutti commettono errori, ma nel momento in cui compro un libro, che costi 0.99 centesimi o 25 euro devono avere entrambi la stessa accuratezza nell’editing.
Come dico sempre però, una recensione è sempre difficile da scrivere, tutti sono guidati dai propri gusti, da quello che preferiscono leggere/vedere/ascoltare, pertanto essere obiettivi è difficile, ma ci si prova.
Quindi per concludere imposto le mie recensioni con un’introduzione giusto per chiacchierare, un corpo dove analizzo il testo cercando di essere più obiettiva possibile e una valutazione finale che arriva anche per via del gusto personale, quindi molto soggettiva.


Comunque seguire i miei consigli è quanto di più sbagliato possiate fare, quindi guardate questo link, dove chi scrive ne sa molto più di me, è uno schemino della Zanichelli che spiega come si struttura una recensione. In questo caso fa riferimento a dei film, ma alla fin fine non è troppo differente da un libro.


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