La vita nella prateria non è mai stata facile, ma ora Oestend stessa sembra determinata ad autodistruggersi.
Esiliato dal BarChi dall’uomo che ama, Dante Pane deve trovare il modo di rimettere in piedi la propria vita e ricucire i brandelli del suo cuore spezzato. Incapace di amare le donne, terrorizzato dall’idea di amare gli uomini, Dante non vuole altro che un po’ di pace.
Ma a Oestend non c’è pace che tenga.
La nuova casa di Dante puzza di morte, l’uomo non riesce a tenere in riga i propri aiutanti, e la nuova cuoca sembra aver preso possesso della sua dimora. Come se non bastasse, strani avvenimenti cominciano a imperversare per la prateria: animali morti, clima impazzito e voci portate dal vento. Dante è determinato a resistere, ma presto gli diventerà chiaro che la posta in gioco è molto più alta del suo ranch. L’intera Oestend è a rischio, a meno che qualcuno non rimetta le cose a posto.
Con l’aiuto dei suoi fedeli aiutanti, Frances e Simon, e gli sforzi di vecchi e nuovi amici, Dante lotterà per la propria vita, la sua casa e il cuore della persona che ama.
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Avevate perso l’abitudine a tutte queste recensioni? Credo che il blog non sia stato mai tanto vivo come in questo periodo; tantissime uscite, tante letture interessanti e libri che si accumulano sul mio comodino.
Il libro che mi accingo a recensire è il secondo di una serie: Oestend, di Marie Sexton. Ho atteso con ansia questo seguito, soprattutto dopo essermi innamorata del primo libro: qui potete trovare la recensione de Il canto di Oestend, se mai non l’aveste letta e voleste sapere qualcosa in più prima di comprarlo.
Parto con il dire che a livello di trama ho preferito il primo; forse è stata la sorpresa, la novità, non so dirlo precisamente, perché anche I salvatori di Oestend ha una trama interessante, eppure questo mondo differente molto simile al vecchio west, con leggende e magia che l'autrice riesce a mischiare magistralmente nel primo romanzo mi è rimasto nel cuore. Gli avvenimenti, i rapporti umani del primo libro, la caratterizzazione dei personaggi, è stato un qualcosa di fantastico da leggere, pagine e pagine in cui immergersi che mi hanno letteralmente incantato.
Il secondo romanzo ha la stessa ambientazione, in quelle Terre Selvagge senza regole dove di giorno gli uomini vivono di duro lavoro e la notte la terra è invasa dagli spiriti dei nativi bramosi di vendetta.
Stessa ambientazione, stessi personaggi, ma cambiano i pov. Se nel primo romanzo si parlava di Aren e Deacon, del loro rapporto, di come si sono incontrati e hanno cambiato le loro vite e quella delle persone del ranch dove vivono, ma soprattutto del rapporto che man mano li ha legati, in questo secondo romanzo si cambiano completamente protagonisti.
Dante, lo abbiamo conosciuto nel romanzo precedente, può essere simpatico o antipatico, ma come dice la vecchia Olsa rimane un coglione xD.
Dante, che lascia il BarChi, invitato ad andarsene dopo avvenimenti più o meno tragici, ha il cuore spezzato e crede che la sua vita sia terminata e che mai riprenderà a vivere. Desidera morire, peccato che sembra che nemmeno gli spiriti vogliano porre fine alle sue sofferenze, tutt’altro, lo ignorano e lasciano che affronti il passato nelle desolate terre selvagge. Il vecchio ranch dove è stato relegato, quello che diventa la sua casa, odora di morte e della carne putrefatta di suo fratello, della moglie e dei figli di questo. La malinconia e il dolore avvolgono Dante per giorni, crede che l’essere relegato in quel luogo desolato sia una punizione più che una sorta di crescita, eppure non sa che tutto, presto o tardi, cambierà: la sua vita e il mondo attorno a lui. Presto si renderà conto che la vita ha ancora molto da offrirgli, che il passato non si può cambiare, ma che il futuro è ancora tutto da decidere.
Mi ero affezionata ad Aren e Deacon, quindi trovare un nuovo pov, un nuovo protagonista mi ha destabilizzato un pochino, accade sempre. Dovrei saperlo, i libri come questo sono fatti così, più personaggi e ogni libro incentrato su una coppia, su due di loro in questo caso, eppure Dante, lo ammetto, non mi stava per nulla simpatico e anche ora non ho cambiato idea. Lo si conosce meglio e in maniera più approfondita, eppure continuo a non trovarlo simpatico, ma non per questo considero il libro brutto, tutt'altro.
Sto iniziando ad adorare la Sexton e i libri di questa serie, il modo in cui scrive e descrive e ha creato l'ambientazione di questi romanzi.
Come ho scritto anche nella precedente recensione, è un mix tra magia e cultura indiana. Si aggrappa molto alla mitologia, alle leggende, al modo di vivere degli Indiani d’America e alla loro storia, parlando anche di quello che gli occidentali hanno fatto, come li hanno sterminati per appropriarsi delle loro terre, ma nei suoi libri il popolo di Deacon e di Olsa ha della magia dalla sua parte, un modo per poter cercare vendetta, per rendere difficile la vita in quelle terre che sono state sottratte loro. Tutte questi descrizioni sono poesia pura, delicate, strazianti in alcuni momenti, qualcosa che tocca profondamente l'animo del lettore.
L’autrice riesce a portarti nelle Terre Selvagge di cui scrive, di questo luogo così simile alle praterie americane o ai deserti australiani, ma al tempo stesso carico di una magia e di leggende ancora più profonde di quelle degli Indiani d’America.
Come ho scritto anche nella recensione al primo libro, questi riferimenti alla cultura tribale, questi accenni a una storia reale, a quanto è accaduto in America con i nativi, ma riportato in una terra completamente inventata, mi è piaciuto tantissimo. Mi ha messo addosso tanta malinconia e al tempo stesso mi ha fatto tornare la voglia di leggere alcune cose sull'America e sui Nativi americani.
Persino le leggende, la cultura del vecchio popolo dell’Oestend, sono qualcosa che entra nell'animo di chi legge, sono parole antiche, magiche anche loro, come ogni riferimento alla loro cultura. Ora, non so bene quanto abbia attinto alle leggende, da tradizioni e cultura, non sono così esperta da poter riconoscere alcune cose; l’idea me la sono fatta da quel poco di storia che so dell’America, di quello che ho letto sui Nativi, sul modo in cui man mano hanno portato via la loro terra e le grandi praterie dove vivevano. Eppure anche in questo romanzo si avverte chiaramente come il modo di vedere il mondo degli occidentali sia differente dal popolo di Deacon e Olsa.
Tutto questo discorso per introdurre un secondo personaggio, una new entry all’interno del libro, ovvero Cami.
Cami è un personaggio che lascerà a bocca aperta, sia per comportamento che per molto altro. Un personaggio che dalla sua famiglia, da suo padre soprattutto, non viene accettato e pertanto decide di scappare e nascondersi nell’Oestend per vivere la sua vita. Anche qui però sa che in molti potrebbero non capire chi è, le sue scelte. Tutti tranne Olsa e Deacon. Per loro Cami è una normalissima persona e pertanto la accettano per quello che è, come avrebbero fatto i loro antenati.
Nella cultura degli indiani d’America, gli omosessuali vengono considerati Il popolo dai due spiriti, e, anche se c’è anche chi non li accetta, sono sempre stati, sin dal passato, una comunità molto gay friendly. Pertanto loro due accettano Cami, senza stupore e senza giudicare.
Ho apprezzato molto il modo in cui si rapporta con gli altri timidamente, cercando di tenere nascosto il più possibile di sé, come ho apprezzato il suo passato, di come è fuggito da casa e di come la sua vita anche nell'Oestend non sia stata tutta rosa e fiori. Altro punto che ho apprezzato di Cami è il modo in cui decide di prendere in mano le redini della sua vita e in seguito si avvicina a Dante. La sua presenza calma l’animo inquieto del cowboy protagonista di questo libro.
Ma non sono solo Dante e Cami protagonisti di questo secondo romanzo, c’è molto spazio anche per Simon e Frances. L’autrice di loro due descrive molto, il rapporto d’amicizia nato già nel primo libro, parla del passato di Simon e poi del sentimento che nasce fra di loro.
Frances è innamorato, al tempo stesso, dopo mille dubbi, anche Simon si rende conto che prova affetto per il ragazzo più giovane. La sua è una sorta di amore: non attrazione fisica, ma qualcosa di più profondo. Sembra che Simon a modo suo abbia trovato la sua anima gemella, in qualcuno da cui però non è attratto fisicamente, facendo nascere in lui una sorta di amore, fra il romantico e l’affetto per un fratello. Come cosa la sto spiegando in maniera confusa, eppure leggendo il libro ha un senso. Vederli insieme è bellissimo, vedere come riescono a superare le incomprensioni, le differenze, l'attrazione che da parte di Frances è amore, per Simon invece è bisogno fisico. Fino a comprendere, a capire cosa c’è fra loro, cosa provano, a esserne consapevoli e accettarlo con le conseguenze che ne verranno.
L’intero romanzo è basato molto sul rapporto fra i personaggi, al loro senso di accettazione per quello che sono, per i loro sentimenti, del passato che rimane tale e pertanto gli errori si scontano, ma poi la vita procede e va avanti. Devono imparare a superare il dolore e tutto quello che rimane legato al passato, smettendo di colpevolizzarsi.
E I salvatori di Oestend è questo, un percorso dei personaggi: se Aren e Deacon lo hanno fatto nel primo romanzo, gli altri lo fanno in questo, arrivando a confrontarsi con i sentimenti, con quello che provano e con gli altri, per arrivare alla fine ad accettarsi per come sono e per quello che hanno.
Il percorso dei protagonisti del racconto va di pari passo alla follia e agli strani avvenimenti che si abbattono sulle Terre Selvagge; quel luogo magico pian piano sembra impazzire, sembra voler cacciare via coloro che lo hanno portato via ai nativi, gli spiriti che di notte si impossessano di quelle terre man mano diventano sempre più irrequieti, portando alla fine i vari personaggi a prendere una decisione. A decidere di cambiare le sorti di quel mondo, non sapendo però poi come sarebbe stato il futuro e se cambierà in positivo o in negativo. Per arrivare a un finale particolare, che mi ha lasciato a bocca aperta veramente.
L’intera saga mi ha appassionato, entrambi i libri hanno una loro poesia, un tocco gentile e malinconico che incanta il lettore. Veramente una lettura stupenda che mi mancherà tantissimo.
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