L’universo di Tolkien: Il Silmarillion

L'universo di Tolkien:
Il Silmarillion

"Fra i servi del Nemico che hanno nomi, il massimo era lo spirito che gli Eldar chiamavano Sauron, ovvero Gorthaur il Crudele, che in origine era dei Maiar di Aulë e che continuò ad avere grande parte nella tradizione di quel popolo.
In tutte le trame di Melkor, il Morgoth in Arda, in tutte le sue diramate opere e negli intrighi della sua malizia, Sauron aveva parte, ed era meno perfido del suo padrone solo in quanto a lungo aveva servito un altro anziché se stesso.
Ma in tardi anni si levò, simile ad ombra di Morgoth, e lo seguì passo passo, lungo il rovinoso sentiero che lo trasse giù nel Vuoto."


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A differenza delle solite recensioni, questa volta non partirò illustrandovi la trama. Il Silmarillion è un’opera profonda, che illustra la nascita e lo sviluppo del mondo in cui è ambientato il più famoso romanzo di Tolkien (Il Signore degli Anelli).
Non è facile parlare di un libro simile, sia per la vastità degli argomenti, sia per la vastità di informazioni che ci fornisce.
Tolkien non ha solamente inventato un mondo generico in cui ambientare le sue opere, ma gli ha dato una genesi, delle divinità, un’identità forte e precisa.
Tolkien ha ricreato la creazione del mondo, ma allo stesso tempo è qualcosa di completamente nuovo e che prima non si era mai visto.


Andiamo con ordine.
Per capire meglio le intenzioni di Tolkien, è opportuno partire dal principio. Il Silmarillion è composto da cinque parti, e la prima è Ainulindalë (la Musica degli Ainur): questa parte narra la genesi di Eä, ossia il «Mondo che È». Eru Ilúvatar, l’unico dio, crea dapprima gli Ainur, esseri superiori che potremmo, se proprio vogliamo trovare un corrispettivo, paragonarli agli angeli.
Gli Ainur si dividono in Valar e Maiar, che sono loro inferiori. Il più potente tra loro, Melkor, è quello che possiamo avvicinare alla figura di Lucifero. È infatti per colpa delle sue azioni se il male viene introdotto nel mondo.
Nonostante Tolkien abbia affermato che non vi erano in realtà precisi riferimenti alla cristianità, è impossibile non trovare delle assonanze tra le figure degli Ainur e gli angeli, tra Eru e Dio, tra Melkor e Lucifero.
Gli Ainur non sono gli unici esseri creati da Eru: una volta terminata la creazione del mondo, annuncia infatti che presto verranno i suoi figli. I primogeniti - gli elfi - e i secondogeniti - gli uomini.
È molto significativo il passo in cui viene spiegata la mortalità degli uomini, unici essere che sono gravati del fardello di una morte vera e definitiva. In realtà, questo viene presentato come un grande dono.
Gli Ainur perciò si trasferiscono su Arda per preparare l’arrivo di queste creature, e spesso si trovano in difficoltà per colpa di Melkor, che rovina e corrompe le loro opere. Come l’abbattimento delle gigantesche Lampade che a quei tempi illuminavano il mondo, consacrate da Manwë, il re degli Ainur e abbattute da Melkor.
Indeboliti dai tentativi di difendere il mondo contro Melkor, gli Ainur si rifugiano nel continente di Aman, dove creano Valinor, il loro regno.


La seconda parte, Valaquenta, illustra meglio chi sono i Valar, i Maiar e i nemici. Qui viene citato Sauron, che tutti conosciamo benissimo per il ruolo di assoluto antagonista nel Signore degli Anelli. Quando ho letto per la prima volta il Silmarillion (ormai saranno passati almeno quindici anni) non conoscevo molto di Tolkien a parte la sua opera principale, per questo ero molto curiosa circa le origini di Sauron. Mai mi sarei aspettata che questi fosse uno dei Maiar, che si era poi lasciato corrompere da Melkor, mettendosi al suo servizio. Stesso discorso vale per i Balrog (altre creature che chi ha letto Il Signore degli Anelli conosce molto bene) il cui capo era Gothmog.
Al termine della seconda guerra dei Valar contro Melkor (chiamato poi Morgoth), questo venne imprigionato. Riuscì a fuggire, ricongiungendosi al suo sottoposto Sauron, e con l’aiuto di Ungoliant (un ragno oscuro di dimensioni gigantesche) distrugge i due alberi di Valinor.
Tra i Maiar vengono nominati altri personaggi che poi appariranno ne Il Signore degli Anelli: gli Istari.
Essi sono quelli che nell’opera più conosciuta di Tolkien vengono chiamati stregoni: Saruman il bianco, Gandalf il grigio, Radagast il bruno e i due stregoni blu, di cui non conosciamo il nome.

Nella terza parte, Quenta Silmarillion, vengono narrate le cronache della Prima Era della Terra di Mezzo. Come filo conduttore troviamo i Silmaril (da qui il nome dell’opera), i tre gioielli dalla bellezza abbagliante che l’elfo Fëanor costruì a Valinor e racchiudono la luce dei due alberi distrutti da Morgoth (fu proprio Fëanor a chiamarlo così).
È attorno al recupero di una di queste gemme che si snoda quella che forse è la mia storia preferita all'interno del Silmarillion: la storia d'amore tra Beren, un uomo, e Lúthien Tinúviel, un'elfa.
La prima grande storia d'amore tra i membri di queste due razze. Lúthien, a differenza della sua discendente Arwen, non è una mezzelfa. Arwen ha potuto scegliere di morire, in quanto discendente di una generazione di mezzielfi nati proprio dall'unione della progenie di Lúthien e Beren e quella di Tuor (umano) e Idril Celebrindal (elfa).
Da che si sappia, Lúthien è l'unica elfa che ha scelto la morte degli Uomini, che ha seguito il suo Beren anche oltre la vita, invece di riunirsi a quelli della sua stirpe.
Altri racconti degni di nota sono il viaggio di Eärendil, la guerra d'Ira e la definitiva disfatta di Morgoth, confinato nel vuoto esterno ad Arda.
La quarta parte, Akallabêth, narra l'ascesa e la caduta di Númenor. 
Númenor era un'isola su cui regnavano gli uomini, ma i suoi re non erano uomini normali. 
Essi discendevano da Elros, fratello di Elrond. Essendo entrambi mezzielfi, era stato concesso loro di scegliere se appartenere all'una o all'altra razza. Elrond scelse gli elfi, Elros scelse gli umani. Tuttavia, fu dotato di una vita incredibilmente lunga, e divenne il primo sovrano di Númenor.
Sotto consiglio di un abile e crudele Sauron, che fingeva di aiutare i Númenòreani, essi si ribellano ai Valar. Per punizione la loro isola verrà distrutta, sebbene alcuni dei sopravvissuti andranno in esilio sulla Terra di Mezzo e fonderanno i regni di Gondor e Arnor.
L'ultima parte ci porta dritti nella terza era, e parla di qualcosa che ben conosciamo: Gli Anelli del Potere.
Questa parte spiega meglio da dove venissero questi anelli: Sauron, creando l'unico, era intenzionato a dominarli.
Ciò che viene raccontato in quest'ultima parte può essere ritrovato più ampiamente ne Il signore degli Anelli, per cui verrà spiegato meglio nella recensione dedicata a questo libro.


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Il Silmarillion è un’opera complessa da leggere ma anche da recensire. Se dovessi esprimere una semplice opinione, direi che quest’opera è meravigliosa. Quando ho scoperto il Signore degli Anelli non vedevo l’ora di avere tra le mani qualsiasi cosa riguardasse la Terra di Mezzo, e il Silmarillion mi ha aperto un mondo.
Non sarei mai in grado di dare un giudizio critico ad un'opera di tale portata, non ne ho lontanamente i mezzi per poterlo fare. Quel che mi ha spinto a scrivere questa e le altre recensioni che verranno è l'amore smisurato che ho per questo universo, per tutte le opere di Tolkien.


A volte, mi fermo a pensare alla grandezza di quest'opera, e a tutte le altre scritte da Tolkien, e mi meraviglio della sua capacità di creare un mondo così articolato e complesso.
Spesso, Tolkien ha affermato che sentiva la necessità di creare una base di miti inglesi che parlassero di tempi antichi, quasi che la Terra di Mezzo e le sue storie non fossero nient'altro che un'epoca molto antica del nostro mondo.
«Fin da quando ero piccolo la povertà del mio amato paese mi rattristava: non possedeva delle storie veramente sue. [...] Desideravo creare un insieme di leggende più o meno connesse fra loro, dalle più complicate e cosmogoniche fino alle favole romantiche... e volevo semplicemente dedicarlo all'Inghilterra, al mio paese.»
J. R. R. Tolkien
Tuttavia, il Silmarillion non è l'unica opera che espande e approfondisce la conoscenza delle varie ere della Terra di Mezzo. Tante altre opere narrano le gesta degli eroi e dei nemici che sono venuti ben prima di Sauron e della Compagnia.
Per questo, il Silmarillion è soltanto la prima tappa del nostro viaggio all'interno dell'Universo Tolkieniano.
La prossima recensione parlerà del libro Racconti Ritrovati; restate con noi, e ci vedremo alla seconda tappa della nostra avventura.

Commenti

  1. Mi hai fatto sicuramente tornare la voglia (e la curiosità) di continuare a esplorare l'universo tolkeniano: dopo "Il Signore degli Anelli" e "Lo Hobbit", confesso di aver abbandonato la Terra di Mezzo senza troppi sensi di colpa... ma sto iniziando a progettare un nuovo viaggio, destinazione ignota, e "Il Silmarillion" si trova lì in attesa sul mio scaffale da tanto di quel tempo, ormai... :)

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    1. Te lo consiglio anche io, anche se sono decisamente di parte, come Serelily ho una passione per Tolkien. I suoi libri sono veramente interessanti soprattutto per il mondo che ha creato, oltre che per la cultura e i personaggi.

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    2. Ciao :) sono contenta che ti abbia fatto tornare la voglia di esplorare l’universo di Tolkien!
      Se inizi il Silmarillion non te ne pentirai. È una lettura non facile, ma dà tantissime soddisfazioni!

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