Anni dopo le indagini a Bay City, il cinico Takeshi Kovacs ha cambiato custodia e lavoro: adesso è un mercenario al soldo del governo di Sanzione IV, pagato per soffocare una rivolta. Ma la fedeltà a una causa non è mai stato il suo forte, così, quando gli viene offerta una bella somma per partecipare a una spedizione "archeologica", Kovacs si dimostra più che disponibile a lasciare il vecchio lavoro per gettarsi in questa nuova missione. Lo scopo della spedizione è il ritrovamento e il recupero di una nave marziana, la civiltà più antica e più evoluta dell'universo.
Oggi vi parlo del sequel di un romanzo che mi ha fatta letteralmente innamorare. Sto parlando di Angeli Spezzati, che torna a parlare di Takeshi Kovacs dopo le avventure di Bay City (Altered Carbon).
Angeli Spezzati è bello quasi quanto il primo, sebbene mi ha stupita parecchio per il fatto che sembra completamente diverso.
L'impostazione della storia, infatti, diverge tantissimo da Bay City.
Se il primo romanzo era un misto tra fantascienza e noir, con toni che ricordavano i polizieschi anni cinquanta, in questo libro ho trovato molto più forte e prepotente la componente fantascientifica.
L'ambientazione non è più la terra, ma il pianeta Sanzione IV. Kovacs questa volta non è stato assunto per indagare sulla morte di qualcuno, ma è un tenente e sta combattendo una guerra.
Nonostante in Bay City si capisca bene perché uno Spedi incute così tanto timore negli altri, è in questo libro che lo vediamo rapportarsi con la guerra. È qui che per la prima volta lo vediamo muoversi nel suo elemento.
Mi piace come Morgan sia bravo nel gestire i personaggi: Takeshi in questo libro ha una nuova custodia, si muove diversamente e si vede. Morgan riesce a farci percepire appieno questa differenza, eppure in qualche modo mantiene i comportamenti tipici del suo personaggio.
Deve essere stato un lavoro veramente difficile.
Devo ammettere che Angeli Spezzati mi è piaciuto un po' meno del primo, ma ritengo anche che la colpa stia nel fatto che il primo era la novità, era qualcosa che non mi aspettavo. Qui, sapevo benissimo che avrei letto un romanzo che mi sarebbe piaciuto, perché ormai conosco lo stile di Morgan, quindi sono rimasta meno sorpresa.
Tuttavia non posso negare che tornare a leggere di Kovacs è stato davvero una bella sensazione. Il tipo di fantascienza descritta da Morgan mi piace moltissimo, perché unisce elementi alla Philip K. Dick ad elementi più retrò. Anche se in questo libro predomina la fantascienza, è presente un'altra componente abbastanza importante. Infatti, si parla di scavi e di archeologi, dando alla storia una piccola spruzzata vintage.
Anche se il paragone non è proprio calzante, in alcuni punti ho riassaporato le sensazioni che mi hanno dati i film di Indiana Jones.
Certo, questo libro è anche più sanguinoso e distruttivo del primo. Morgan possiede anche un'altra dote molto particolare: riesce benissimo a gestire storie che parlano di guerriglia e terroristi, dando l'idea che sia quasi un cronista di eventi reali piuttosto che uno scrittore che inventa di sana pianta ciò che descrive.
Forse questo si ricollega a ciò che avevo affermato nella recensione al primo libro, ossia che Morgan è molto bravo a rendere credibile e realistico ciò di cui parla.
Dopo aver terminato la lettura, non vedo l'ora di mettere le mani sul terzo (ed ultimo, credo) romanzo che ha per protagonista Takeshi Kovacs.
Sicuramente, se anche il terzo sarà all'altezza dei primi due, recupererò anche le altre opere di Morgan.
Nel frattempo, ho anche visto la serie Altered Carbon, tratta da Bay City. Rimanete aggiornati perché presto arriverà la recensione anche di questa.
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