Trama:
Il sedicesimo compleanno di Kellen si avvicina e con esso il momento in cui dovrà affrontare il suo primo duello e cominciare le quattro prove che lo faranno diventare un mago. C'è solo un insignificante, trascurabile problema: Kellen non ha magia. La disfatta sembra ormai inevitabile, quando una straniera arriva in città e lo sfida a prendere un diverso cammino. La donna appartiene al misterioso popolo Argosi, viaggiatori che vivono del proprio ingegno e custodi di grandi segreti racchiusi nelle loro carte. Ferius Parfax è pericolosa e imprevedibile, ma potrebbe essere l'unica speranza di Kellen.
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Lo dico sempre, non bisogna comprare un libro solo dalla copertina; io non seguo mai questo consiglio. Quando ho visto uno dei miei contatti su Facebook che stava leggendo questo libro in lingua originale, ero disposta a prenderlo in inglese. Poi non so quale dea della fortuna mi abbia fatto scoprire che la casa editrice Piemme, con la collana Il Battello a Vapore, lo aveva tradotto e... ta-dan, ecco che me lo sono comprato. Ero in fibrillazione: lo so che viene inserito tra i libri per ragazzi, c’è anche l’età di lettura sopra, ma io ero proprio curiosa.
I libri con la magia mi ispirano. Questa ambientazione poi è un mix tra il vecchio west e il mondo arabo, veramente qualcosa di peculiare.
Kellen, il protagonista, è un personaggio particolare: vive in una comunità che basa ogni cosa sul potere magico, sulla magia e sulla potenza di questa. Peccato che più passi il tempo più lui non ne abbia e quel poco che ha, man mano che si avvicina il giorno del suo sedicesimo compleanno, svanisce.
Per Kellen il non avere poteri magici è spaventoso, doloroso; le leggi della sua gente sono severe. Coloro dotati di magia comandano, tutti gli altri invece diventano una sorta di nessuno, di servi nelle case dove sono cresciuti. Prendono ordini da chi il giorno prima li amava. E Kellen, man mano che si avvicina il giorno della maturità, ha sempre più paura di quello che diventerà il suo futuro, della fine che farà. Anche ora, osservando sua sorella, i suoi genitori, si rende conto che per loro non è nulla di più che un servo, solo un’ombra.
Per Kellen il non avere poteri magici è spaventoso, doloroso; le leggi della sua gente sono severe. Coloro dotati di magia comandano, tutti gli altri invece diventano una sorta di nessuno, di servi nelle case dove sono cresciuti. Prendono ordini da chi il giorno prima li amava. E Kellen, man mano che si avvicina il giorno della maturità, ha sempre più paura di quello che diventerà il suo futuro, della fine che farà. Anche ora, osservando sua sorella, i suoi genitori, si rende conto che per loro non è nulla di più che un servo, solo un’ombra.
Eppure Kellen cerca in ogni modo di cambiare il suo futuro, quel destino inesorabile che incombe su di lui; è un ragazzo intelligente, furbo e usa la sua furbizia e la sua intelligenza, nonché la sua conoscenza teorica della magia, per superare le prove che lo faranno diventare un mago.
Il destino, sua sorella e l’incontro con Ferius Parfax cambieranno però il suo futuro, gli faranno vedere il mondo in maniera differente. Gli avvenimenti faranno scoprire a Kellen cose nuove sulla sua gente, sulla sua cultura e su quelle leggende che inculcano nella testa di ognuno di loro: tante menzogne e segreti. Qualcosa che non riuscirà più a condividere, facendo nascere una frattura tra lui e la sua gente, tra lui e la sua stessa famiglia.
Ma forse è proprio nel momento in cui abbandona ogni cosa - il desiderio di diventare un mago per seguire Ferius Parfax - che inizia la sua vita, la sua avventura, il suo futuro. Forse un giorno tornerà, forse un giorno riuscirà a perdonare i suoi genitori, la sua stessa gente, ma fino ad allora ha mille avventure da vivere, anche se viene considerato un fuorilegge dalla sua stessa gente.
Ripeto, sono stata attirata dalla copertina del libro. Non conoscevo l’autore, eppure mi ha veramente sorpreso per lo stile, per come ha impostato il libro e per la trama stessa, veramente particolare e fuori dagli schemi. Il libro, raccontato interamente dal punto di vista di Kellen, scorre in maniera veloce, scivola via e al tempo stesso attraverso gli occhi del ragazzo osserviamo il suo mondo, conosciamo la sua cultura, il carattere delle persone che ha intorno, ma più di ogni altra cosa conosciamo lui, le sue paure, il dolore che prova ogni giorno per sentirsi così inadeguato per la sua gente, per la sua famiglia, agli occhi del padre. Ho versato lacrime ogni volta che affrontava i genitori, soprattutto il padre, che lo osserva con disapprovazione, facendogli pesare la sua assenza di magia, e ammetto di averlo odiato senza riuscire a perdonarlo, come ha fatto Kellen, quando più avanti si scoprono cose che non vi starò a svelare. Comportamenti dell'uomo e decisioni prese ancor prima che potesse accadere qualcosa di male e al tempo stesso fissare suo figlio con disapprovazione, facendolo sentire colpevole di non avere abbastanza magia.
Come ho detto, la trama inizialmente sembra la tipica storia per ragazzi: non fa assolutamente pensare che un ragazzo giovane come Kellen possa essere inserito in trame più complesse, in una sorta di guerra interna del suo popolo per vedere chi diventerà il nuovo signore della sua gente. Lo stesso ragazzo a un certo punto viene chiamato a presentarsi davanti all’imperatrice vedova, la figura più importante, nonché una delle maghe più potenti; ed è proprio grazie a questa figura misteriosa che la vita di Kellen cambia, anche se il ragazzo a ogni nuovo incontro non riesce a capire se lei sia una sua amica, un'alleata o una nemica, che lo sta usando divertendosi a prendersi gioco di lui. Eppure è proprio grazie agli incontri con questa donna misteriosa, al loro parlare per enigmi, alle sue strane richieste, che man mano Kellen svela gli intricati misteri del suo popolo, della sua gente, delle leggende del passato, ma anche della sua stessa famiglia, rendendosi conto di quanto sta accadendo attorno a lui. Ma i problemi non sono solo chi diventerà il nuovo sovrano, o cosa accadrà a lui quando ogni briciola di magia svanirà per sempre. C’è altro su cui deve fare luce, capire come mai i giovani maghi man mano si stanno ammalando. Forse non gli interessa, forse pensa che se lo meritino, eppure, anche se con sua sorella ha delle divergenze, se gli altri ragazzi lo hanno ripudiato e fanno finta di non conoscerlo perché presto diventerà un servo, non può fare a meno di aiutarli, di scoprire cosa sta per accadere.
E così ecco che si ritrova invischiato in una strana indagine, alla ricerca di qualcuno che vuole fare male alla sua gente; ma è proprio così? Coloro che tramano nell’ombra sono gli antichi nemici bramosi di vendetta, oppure solo figure decise a cambiare le cose, lo status e il modo di vivere della sua gente?
In un momento lo stesso Kellen si trova davanti a un bivio, a una decisione importante per lui, per tutti; mi chiedo se in futuro rimpiangerà quello che ha deciso, o forse, al contrario, sarà felice della piega che ha preso la sua vita. Non più intrappolato in quel mondo chiuso che è la sua terra, ma con la possibilità di uscirne, di vedere altro, di conoscere quello che c’è oltre il perimetro della sua città.
Il libro che ho letto è stato pubblicato per un target molto giovane, ma sinceramente lo trovo molto più adatto per ragazzi più grandi, già adolescenti; per un verso dal mio punto di vista troverebbero più empatia con il protagonista. Dopotutto, anche se ambientato in una realtà fantasy, i problemi con i genitori la maggior parte delle volte sono sempre gli stessi per tutti e Kellen non fa differenza. Lui si sente inferiore, si sente inadatto a soddisfare le aspettative del padre, e sinceramente non capisco il comportamento dell’uomo, il suo continuo disapprovare suo figlio perché debole, perché cerca di arrivare dove non riesce con altre sue doti. Dovrebbe ammirare l’impegno, la forza di volontà che ci mette, il dover affrontare tutti i giorni la sua disapprovazione e la derisione dei suoi coetanei, invece l’uomo non lo fa. Sa perfettamente quale sarà il destino di suo figlio, del perché - dopotutto in parte ne è l’artefice - eppure non fa un gesto per avvicinarsi al ragazzo, allontanandolo ogni giorno sempre di più.
Ho accennato sopra che il libro è interamente in prima persona, dal punto di vista di Kellen, eppure lo stile dell’autore mi piace. Ho apprezzato come riesce a gestire questo ragazzo, la sua caratterizzazione, l’alternarsi di grandi momenti di maturità per un quasi sedicenne, con momenti che fanno trapelare anche tutta la sua fanciullezza, la paura per un futuro che non desidera, per il mondo che gli è attorno. Paura di fallire, di perdere gli amici, di affrontare la solitudine. Paura di crescere, perché Kellen è in quel momento della sua vita dove non è un uomo, ma non lo si può considerare nemmeno un ragazzino ancora attaccato alle gonne di sua madre. Al contrario di molti suoi coetanei è intelligente, riesce a comprendere meglio di loro l’animo umano, il futuro. Riesce a vedere la differenza tra le persone nella sua stessa gente, come man mano tutti coloro senza poteri vengono sempre di più schiavizzati, resi dei servi senza aver possibilità di decidere o dire la loro, come se la magia li rendesse superiori, migliori. Cosa non vera: la magia e il potere non hanno reso migliori gli Jan’Tep, tutt’altro, li hanno resi avidi, cattivi e perennemente impauriti. Pronti a creare leggende su qualcosa di terribile che presto tornerà ad attaccarli per non affrontare i loro crimini, il senso di colpa e la paura di essere puniti.
Senza magia non sono nulla, ma anche con quella hanno bisogno di servi, di qualcuno che compia gli atti più semplici per loro, ecco perché i membri senza poteri delle famiglie man mano vengono fatti diventare alla stregua di schiavi, senza diritti, senza la possibilità di difendersi o poter esprimere la propria opinione.
La caratterizzazione dei personaggi è sorprendente in questo libro; Kellen è un personaggio interessante, come ho accennato sopra è intelligente, più dei suoi coetanei, e non si arrende al suo destino in nessun modo. Anche se ammetto che, per quanto siano ben caratterizzati, ne ho trovati alcuni un po’ troppo stereotipati. Partiamo dalla famiglia di Kellen: un padre severo, una sorellina saccente e la madre che è un mix tra mamma chioccia e una figlia dei fiori; ovviamente tutti belli, bravi e intelligenti, portati per la magia, tranne questo povero ragazzo. I loro comportamenti sono un tantino prevedibili, come ho trovato abbastanza stereotipati amici e antagonisti.
Gli unici personaggi che escono fuori dai soliti schemi sono Ferius Parfax e l’imperatrice vedova. Per me è molto strano che apprezzi due personaggi femminili, eppure queste due donne sono forti e complesse in maniera differente ed entrambe sono legate ai Jan’Tep e trovano qualcosa di speciale in Kellen.
Concludendo, ho apprezzato veramente questo libro; è scorrevole e ben scritto, ambientazione e personaggi sono ben descritti, ma sopra ogni cosa è la differenza di come è impostata la trama che ho apprezzato: Kellen non è l’eroe perfetto, il protagonista che dopo ogni caduta si rialza e diventa più forte, una sorta di Dio in terra. No, Kellen può essere visto come un antieroe, come qualcuno che combatte per andare avanti, per uscire dalla disperazione in cui è caduto, che sfrutta le sue doti, anche se spera fino all’ultimo di poter essere come la sua gente, almeno fino a quando non si rende conto che non vuole essere come loro.
Non vedo l’ora di leggere il prossimo volume, per scoprire cosa ne sarà di questo ragazzo, di che avventure vivrà, a quante persone dovrà salvare la vita.
Cinque piume le merita tutte.
Ho saputo di questo libro quando è uscito e onestamente la cover non mi aveva attirata, le carte non è che mi piacciano tanto, poi però la trama mi aveva un po' incuriosita. Ho letto diverse opinioni positive e, aggiungendo anche la tua...sono veramente propensa a leggerlo ;)
RispondiEliminaC'è tutto un perché sulle carte, ma non lo sto a svelare.
EliminaIo lo avevo visto in inglese. Ero pronta a leggerlo in lingua originale poi per caso ho scoperto che il primo era uscito in italiano.
È molto carino, com ho scritto, è per un target molto giovane, ma nemmeno troppo.