Buongiorno. Oggi vi parlo di un romanzo self scritto da un autore che apprezzo moltissimo: Ripetizioni di matematica (Migliori amici vol. 1) di Edoardo
B.
Trama:
Tom è un diciottenne all’ultimo anno di liceo, studioso e un po’
impacciato. Nicola è un diciannovenne ricco, ripetente, gay dichiarato e pieno
di talenti artistici. Li unisce un fortissimo sentimento, sbocciato dopo
l’incidente che ha sconvolto la vita di Nicola. Tom e Nicola sono Migliori
Amici, ma il loro legame va ben oltre l’amicizia. Sono ragazzi di provincia, e
le loro esistenze si intrecciano a quelle dei rispettivi fratelli, genitori,
amici e potenziali partner. In particolare, Tom rimane folgorato
dall’affascinante professore che gli dà ripetizioni di matematica, un uomo
sposato, sicuro di sé e dalla vita apparentemente perfetta.
Migliori Amici è una storia sull’amicizia, sull’amore e sulle loro tante declinazioni. Ma è anche una storia dove le incomprensioni, i rimpianti di quel che è stato e non tornerà più, e i segreti che ognuno cela nel proprio cuore rivelano uno spaccato di vita assolutamente vivo e reale.
Nota: primo libro di una serie di due volumi.
Migliori Amici è una storia sull’amicizia, sull’amore e sulle loro tante declinazioni. Ma è anche una storia dove le incomprensioni, i rimpianti di quel che è stato e non tornerà più, e i segreti che ognuno cela nel proprio cuore rivelano uno spaccato di vita assolutamente vivo e reale.
Nota: primo libro di una serie di due volumi.
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Non
è la prima volta che mi trovo a recensire un libro di questo autore. Vi avevo
già parlato tempo fa di “Nel nome del padre” (trovate la recensione qui), edito
da eroscultura.
Questa
volta il libro di cui vi parlo, però, non è nella categoria degli erotici,
anche se non è comunque un romance. Edoardo B. torna con un libro
autopubblicato, diviso in due parti (e già lo odio per questo, perché mi ha
lasciato in sospeso). Avviso che questa recensione potrebbe contenere qualche
spoiler, cercherò di limitarmi.
Mi
piace molto lo stile dell’autore, e devo dire che ho apprezzato forse di più
questo romanzo che quello precedente. Sarà che questo romanzo ha una trama un
po’ più elaborata, dato che ci sono più personaggi (d’altronde è un romanzo
corale) e le parti erotiche sono presenti ma non eccessive, ma se Nel nome del
padre mi era piaciuto, questo l’ho letteralmente adorato.
Innanzitutto,
trovo un’enorme differenza tra i suoi romanzi e i gay romance che leggo
abitualmente, scritti da donne. È come se si vedesse che dietro c’è un uomo,
perché le descrizioni sono diverse, risultano più vere, non so come spiegarlo.
La depressione di Nicola è vera, è descritta benissimo, senza mai sminuirla né
svalorizzarla.
I
personaggi li ho trovati ben caratterizzati, e si vede che l’autore ha studiato
psicologia perché i problemi psicologici dei vari personaggi sono descritti
alla perfezione, si vede proprio che c’è una conoscenza dietro diversa da una
semplice ricerca fatta in rete.
Adoro
soprattutto il personaggio di Nicola, mentre odio profondamente Luigi: troppo
perfettino per i miei gusti.
Riguardo
alla trama, devo dire che l’autore è riuscito a sorprendermi: per tutta la
prima parte del libro mai avrei pensato che potesse succedere qualcosa tra
Thomas e il professore. Ero convinta che Thomas si fosse fatto solo delle pare
mentali, che non stavano in piedi, aveva voluto credere a dei segnali che
vedeva solo lui, invece mi sono dovuta ricredere: i segnali erano reali, a
quanto pare.
Così
come ci sono rimasta di sasso quando si è scoperto il numero di figli di
Riccardo, capendo così che non era in crisi con la moglie, ma la situazione era
diversa.
L’opera
è sicuramente ben gestita, e ho capito quanto l’autore sia maniacale nella
scrittura, tanto da ricontrollare più volte il manoscritto per eliminare i
refusi. Qualcosa gli è comunque sfuggito, ma non ha nulla da invidiare dai
romanzi editati e corretti da una casa editrice, la qualità del romanzo è
altissima.
Ho
solo notato una discrepanza verso la fine, una cosa che secondo me non sta in
piedi: Thomas si fa coprire da alcuni amici, che non sanno che è gay, per
uscire con Riccardo. La cosa mi ha lasciata alquanto perplessa, perché se io
fossi stata in uno degli amici avrei iniziato a sospettare che Thomas fosse
gay, quindi per me quella parte non ha molto senso. Certo, se avesse detto che
doveva vedersi con una ragazza (e non con un amico), magari poi volevano
vederla anche loro, ma se per vedere un amico hai bisogno di copertura, i
sospetti verrebbero a chiunque, e non mi aspettavo che si scoprisse così con
loro.
È
stata l’unica discrepanza del romanzo, che non influirà sul voto finale, che è
comunque un cinque piume piene.
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