Cujo di Stephen King



A Castle Rock, una sonnolenta cittadina del Maine, la vita scorre sui soliti binari. Cujo, il docile San Bernardo del meccanico, scorrazza libero per la campagna, finché una notte il suo padroncino, aprendo la porta del ripostiglio, non vede emergere dalle tenebre due occhi infuocati. Chi è la creatura diabolica che da quel momento comincia a seminare ovunque terrore e desolazione? È forse Cujo che, diventato idrofobo, si è trasformato nell'incarnazione stessa del male?


Nella mia missione per recuperare tutta la produzione di Stephen King, mi sono imbattuta in Cujo, romanzo che avevo comprato mesi fa e che ancora non avevo avuto il piacere di leggere.
Mi era stato raccomandato da più persone, che mi avevano assicurato su quanto fosse bello.
Devo dire che ne ho pienamente trovato conferma.
Cujo è un romanzo che inizia in maniera un po' lenta: non nel senso di noiosa, ma nel senso che ci mette un po' ad arrivare al punto.
Nella prima parte, il lettore prende confidenza con i personaggi, familiarizza con loro, con le loro vite e le loro storie personali.
Tutto sembra procedere tranquillamente, nonostante ci sia un sottile strato di inquietudine sottostante che lascia presagire ciò che accadrà nella seconda parte.
Una volta che King ci ha fatto conoscere ed affezionare ben bene ai personaggi, compreso il cagnolone Cujo, ecco che la situazione comincia a cambiare.
La seconda parte di questo romanzo è una linea unica di tensione, che mi ha tenuta incollata alle pagine, incapace di staccare gli occhi dalla parole.
Questo libro è stato capace di scuotermi come non avrei immaginato. Per me è sempre stato difficile approcciarmi a King, perché sono una fifona. I primi romanzi che ho letto mi hanno impressionata parecchio (Misery mi fa rabbrividire ancora oggi) ma poi, a lungo andare, mi sono abituata.
In questo romanzo, ho sentito di nuovo la vecchia sensazione di orrore e paura che ti sale da dentro.
Non perché sia particolarmente splatter o perché abbia componenti horror vere e proprie. No, è la tensione, l'ansia, il temere che succeda qualcosa, ma allo stesso tempo che non succeda nulla.
C'è una parte che ne è piena, che straborda di questa tensione. Ed essa si trasmette al lettore, che da un lato non riesce a smettere di leggere, vuole sapere cosa succederà, ma allo stesso tempo è terrorizzato che succeda proprio ciò che teme di più.
King è un vero maestro a creare questo tipo di clima e come costruisce lui un arco narrativo pochi riescono a farlo.
Cujo non mi toglierà il sonno, questo è certo. Non è un horror, come dicevo qualche frase fa. Ma sicuramente mi ha scombussolata, mi ha fatto provare cose contrastanti e credo che questo fosse l'intento dell'autore.
King si dimostra ancora una volta Re di nome e di fatto. Non vedo l'ora di passare al prossimo suo romanzo.
Se avete consigli, sono aperta a qualsiasi suggerimento. Fatemi sapere qual è il vostro libro di Stephen King preferito!

Alla prossima recensione.


Commenti

  1. Quanti ricordi! Ricordo che "Cujo" fu anche tra le mie primissime letture firmate Stephen King! *____*
    Ultimamente ho un po' perso quel particolare senso di empatia e fiducia che mi legava a questo autore (colpa di alcuni suoi titoli recenti che non mi hanno particolarmente convinta, tipo "Revival" o "Sleeping Beauties"), ma la verità è che una parte di me resterà sempre affezionata a questi personaggi, e alla mitica città di Castle Rock! ^^

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    1. In parte ti capisco. Revival non ha fatto impazzire nemmeno me. Sleeping Beauties non l'ho ancora letto, per il momento mi dedico ai suoi romanzi più datati, in quanto sono una sicurezza assoluta :)
      Sono ancora indecisa sul prossimo, ma sto considerando Cuori in Atlantide.

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