Trama:
Alle ragazze ho sempre raccontato puttanate sul significato di quelle cicatrici: un incidente in motorino, una brutta caduta dalla bici, ne inventavo sempre una diversa. Ma con Michele sono stato sincero fin da subito, quando ho visto lo shock sulla sua faccia appena mi ha tolto la maglietta. Ho provato a mentire di fronte a quei bellissimi occhi scuri, colmi di onestà e sofferenza per una vita vissuta nel rifiuto, ma non ce l’ho fatta. Lui mi stava dando tutto se stesso quella notte e io volevo dimostrargli di essere altrettanto coraggioso.
Che cos’è la normalità? Marco se lo chiede ogni giorno, combattendo i fantasmi del passato e quelli del presente. Un uomo, un vero uomo, non si farebbe abbattere così facilmente dalle difficoltà, non farebbe soffrire le persone a cui è legato, invece lui non è capace di farlo, nasconde la verità, cela il fatto di provare attrazione per gli uomini, perché, sì, un vero uomo dovrebbe volere una famiglia, vita e abitudini normali, non essere una delusione anche per se stesso. Michele invece infrange tutto ciò che Marco ha sempre cercato di combattere, lo fa sentire virile, vivo, è il suo tutto, ma questo sembra non bastare per ridargli indietro ciò che lui più cerca.
Un nuovo racconto della serie How To Disappear Completely, dalla penna magnetica di Elle Eloise, Brucia l’inverno è la storia di un ragazzo che cerca dentro sé la forza di amare, ma non sa che per farlo si deve accettare di essere amati.
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I blog tour mi stanno appassionando, quando li faccio i libri sono sempre stupendi. In questo caso non è propriamente un libro, ma un raccontino di una cinquantina di pagine. Una novella che, da quanto ho capito, è la prima storia M/M dell’autrice. Una novella venuta più che bene.
Brucia l’inverno non è il solito racconto romance, la storia d’amore con il solito e vissero tutti felici e contenti. Più che altro l’ho vista come un percorso psicologico, ma anche di crescita. Il protagonista, nonché voce narrante della storia, ci racconta della sua vita, ci parla di lui, della sua famiglia, di come ha sempre considerato suo fratello un eroe, soprattutto dopo che li ha salvati tutti da un padre e marito violento. Quell’eroe che sembra essersi smarrito nel momento in cui ha perso le persone a cui era più legato.
Questo racconto viaggia su due binari paralleli: da una parte c’è la famiglia di Marco, con i timori del ragazzo: ha paura di perderli, che venga rifiutato se dicesse loro di essere gay. Lo ha visto, è quello che è accaduto a Michele, il suo ragazzo, il suo primo amante, colui che pian piano lo sta facendo scendere a patti su chi è realmente.
L’altro binario è la storia tra Marco e Michele: le paure del primo, il desiderio di rimanere nascosto, mentre nell’altro c’è la speranza. Speranza che un giorno lui e Marco possano vivere la loro storia senza paure e doversi nascondere.
Speranza di essere riaccolto da una famiglia che lo ha cacciato di casa quando ha detto loro della sua omosessualità.
In poche pagine l’autrice, che non conoscevo, mi ha fatto versare lacrime, mi ha incantato con questo racconto pieno di sentimenti ed emozioni. Mi ha incantato con il suo stile e la sua prosa, quasi poetica, direi.
Mi è piaciuto, con un finale sospeso, ma l’ho veramente apprezzato.
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Maltrattamenti e coming out nel mondo lgbtq+
Brano di un articolo di Repubblica:
...l’omofobia non è solo lo sconosciuto che offende e aggredisce per strada, ma ha anche il volto di chi ti cresce, di chi dovrebbe amarti. Lo raccontano, in vista della giornata contro l'omofobia, queste e altre le denunce raccolte dal numero verde contro l’omotransfobia Gay help line.it (800 713 713) che in un anno ha ricevuto 20mila chiamate, conversazioni in chat, mail , di cui il 70% per omofobia, 3200 da minori e e ben oltre 400 segnalazioni di maltrattamenti gravi a teeangers, soprattutto da parte dei familiari. Qui potete trovare il resto di questo articolo su Repubblica, girando sul web ce ne sono molti altri. Ma girando sul web ho trovato non solo articoli, ma anche un numero e il link alla Gay help line.
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Da questo punto inizia l’approfondimento di questo raccontino. In molti casi avrei potuto scegliere l’ambientazione, leggendolo mi sono accorta che l’autrice ha citato alcuni brani musicali, avrei potuto fare una playlist. Insomma una storia romantica, con un finale aperto, ma tendente al lieto fine, eppure in questo racconto vengono accennati argomenti reali, che non sono inventati dagli autori. Argomenti che in molti romance ne parlano, ma fino a un certo punto, perché il genere è un genere di svago, leggero, dove il lettore desidera una storia romantica e un lieto fine. Si accenna alle sofferenze del passato dei vari protagonisti, ma poi tutto termina con "e vissero felici e contenti". La realtà non è affatto così, è molto più cruda, più cattiva e molte volte non ha il lieto fine che ci si aspetta.
L’autrice nel romanzo accenna a due particolari cose: Marco che non vuole rivelare la sua omosessualità alla famiglia per paura di non essere accettato e cacciato di casa, perdendo tutto quello che ha di più caro. Perdendo la sua famiglia, le persone a cui vuole bene, pertanto preferisce rimanere nascosto, piuttosto che dichiararsi.
Michele è differente, lui ha rischiato, non desiderava più nascondersi, ha detto alla sua famiglia di essere gay e loro non hanno capito, non lo hanno accettato, improvvisamente hanno smesso di volergli bene, cacciandolo di casa.
I due avvenimenti sopra citati sono all'interno della novella in questione. In questo caso è solo una storia, sono finti, eppure non sono così rari o assurdi da non avvenire, da non capitare. Molti ragazzi più o meno giovani tengono nascosta la propria omosessualità, hanno paura a dichiararsi e non dico a tutti, ma in primis alle persone che hanno accanto, la paura, quello che probabilmente sentono dai genitori, li spaventa e così preferiscono rimanere nascosti, muovendosi nell’ombra, sopprimendo la loro natura, cercando di essere “normali”; ma chi decide cosa è la normalità? Molti genitori, anche se siamo nel 2018 non lo capiscono, ancorati non si sa bene a cosa, dubito perfino alla fede, oramai anche quella è solo una scusa per dare contro agli altri. Sono aggrappati all'ignoranza, seguendo la via più facile, ovvero quella dove non pensare e seguire il branco crea meno problemi, che poi si faccia soffrire un bambino, un ragazzo, un uomo, non ha importanza, tanto loro sono diversi, no?
Li cacciano di casa, e per quanto sia doloroso, spregevole, schifoso, forse è meglio per quei ragazzi che hanno avuto il coraggio di venire allo scoperto; dovranno lottare sicuramente, ma almeno il loro mondo, la loro vita sarà di più ampie vedute, potranno viverla senza doversi sentire perennemente in colpa, ma con una ferita difficile da cicatrizzare, quella dell’abbandono di chi avrebbe dovuto amarli in qualsiasi caso.
Essere cacciati di casa per alcuni di loro è una fortuna: ho letto articoli che mi hanno fatto accapponare la pelle, genitori, quegli stessi genitori che scatenano una rivoluzione se il figlio viene rimproverato dalle maestre; che lo difendono a spada tratta anche davanti all'evidenza, improvvisamente si trasformano in aguzzini. Un padre che ha dato fuoco al figlio perché gay, portati dall'esorcista e tanto altro. Molti sono spinti al suicidio, a infliggersi dolore, quando l’unica cosa di cui avrebbero veramente bisogno e della loro famiglia, di quei genitori, dei fratelli che guardandoli non li giudicano od odiano, ma continuano ad amarli e proteggerli.
Questo approfondimento, più che nozionistico è diventato un fiume di pensieri che fluiscono senza fine, molto viscerale, mi sono lasciata prendere dai sentimenti, ma girando su Google alla ricerca di informazioni, più che articoli approfonditi, che parlino di come evitare che le famiglie stesse facciano del male ai loro figli, ho trovato solamente eventi drammatici, che mi hanno fatto accapponare la pelle. Ho letto di tutto e digitando: maltrattamenti ai figli gay da parte delle famiglie. Sono venuti fuori articoli su articoli, che scorrevano negli anni, le prime pagine dedicate solo a quelli da inizio 2018 a ora.
La mentalità delle persone, di troppe persone è bloccata a un passato lontano, ma i tempi cambiano e i propri figli non bisogna istigarli all'odio e alla paura.
Chi va a letto con chi, di chi si è innamorati non è quello che ci identifica, non siamo gay, etero, transgender e via dicendo. Siamo solo delle persone e ogni persona è alla ricerca della sua metà da amare.
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All'origine l’uomo nacque con una forma diversa rispetto a quella attuale.
Aveva quattro braccia, quattro gambe e due teste,
e queste formavano una perfetta simbiosi.
Un giorno gli dei, gelosi di tale legame, separarono quegli esseri unici
con un fulmine disperdendo le due distinte parti in tutta la terra.
Da allora, racconta il mito,
ogni persona dedica la propria vita a cercare la propria metà
quell’unico essere che potrà completarlo e renderlo felice.
Aristofane
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