In un mondo dove il BDSM fa parte della vita di tutti i giorni e le identità di Dom, sub e switch sono un insieme di istinti che caratterizzano ogni persona fin dalla nascita, Matt Steels è l’invidiato presidente di una delle società più ricche e potenti d’America. Uomo geniale e avvolto dal mistero, trascorre le sue giornate tra feste in cui passa da un sub all’altro, sempre nascosto dietro ai suoi caratteristici occhiali da sole, e lunghe ore chiuso nel suo appartamento in perfetta solitudine, schiacciato da un segreto che lo costringe a una vita vuota.
Lucifer è un assassino appartenente a una delle gang più pericolose di New York. Di lui si conoscono solo il suo alias e la pericolosa efficienza con cui riesce a far sparire i suoi bersagli; ciò che nessuno sa è che si tratta di un uomo in fuga, tormentato da un passato di sangue e violenza, desideroso solo di lasciarsi ogni cosa alle spalle.
Il suo futuro è una speranza sempre più tenue, che non è certo di poter concretizzare.
Il futuro di Matt, anche se meno incerto, sembra destinato a dipanarsi nella prevedibilità di una routine ormai collaudata e priva di grosse emozioni. O, almeno, è ciò che crede fino a quando l’incontro con quell’assassino dal sorriso beffardo e le movenze di una pantera non gli stravolgerà la vita e non porterà alla luce il segreto che lui aveva cercato di dimenticare.
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RECENSIONE
Questa è la mia prima recensione sul blog e, tra parentesi, sono felicissima di esordire con un romanzo di Mary Durante! Tra poco vi spiego il perché.
Mi presento in due righe: mi chiamo Ilaria, ho ventisei anni e l’unica cosa che amo più del cibo è la lettura. Leggere e scrivere sono due cose che farei sempre, H24, senza sosta (e di solito lo faccio, quando sono ispirata oppure ho in mano un libro bellissimo).
Ma torniamo alla protagonista di questa recensione: Mary! Era così che si faceva chiamare su quel sito disagiato di nome EFP. O meglio, Bluemary.
La conosco di fama perché era una delle autrici più seguite (e più apprezzate) in quella che una volta era una community davvero enorme per gli standard dell’epoca, molto prima che arrivasse Wattpad con le sue zampone di stampo canadese a fare da concorrente. Quando Bluemary faceva innamorare i lettori con le sue fanfiction, io avevo tredici anni, i miei si erano finalmente decisi a installare l’ADSL a casa e a comprarmi il mio primissimo pc portatile (poi tragicamente bruciato per l’uso eccessivo). Da allora sono passati altri tredici anni, ma Bluemary non l’ho dimenticata. Chi regala sogni non si dimentica mai.
La cosa divertente sapete qual è? Io non avevo la minima idea che Bluemary fosse Mary Durante. Ho letto il suo libro, mi sono fatta le mie impressioni, e quando sono arrivata alla fine del romanzo… puff! La biografia dell’autrice. Be’, vuoi non leggerla?
È stato lì che ho letto dello pseudonimo. Credo di essermi soffocata con la mia stessa saliva.
In ogni caso, Mary o Bluemary non ha deluso le mie aspettative.
L’autrice ci trasporta in un mondo distopico dove l’intera popolazione mondiale è suddivisa per indole: dominanti (Dom/Domme), sottomessi (sub) e switch (più rari; coloro che sono l’una e l’altra cosa, a seconda delle circostanze). Un’esasperazione di quella che oggi è la comunità BDSM, dunque.
Nonostante si tratti di un romance dai toni cupi, la storia d’amore è sapientemente incorniciata da una trama ben più complessa, fatta di politica, vendetta e riscatto, ma soprattutto affronta un tema molto interessante, quello della parità, in questo caso non dei sessi bensì proprio dell’indole.
Se non avete molta confidenza con la realtà BDSM forse è più difficile apprezzare lo sforzo di Mary di far arrivare un messaggio molto chiaro e sempre oggetto di dibattito: i sub non sono inferiori ai Dom e i Dom non hanno diritti sui sub se non quelli che questi ultimi danno loro, per scelta.
Dimenticate l’idea alla 50 Sfumature secondo cui il Dom è la personalità autoritaria, di classe alta, ricca, ai vertici del potere, e dimenticate il sub come il soggetto remissivo e bisognoso di protezione. Lo sa bene il protagonista di “Come Ombre nella Notte”, Matt Steels, uno degli uomini più facoltosi e influenti del Paese, presidente di una delle più grandi società di sviluppo software (la Steels Tech and Development), costretto a nascondere a tutti la sua vera identità di sub per non perdere di credibilità d’innanzi al suo Consiglio di Amministrazione e al resto del mondo.
L’unico che riesce a mettere a nudo le reali inclinazioni di Matt è Lucifer, un pericoloso assassino appartenuto al temuto clan dei Sons of Heaven.
I loro primo incontro è burrascoso: Matt lo salva da un’aggressione in un vicolo da parte dei suoi stessi compagni di gang e Lucifer decide di ringraziarlo… con un bacio. Nulla di tenero, anzi. Il bacio rude di un Dom che Matt accoglie con stupore e piacere, dimenticandosi chi è e cosa finge di essere. Poi Lucifer sparisce nella notte.
Nei giorni successivi, la mente di Steels non fa altro che tornare a quella sera, a quell’uomo, alle sensazioni che gli aveva fatto provare. Cerca di concentrarsi sul lavoro per non pensare, finché una sera torna a casa e lo trova lì, Lucifer, in tutta la sua sensuale e pericolosa bellezza.
I due iniziano così una relazione clandestina fatta di piacere, di sessioni BDSM e di scambi di battute magnificamente congeniati per portare avanti la trama, trasformando le pure scene di romance in una sfida a scoprire la verità l’uno sul passato e i segreti dell’altro.
Lo stile di Mary è impeccabile. Descrive molto bene, scende nei dettagli, usa un ampio vocabolario, ma la lettura risulta comunque leggera e scorrevole.
Niente di quello che scrive è superfluo. I capitoli sono progettati ad arte per portare avanti la trama e scoprire i personaggi man mano, perciò niente brodo. Ogni scena è un piatto ricco pronto da gustare.
Ciò che mi ha colpito di più in questa storia sono i dialoghi. Adoro i dialoghi. Se strutturati bene danno ritmo al romanzo, arricchiscono i personaggi e danno vita a scene di confronto molto belle; tuttavia, sono anche l’elemento più difficile della narrazione, la vera sfida dell’autore.
Be’, Mary ha dimostrato di saperne. I suoi dialoghi sono, a mio avviso, la parte migliore del romanzo. Meriterebbe di essere letto solo per il piacere di assistere agli scambi di battute dei personaggi, che sono davvero meravigliosi. Spesso eleganti, anche; si ha quasi l’impressione di osservare un incontro di scherma.
Matt e Lucifer sono molto ben costruiti. Entrambi hanno una personalità, delle paure, dei segreti, dei trascorsi e delle debolezze. Sono personaggi completi, che convincono fin dalle prime righe e che si ha voglia di conoscere sempre più a fondo.
Come autrice emergente, Mary ha tutta la mia ammirazione.
Consiglio la lettura di questo romanzo agli appassionati di romance M/M e ne farei arrivare qualche copia a certi soggetti della comunità BDSM che ancora non hanno capito che essere Dom non significa essere migliore.
Se proprio devo trovare dei difetti in questo libro, direi che sono titolo e copertina.
Ignoro chi ha realizzato la cover, ma credo sia opera di un dilettante. Bellissima la città in sottofondo, molto meno il prestavolto di Lucifer schiaffato in primo piano con le iridi palesemente ritoccate e il font del titolo così carico e… verde. Sembra più un urban fantasy dalla copertina, e non mi piace granché. Avrei fatto una scelta più semplice, meno ricca di elementi, ecco.
Il titolo invece non mi convince e basta, ma questo è un puro gusto personale. Penso che non valorizzi la storia come dovrebbe.
Comunque mi sento di dare 5 Piume su 5 a questo libro perché, nonostante sia una lettura fondamentalmente leggera, racconta una storia invece molto più complessa di quello che può sembrare e i miei complimenti vanno all’autrice per essere riuscita a metterla in piedi in modo molto intelligente, pur soddisfacendo le aspettative di lettori ai quali il romanzo si rivolge.
Il mio consiglio per Mary? Per il futuro, pensa in grande. Hai tutte le potenzialità per arrivare molto in alto, perciò sfruttale.
Un abbraccio,
Ilaria
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