Trama:
Quando al paleontologo Nick
Eisenberg giunge la notizia che qualcuno crede di aver trovato le ossa di un
velociraptor nell’Alberta, la sua curiosità prevale sul desiderio di restare a
Londra. Dopotutto, è uno dei più grandi esperti al mondo di predatori
preistorici e ha sempre voluto trovare i cugini nordamericani dei velociraptor.
C’è solo un problema: l’ambientalista Hunter Joseph. Mentre Nick supervisiona
lo scavo, Hunter si aggiudica il sostegno degli abitanti della zona e si oppone
alla distruzione del paesaggio portata avanti dai paleontologi alla ricerca di
ossa di dinosauri.
Nick e Hunter non riescono proprio
ad andare d’accordo. Hunter è un integralista perennemente imbronciato. Nick è
un nerd dalle vedute ristrette. Ma devono trovare il modo di lavorare nello
stesso sito senza uccidersi a vicenda, perché c’è qualcun altro lì fuori che
sembra determinato a causare a Nick più problemi di quanti possa immaginare.
Link acquisto: Cuore fossile
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Questa
penso che sarà una delle ultime recensioni dell’anno, insieme a una delle
ultime letture. Se l’anno dovesse finire ora a livello di lettura si
chiuderebbe in bellezza, perché questo titolo edito dalla Dreamspinner Press mi
ha veramente colpita per stile, ma soprattutto per la trama della storia e il
modo in cui è stata impostata. Io non sono molto esperta di archeologia, di paleontologia
e di scavi in genere, pertanto quando ho letto alcune cose riguardo agli scavi e a chi vi partecipa ho chiesto delle
delucidazioni a chi ne sa più di me ed è molto più esperto, e ho praticamente
scoperto che, anche se molto semplificato, per arrivare a tutti e perché rimane
un romance, dietro a questo libro c’è tanta ricerca e tanto studio sia per
quanto riguarda i luoghi, i dinosauri, sia per quanto riguarda i metodi di ricerca e di scavo
negli Stati Uniti d’America e in Canada. Quanto scritto non è inventato per
nulla, pertanto è un gran punto a suo favore.
Come
mio solito, prima di iniziare la vera e propria recensione di Cuore Fossile della Martin, farò una piccola digressione. Dunque, uno dei protagonisti è
un ambientalista e afferma che gli scavi archeologici e paleontologici “portano a rovinare l’ambiente e alcune zone
naturali molto belle, rovinando la natura e non solo, ma anche gli habitat di
alcuni animali che in quelle zone trovano cibo e rifugio e con l’arrivo
dell’uomo e in questo caso degli scienziati poi non tornano più, anche perché
la maggior parte delle volte questi stessi non ripristinano gli scavi come
erano prima dopo averli lasciati.”
Dunque, ho chiesto all’esperta in questione e mi ha detto che oltreoceano
percepiscono gli scavi in maniera differente che in Europa. Io per prima,
essendo nata e cresciuta a Roma, sin da quando ero piccola ho sempre sentito che, in alcune zone, alcuni lavori venivano fermati perché erano arrivate le Belle
Arti per studiare qualche reperto trovato. In Italia, in zone con un passato
storico lunghissimo come Roma, gli scavi, gli studi, sono un qualcosa di
normale, ma anche del tutto alieno a chi non è del mestiere. Molte persone, quando
pensano alle Belle Arti, pensano che siano una scocciatura, un ente che
potrebbe fermare un cantiere e un lavoro per un tempo indefinito. Lo stesso
vale per le ricerche in siti più famosi: raramente gli archeologi entrano
in contatto con i gruppi di studenti, soprattutto quelli giovanissimi. Quando
vengono organizzate delle visite guidate, le scolaresche hanno una guida,
qualcuno che spiega loro dove sono, accenni storici, ma non si avvicinano mai a
zone dove stanno lavorando.
In
America è difficile trovare siti archeologici o paleontologici all’interno di
grandi città; la maggior parte delle volte da quanto ho capito gli scavi
vengono fatti in zone rurali, in zone distanti dai centri abitati. In questo
caso, quando si tratta di dinosauri gli scavi vengono effettuati molte volte,
dopo le dovute ricerche sugli strati di terra in territori “selvaggi”, zone incontaminate
che, se non dovessero essere ripristinate dopo la fine degli scavi, potrebbero
andare perdute, come potrebbero andare persi alberi, piante e le zone in cui
alcuni tipi di animali trovano rifugio.
Pertanto,
con il tempo, oltreoceano sono nate delle figure che servono a collaborare
con gli archeologi e i paleontologi per ripristinare in seguito le zone di
scavo, ma soprattutto sono nate delle figure che fanno una sorta di pubbliche
relazione con i locali, con le persone che vivono accanto alle zone degli
scavi, in modo da educarli, da spiegarne l’importanza e prevenire scavi
clandestini.
Altro
punto molto differente che ho notato e che viene descritto nel libro è come quello che si potrebbe chiamare dilettantismo; con i dovuti permessi e i dovuti
soldi, sembra che in America tutti possano mettersi alla ricerca di ossa di
dinosauri; in altri casi, molti volontari, tra cui persone che non
hanno un titolo per farlo, aiutano nella ricerca di quel che rimane di queste
creature, e non parlo di studenti, ma proprio di volontari e appassionati.
Una
cosa che invece ho trovato molto carina - ho fatto anche qualche ricerca e da
quel po’ che sono riuscita a tradurre - è questa: sempre durante gli scavi, per
sensibilizzare le persone, ma soprattutto i più giovani, fanno delle visite
guidate con le scuole locali, in cui cercano di far avvicinare i ragazzi alla
scienza, in modo anche di soddisfare la loro curiosità.
Ecco finita
questa mia piccola parentesi, sicuramente poco accurata non essendo del
mestiere e avendo reperito non tantissime informazioni; era giusto
per spiegare determinati punti del libro, le visite degli studenti, anche tanto
giovani, ma anche il lavoro dei non addetti ai lavori all’interno di uno scavo,
soprattutto per tutti coloro che come me, non essendo del mestiere, avrebbero
potuto trovare strana la cosa.
Sul blog abbiamo già recensito un libro
di Anna Martin (potete trovare qui la recensione di Serelily del romanzo Cinque volte in cui il mio migliore amico mi ha baciato, e quella volta che l’ho baciato prima io), comunque di Cuore fossile sono stata
attirata dalla trama, dalla paleontologia, ma soprattutto dal fatto che qualche settimana fa sono stata a Milano e ho visto una mostra sui dinosauri ed
anche se era molto per bambini ne sono uscita esaltatissima; poi mi hanno
mischiato un m/m con i dinosauri e degli scavi e la mia curiosità è schizzata
alle stelle, curiosa di leggere come fosse stata impostata la storia. La trama, per quanto possa attirare l’attenzione del lettore e lo spinga a voler comprare
il libro, non è il massimo per avere un’idea, quindi quando hanno mandato la
mail per l’anteprima ho pregato Serelily di poterlo recensire io. Credo che un
pochino l’abbia salvata, ha tante recensioni di cui occuparsi e, come accennato
all’apertura di questo articolo, credo che sia stata una delle letture che mi
permetterà di chiudere l’anno in bellezza.
L’autrice ha creato una trama
interessante, trasportando il lettore nel mondo dei dinosauri, della
paleontologia e delle ricerche scientifiche in luoghi sperduti del Canada. Ma
non è solo questo, ha ricreato l’invidia e la rivalità che può esserci tra i
vari ricercatori, inserendo un tocco di giallo e di mistero che trasformano il
libro, rendendolo il perfetto mix tra un romance e un mistery. Nel mezzo c’è
anche il rapporto tra i due protagonisti, ma non è solo questo, perché la loro
relazione va ben oltre l’attrazione e il sesso. Hanno questo contrasto sul
lavoro: vedendo alcune cose allo stesso modo, ma essendo su due parti
differenti della barricata, si ritrovano perennemente in conflitto.
Per Nick, paleontologo, amante dei
carnivori, dei dinosauri in genere, dei velociraptor in particolar modo, della
scienza e anche di avvicinare i ragazzi a questa, la cosa più importante è il
suo lavoro, gli scavi, scoprire nuove specie e, per quanto si renda conto che
alcuni suoi colleghi, finito un lavoro, non preservano l’ambiente, riportando il
sito a come era prima del loro arrivo, mette le sue ricerche, la sua passione
davanti a tutto anche se sa che quello che dice l’ambientalista Hunter Joseph è
vero.
Hunter, da parte sua, come discendente
degli uomini delle Prime Nazioni, ama la natura, il luogo dove è nato e
cresciuto, ma soprattutto si rende conto di quanto il clima, la
desertificazione, l’inquinamento e soprattutto l’incuria da parte dell’uomo
stiano portando la terra sull'orlo del collasso e anche in modi poco consoni, aggressivi
in alcuni casi, cerca in tutti i modi di far vedere, di far comprendere che si
può fare tutto, anche partendo con piccoli passi o in uno scavo archeologico o
paleontologico e allo stesso tempo preservare l’ambiente; perché non sono gli
scavi in sé a rovinare i luoghi, ma è il disinteresse delle persone, dei
ricercatori e dei loro collaboratori.
Tutto questo traspare dai discorsi dei
due protagonisti, dalle loro litigate e diverbi. Inizialmente Nick pensa che
Hunter voglia rovinare il suo lavoro, lasciare quei dinosauri sotto terra,
ignorando quella vocina che gli dice che l’altro uomo per un verso ha ragione.
Da parte sua l’ambientalista ha inizialmente un approccio poco diplomatico con
lo scienziato, attaccandolo e soprattutto intrufolandosi sul luogo degli scavi
di nascosto per fotografare e raccogliere delle prove.
Man mano che il rapporto tra i due
uomini va appianandosi, lasciando da parte liti, diverbi e scazzottate e
facendo spazio anche all’attrazione che provano l’uno verso l’altro, inizia la
parte mistery del libro: sabotaggi, intrusioni nella zona degli scavi, minacce
e atteggiamenti intimidatori da figure misteriose. Avvenimenti che potrebbero
spezzare quell’esile legame di fiducia che è andato creandosi tra Nick e
Hunter.
Quello scritto dalla Martin è un libro
interessante, che fa nascere curiosità sia verso la paleontologia e i
dinosauri, sia verso i luoghi menzionati all’interno dello stesso romanzo; non parlo solo dell’Alberta e lo scavo protagonista, ma anche di altri zone
dove realmente sono state effettuate delle ricerche e dei ritrovamenti
importanti per quanto riguarda i grandi rettili ormai estinti: un esempio è il
deserto del Gobi, dove negli anni ci sono stati dei ritrovamenti di fossili e
ossa di dinosauri molto interessanti.
Anche per quanto riguarda il modo in cui
vengono descritti i grandi rettili, i loro nomi, gli accenni su come i segni
dei morsi sulle ossa possano avere un significato, è stato scritto con
cognizione di causa da qualcuno che ha fatto molte ricerche a riguardo, allo
stesso tempo però il romanzo rimane un romance e non un trattato di scienze.
Tutto è descritto in maniera semplice, approfondita, ma che in primis non annoia chi non è interessato all’argomento, ma soprattutto non prende il sopravvento
su quella che è la trama principale, ovvero la storia tra Nick e Hunter e anche lo
scoprire chi cerca di sabotare gli scavi, mandare via gli scienziati e
soprattutto perché lo sta facendo.
Lo stile della Martin l’ho trovato molto
molto scorrevole, scrive bene e la traduttrice è riuscita a enfatizzare i
personaggi, il libro e gli avvenimenti in maniera perfetta. Sin dalle prime
pagine sono stata catturata dalla storia e dai personaggi, tutti ben
caratterizzati con il giusto background e senza che quelli secondati venissero
lasciati da parte.
Il libro è descritto dal punto di vista
di uno dei protagonisti, Nick; il lettore vede e vive gli avvenimenti
attraverso i suoi occhi, allo stesso tempo però non si lascia manipolare dai
suoi sentimenti ed è qui che c’è la bravura dell’autrice, che è riuscita a far
trapelare i sentimenti e i punti di vista del professore, allo stesso tempo ha
lasciato spazio al lettore di farsi un’idea degli altri personaggi, di
immaginarli a modo suo, senza essere manipolato dai pensieri di Nick.
Come ho detto anche i personaggi
secondati hanno un ottimo background, ben caratterizzati e ben descritti.
Booner, migliore amico di Nick, è fantastico; l’ho adorato dal primo momento in
cui è comparso e mi ha fatto ridere dall’inizio alla fine, da quel che
significa il suo soprannome al modo in cui è cresciuto, ma soprattutto per
come si comporta è un mix tra un hippie, un esibizionista e uno scienziato
serio.
Tirando le somme ho veramente adorato
questo libro, mi è piaciuto il modo in cui l’autrice si è approcciata a quello
di cui stava scrivendo, con le dovute ricerche, ma anche facendo trapelare la
sua passione per i dinosauri. Allo stesso tempo ha trattato alla perfezione
argomenti importanti: non parlo sono della scienza, ma anche del problema
ambientale, del disinteresse dell’uomo e di come molte volte chi combatte, con
metodi più o meno consoni, venga deriso e considerato uno scocciatore.
Quello che ho terminato di leggere è
stato uno dei romance più belli in assoluto che abbia letto, perché è la
dimostrazione lampante che i libri dove ci sono storie d’amore, i romance,
possono essere costruiti in maniera approfondita, inserendo anche argomenti
importanti e soprattutto incentrando la storia su diversi fronti e non solo sul
sesso o sulla parte erotica, che c’è, non guasta ed è ben trattata, ma non è il
centro, non è il perno della trama. Ci sono momenti nel libro in cui i due
protagonisti fanno sesso, eppure sono giusti, arrivano al momento giusto e non
sono messi lì tanto per aumentare numero di pagine o far felici le lettrici.
Tutta la storia è ben costruita, ben delineata e ben curata.
Veramente i miei complimenti ad autrice,
casa editrice e a chi ha lavorato per renderle questo libro quello che è
arrivato tra le mie mani.
Si merita cinque piume.
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