Un uomo da buttare (The Heretic Doms Club #1) di Marie Sexton


Trama:
Dopo quattro missioni in Afghanistan, Warren Groves non riesce a riabituarsi alla vita da civile. Negli ultimi dodici anni, si è guadagnato da vivere con lavori bizzarri, e spesso illegali, per conto dei meno fortunati di Denver. La sua vita privata è ugualmente insoddisfacente. Riesce a ricordare a stento l’ultima volta in cui ha fatto sesso, per non parlare di quando ha preso qualcuno in modo duro e veloce, come piace a lui. Il destino si mette in mezzo quando, per fare un favore a un amico, conosce un gigolò piuttosto giovane di nome Taylor Reynolds.
Taylor ha trascorso gli ultimi anni da solo, lavorando come gigolò, andando a casa di chiunque gli offrisse un pasto caldo e un posto dove dormire. Gli piace che usino un po’ di violenza su di lui e propone a Warren un’offerta che non può rifiutare: tutto il sesso che vuole, rude e sporco quanto vuole, in cambio di vitto e alloggio.
All’inizio Warren pensa di aver vinto la lotteria. Taylor è il coinquilino perfetto: cucina, pulisce ed è una bomba a letto. Tuttavia, nella testa di Taylor ci sono dei demoni oscuri e dei desideri ancora più oscuri. Innamorarsi di qualcuno instabile come Taylor è già abbastanza pericoloso, ma quando i bisogni del ragazzo diventano davvero autodistruttivi, starà a Warren decidere quanto lasciare che le cose si spingano in là.

Link acquisto: Un uomo da buttare


***



Queste settimane la parola anteprima è stata cancellata dal mio vocabolario; sono in ritardo anche con questa recensione, ma fa nulla.
Marie Sexton è un’autrice che adoro, la trovo tra le migliori nell’ambito dei romanzi m/m e dal mio punto di vista potrebbe scrivere anche altro che sarebbe stupendo ugualmente. Ma la cosa più stupefacente è che quando inserisce il BDSM - che sia sadomaso e il piacere ricavato dal dolore, che sia una dominazione psicologica - le sue descrizioni, il suo modo di trattare il genere sono perfetti.
Dunque, so che sono una rompiscatole, ma so anche che vi mancano le mie digressioni. 
Chi segue il blog da un po’ sa perfettamente che io sono non dico una perfezionista, ma amo che quando si parla di determinati argomenti lo si faccia con cognizione di causa. Non smetterò mai di ripeterlo, ma chi scrive ha una sorta di responsabilità verso i lettori, pertanto non può fare di uno stalker o un amante manesco un principe azzurro, come non si può trattare di BDSM in qualunque sua forma come se fosse un passatempo o una cosa che può fare chiunque; ci sono delle regole, sicuramente non ci si alza di mattina e si decide che si prova piacere attraverso il dolore o tramite la dominazione e la sottomissione. Potete leggere qui l’articolo in cui parlo del BDSM.
Per un lungo periodo ho smesso di leggere libri in cui viene praticato il BDSM perché chi li scriveva non aveva fatto le giuste ricerche, semplificava il tutto, fino ad arrivare a trovarmi davanti cose illeggibili. Fino a quando non mi sono imbattuta in Marie Sexton, che inseriva in maniera molto delicata una forma di BDSM, una forma eretica di BDSM, proprio come si chiama il club a cui appartengono alcuni personaggi di questo romanzo. 
Tornando al mio discorso, il primo libro della Sexton che ho letto e cui parlava in maniera particolare, ma anche approfondita del BDSM è stato un fantasy: Il canto di Oestend, potete trovare qui la mia recensione, un libro dove lo ha inserito sia con cognizione di causa, ma in maniera delicata, erotica ed eccitante, libro tra l’altro consigliatissimo anche per trama e stile.


Quando ho letto la trama di questo libro non ho fatto per nulla caso né che appartenesse a una serie e tanto meno che fosse un libro BDSM: le cose non sarebbero state differenti perché, come ho detto, Marie Sexton sa come si scrivono le storie BDSM, ma soprattutto è perfettamente consapevole di come si gestiscono i personaggi problematici, con un passato doloroso e i fantasmi che non fanno altro che perseguitarli.
Iniziamo parlando della trama: la storia di base è un romance, una storia d’amore, molto erotica, eppure al contrario di molti altri libri l’amore non è il perno che manda avanti gli eventi.
Warren e Taylor si conoscono per caso, quando il primo, il cui lavoro è molto discutibile, accetta di fare un favore a un amico e si mette alla ricerca del giovane ragazzo, un gigolò che trova di tanto in tanto un amante, qualcuno a cui offrire sesso in cambio di vitto e alloggio. Il primo incontro tra i due è burrascoso. Taylor fa la solita proposta al più grande, Warren: sesso in cambio di un luogo dove vivere, questo fino a quando uno dei due non si stuferà o fino a quando Warren non deciderà di buttare fuori il ragazzo più giovane.
Proprio come afferma la quarta di copertina: per Warren, Taylor è il coinquilino perfetto, silenzioso, pulito, cucina ed è una bomba a letto, questo fino a quando i demoni nella mente del più giovane non emergono. Demoni che lo spingono verso l’autodistruzione, verso il dolore, verso l’autolesionismo. Il dolore, quelle punizioni che cerca, che si infligge, che desidera, lo calmano. Pensare di essere punito riporta la sua mente, il suo essere in uno stato di tranquillità, fino a quando almeno l’oscurità non si impadronirà nuovamente di lui.
Il personaggio di Taylor è descritto in maniera perfetta: la sua disperazione, questi momenti bui che gli fanno desiderare dolore, l’essere punito e umiliato hanno radici lontane, un senso di colpa che il ragazzo si porta dietro da molto tempo, ma non solo; c’è molto altro e pian piano Warren si rende conto che lui non è adatto per curarlo, non riesce a fare del male a quel ragazzo, a punirlo o umiliarlo. Perché, per quanto ami il BDSM, l’umiliazione non gli è mai piaciuta. E così, l’animo da cavaliere senza macchia di Warren viene fuori, in qualche modo decide che deve aiutare Taylor. Non lo fa solo per vocazione, certo, con il passare dei giorni, delle settimane, quel ragazzo tanto giovane e tanto ferito gli è entrato dentro, gli ha fatto perdere la testa.
Lo stesso Warren ha un passato pieno di cicatrici, quelle della mente e dell’animo poi sono molto più profonde rispetto a quelle che ha sul volto, ma mentre Taylor cerca di andare avanti attraverso l’umiliazione, vendendo a chiunque il suo corpo, cercando uomini disposti a fargli del male, Warren da parte sua cerca di colmare il senso di colpa attraverso la redenzione, aiutando gli altri, gli indifesi, i bisognosi anche attraverso dei lavori non proprio legali.


E così leggiamo di due uomini soli, di un passato oscuro per entrambi e un dolore che si portano dietro. Cicatrici nell’animo e sul corpo e una ricerca di redenzione che sembra non arrivare mai, almeno fino a quando non si incontrano.
Sembrano essere due anime gemelle Warren e Taylor, l’uno ha bisogno dell’altro, l’uno completa l’altro, ma non è solo questo. Warren comprende anche che in qualche modo può aiutare quel giovane che giorno dopo giorno va verso l’autodistruzione.
Questo libro di Marie Sexton è una storia d’amore, una storia erotica, ma allo stesso tempo è un racconto cupo e duro. Un racconto che mostra quanto i demoni nella mente delle persone, le cicatrici e un passato oscuro possano far male, possano portare verso l’autodistruzione.
Un uomo da buttare è un romanzo forte, molto forte, che mi ha fatto versare tante lacrime, che mi ha scioccato un po’. Ci sono delle scene particolari, in cui penso che bisogna avere il pelo sullo stomaco, perché non sono scene erotiche; molti potrebbero vederle a quel modo, ma non è così. Una forma di punizione, di umiliazione, mentre un uomo innamorato vede l’oggetto dei suoi desideri, il ragazzo che ama desideroso di sentire dolore, di essere punito per colpe che non ha.
Un libro introspettivo, pieno di emozioni e gestito in maniera impeccabile dall’autrice che, oltre a descrivere le pratiche del BDSM, entra nella mente dei suoi personaggi, facendo affluire e dirigendo verso il lettore i loro sentimenti, il loro dolore, ma anche l’amore che man mano sta nascendo.
Questo primo libro della serie The Heretic Doms Club è stato una vera e propria sorpresa; la Sexton come autrice è brava, ma con questa serie ha dimostrato ancora di più le sue doti di autrice e la sua serietà per quanto riguarda trattare determinati argomenti.
Personalmente è un libro che mi ha toccato tantissimo. Entrambi i personaggi mi sono piaciuti, il modo in cui la Sexton li ha caratterizzati, ma non solo. L’intera trama può non essere particolarmente originale, eppure al tempo stesso è complessa: ogni evento, ogni cosa accaduta ai due protagonisti sono cose che fanno riflettere, fanno piangere e sono strazianti.
Come è straziante vedere due anime tormentate a quel modo, che ogni giorno combattono con i propri demoni senza però riuscire a vincerli. O forse non vogliono batterli, ma rimanere in quel limbo, in quei momenti di dolore, punendosi e affrontando faticosamente un giorno dopo l’altro della loro esistenza.
Venire fuori da quel circolo vizioso è difficile; non è che non ne hanno la forza, ma dentro di sé non lo desiderano, non lo vogliono, convinti che si meritino tutto quel dolore, quanto gli sta accadendo.
Altro punto a favore del romanzo sono i personaggi secondari, tutti coloro che ruotano attorno ai due protagonisti; personaggi ben definiti, ben caratterizzati che hanno un ruolo e anche loro delle luci e delle ombre che si portano dietro. Probabilmente scopriremo di più sugli amici di Warren nei prossimi romanzi, eppure anche in questo il loro carattere, la loro malinconia, il cercare di aiutare il prossimo in ogni modo, anche non propriamente legale è qualcosa che mi è piaciuto. Non sono personaggi perfetti, ma sono umani. Umani con le loro sfaccettature, con i loro demoni a perseguitarli e con i loro pregi e i loro difetti.

Un libro che mi ha conquistato, sia per trama che per stile. La Sexton non si smentisce mai e si merita cinque piume. Non vedo l’ora di avere tra le mani i prossimi romanzi.




Commenti