Briciola di Stella Bright


Trama:
Siamo arrivati a Kian Hall, il n. 10 dei Cardiffs Rugby.
Il regista della squadra, colui che ha il compito di trasformare la meta o effettuare un drop con precisione, concentrazione, sicurezza quasi matematica. Un ruolo importante. L’amore che posto ha nella sua vita, lui che spesso ha fatto da Cupido, soprattutto per suo fratello Lawrence? Anche questa volta c’è di mezzo Thor, e siccome è un cane a lui non importa se gli umani che ama siano maschi o femmine, ci andrà di mezzo un uomo di cui si fida: il veterinario.
Sorpresa! Anche Kian Hall si scopre ben poco preoccupato se il proprio cuore finisce fra le mani del veterinario: un uomo, e non per essere curato… beh almeno non in senso medico.


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Buon anno a tutti; decisamente in ritardo, ma sono qui con una nuova recensione. Ho letto questi libri nei giorni festivi, ma alla fine tra un impegno e l’altro ho rimandato tutte le recensioni al nuovo anno, sperando di riuscire a scriverle in tempi brevi.
Ci sono dei periodi in cui gli impegni e le cose da fare arrivano tutti assieme si sovrappongono, così anche se mi spiace tantissimo devo mettere da parte non le letture, ma quanto meno lo scrivere le recensioni. Un po’ mi sento in colpa, sia per chi segue il blog, ma soprattutto per i ritardi nelle anteprime che poi non sono più anteprime. Ho quasi un senso di malessere se non posso chiacchierare delle mie letture con chiunque e, se non scrivo recensioni, i miei sproloqui ricadono sui miei fratelli che non sono così pazienti.
Non ho mai letto nulla di Stella Bright fino a che non mi è arrivato tra le mani Briciola; per curiosità sono andata a curiosare su Amazon per vedere cosa altro aveva scritto e ho scoperto che il libro in questione è il terzo di una serie. Per quanto la trama, l'ambientazione e i personaggi mi incuriosissero tantissimo, non avevo proprio tempo di richiedere anche gli altri per la recensione; poi ho scoperto che gli altri due (che un giorno o l’altro recupererò) sono due romance het, quindi non mi sono sentita particolarmente in colpa a non leggerli. La storia di Briciola poi si legge in maniera tranquilla: ci sono alcuni riferimenti agli altri romanzi, ma più che comprensibili.


Dunque, torniamo alla recensione. Non ho mai letto nulla di questa autrice ma ne sono rimasta piacevolmente colpita. Mi piace il suo modo di scrivere, la passione che trapela in quello che scrive, nello sport di cui parla (anche se non è il fulcro principale della storia, ma lo è della vita di uno dei protagonisti). Descrive tutto benissimo e poi una cosa di cui un giorno mi piacerebbe parlare, mi incuriosisce e che trovo anche un argomento delicato è l’omosessualità nello sport.
In alcuni sport non se ne parla, come se non esistessero sportivi gay. Il rugby, per quanto a primo impatto sembri un ambiente macho, fatto di testosterone e uomini sudati e muscolosi, ha una mentalità molto più aperta. Ho dei vaghi ricordi su degli articoli di giornale letti in cui molti rugbisti facevano un calendario o qualcosa contro l’omofobia. Nella stessa presentazione al libro, la stessa autrice parla di alcuni atleti di questo sport che hanno fatto coming out e, per quanto nell’ambiente se ne sia parlato, probabilmente è finito anche sui giornali, la loro vita è continuata tranquillamente sia dentro che fuori dal campo. Ovviamente, per quanto uno speri che tutti siano aperti mentalmente e seguano la filosofia del vivi e lascia vivere, sicuramente qualcuno che ha commentato o insultato c’è stato, ma per il resto, come ho detto, come sport, sia per quanto riguarda gli stessi atleti, ma anche per le tifoserie, li vedo molto più tolleranti, tranquilli, educati. Poi ovviamente potrei dire una cretinata: non lo seguo tantissimo come sport, solo qualche notizia di tanto in tanto la leggo e poi ascolto il figlio dei vicini che ne parla, lui gioca e guarda le partite di rugby.

Lo so, mi dilungo sempre in chiacchiere, però credo che soffermarsi anche su alcuni punti importanti del libro sia importante; se per farlo bisogna allungare o chiacchierare che problema c’è?
Tornando alla recensione vera e propria, come ho accennato è il terzo romanzo della serie Cardiffs Rugby, ambientato a Cardiff, il cui protagonista è il numero dieci della squadra: Kian Hall.
Il personaggio di Kian è qualcosa di meraviglioso; se tutti fossero come lui nel mondo sicuramente ci sarebbero veramente molti meno problemi. Portando il cane dal veterinario una mattina, Kian scopre che l’uomo in questione, completamente differente da come lo ricordava, era un suo vecchio compagno di scuola di quando erano bambini. Un ragazzino, Chase, delicato e amante degli animali, partito per il Canada con la famiglia da un giorno all’altro.
Da bambini si conoscevano, Kian lo aveva protetto da alcuni bulli, ma la loro amicizia non era mai andata oltre, cosa che sembra cambiare nel momento in cui si rivedono dopo anni. Chase, oramai veterinario, non è più gracile e nemmeno ha bisogno di essere protetto da Kian: è un uomo atletico, con un bel fisico e dichiaratamente gay.
Man mano la loro amicizia diventa più profonda che in passato, peccato che per Chase la cosa sia difficile: si sta innamorando dell’affascinante atleta ed essendo l’altro etero, facendo un lavoro dove probabilmente l’omosessualità non sarebbe accettata, cerca in tutti i modi di tenere le distanze.
E da qui mi fermo con la trama, per dire che da quel momento in poi scoprirete come mai Kian Hall è un personaggio stupendo, credo uno dei più belli di un libro. Viene descritto dall’autrice come una vera pesta in giovane età, qualcuno amante degli scherzi e del divertimento, allo stesso tempo però crescendo è diventato molto riflessivo. Ha avuto delle ragazze, delle avventure, eppure con il tempo ha perso l’interesse per le avventure di una notte, pensando che per lui non sarebbe mai arrivato l’amore o di non essere proprio interessato al sesso.
Fino a quando non compare Chase; il veterinario mette in discussione tutto quello che sembra essere sempre piaciuto a Kian, solo che in molti altri casi alcuni uomini si sarebbero spaventati, avrebbero dato di matto, al contrario lui, come per ogni cosa, come fa sul campo, ha analizzato tutto per poi giungere alla conclusione che non ci sarebbe stato nessun problema. Dopo essere venuto a patti con se stesso ha anche informato la sua famiglia, i suoi amici come un dato di fatto, desideroso che fossero felici per lui per aver trovato qualcuno, ma di sicuro non cercando la loro approvazione.
L’ho veramente adorato come personaggio, i suoi pensieri, il modo in cui analizzando tutto giunge alla conclusione più semplice. Sembra un ragazzone semplice, amante dello sport e dal sorriso allegro, eppure non è solo questo. All’apparenza è molto di più, molto più complesso.
Il romanzo è stato una lettura interessante, uno sport romance differente dal solito; come ho detto, poi, l’autrice mi ha piacevolmente colpito sia con il tipo di storia, sia con il suo stile.
Veramente una lettura gradevole per passare una serata, quando avrò veramente un po’ di tempo cercherò di recuperare anche gli altri due.
Per ora consiglio a chi è appassionato di rugby e anche a chi non lo è di leggere questo romanzo, che si merita cinque piume.
Le prime cinque piume dell’anno da parte mia <3.

Complimenti all’autrice.



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