Harry Potter e la pietra filosofale di J.K.. Rowling


Trama:
Harry Potter è un predestinato: ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello di farsi ricrescere in una notte i capelli inesorabilmente tagliati dai perfidi zii. Ma solo in occasione del suo undicesimo compleanno gli si rivelano la sua natura e il suo destino, e il mondo misterioso cui di diritto appartiene. Un mondo dove regna la magia; un universo popolato da gufi portalettere, scope volanti, caramelle al gusto di cavolini di Bruxelles, ritratti che scappano...
Età di lettura: da 9 anni.




***




Come potete notare ho deciso di dedicarmi ai libri per ragazzi, perciò spero che in queste settimane riuscirò a postare diverse recensioni. Alcuni giorni fa ho scritto quella di un libro per un target molto giovane, ma che mi ha colpito molto: parlo di Cole Tiger e l’esercito fantasma, di un’autrice nostrana. Oggi al contrario vi parlerò di un classico per la letteratura per ragazzi, quello che sin dal suo esordio è stato un vero caso mediatico avendo un successo enorme in tutto il mondo: parlo del maghetto più conosciuto di tutti i tempi.
Ora, vi domanderete come mai io lo stia recensendo ora. Semplice! La prima volta che l’ho letto non ero una ragazzina, ma ero abbastanza giovane; fui presa dalla storia e divorai i primi quattro libri in una settimana, per poi attendere con trepidazione l’uscita di quelli a seguire.
Harry Potter in pochi anni è diventato un caso mediatico, creando un merchandising impressionante, aumentato ulteriormente con l’uscita dei film, ma anche con la creazione di Pottermore, un sito web dedicato interamente al mondo magico e ai personaggi della saga di Harry Potter e in seguito a quelle collegate, lanciato il 14 aprile 2012.
Chiunque, amante o meno della saga, dei libri o dei film conosce la sua autrice e quello che ha creato ed io, cercando di ritagliarmi un po’ di tempo, ho deciso di rileggere i libri e recensirlo, soprattutto dopo l’uscita di Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald. Il mondo cupo e a volte stravagante dove vivono i maghi, che è il nostro, ma visto con un’ottica differente, mi mancava. Mi mancava leggere delle sale di questa scuola di magia e stregoneria dove tutti saremmo voluti andare, ma soprattutto mi mancavano quelle emozioni e l’euforia che si impadronirono di me quando lessi il primo libro anni fa.


Partiamo con il dire che la saga di Harry Potter è tutta dal punto di vista del protagonista e la bravura della Rowling in questo caso è stata proprio questa: tutti i suoi lettori sono cresciuti insieme a Harry. Hanno conosciuto il mondo magico, la sua storia assieme a lui e tutto questo ha creato una sorta di empatia. Provavamo disperazione assieme a lui e odiavamo le persone che lui odiava. L’autrice ha creato una sorta di collegamento, come se i pensieri e le emozioni del giovane mago fluissero da lui per arrivare direttamente alla mente del lettore.
Non sono state solo le novità a far amare il romanzo, ma l’immedesimazione delle persone nel suo protagonista, soprattutto nei più piccoli.

Harry Potter e la pietra filosofale è il primo capitolo di una saga lunga sette libri. È il capitolo introduttivo che porta il lettore nel magico mondo di Hogwarts assieme al suo protagonista. Già, perché lo stesso Harry non ha idea dell'esistenza del mondo magico, seppur in questo tutti conoscano il suo nome, lo considerino una sorta di salvatore: il bambino che è sopravvissuto; lui stesso non ha idea di chi sia per i maghi. Fino all’estate in cui non ha compiuto i suoi undici anni, anche se la sua vita era cosparsa di avvenimenti strani, quasi assurdi, non si può dire che sia stata felice. Era ai limiti del maltrattamento, ignorato e schernito dalla sua stessa famiglia, o meglio da quella a cui è stato affidato: i suoi zii non lo amano, tutt’altro lo detestano e hanno paura di lui, con il terrore che possa essere come i suoi genitori.
Come ho scritto poco sopra questo primo libro è l'introduzione a una saga molto più lunga; è il capitolo che mette le basi a una storia complessa, bellissima, che crea tantissime domande alle quali man mano verranno date delle risposte. Con lo scorrere del tempo, con l’uscita dei libri, man mano si scoprirà che tutto è collegato. Che ogni affermazione, ogni parola detta ha un suo perchè, un motivo per essere stata pronunciata e scritta, come si risponderà alle domande di tutti i personaggi, anche dei più misteriosi.


Harry Potter e la pietra filosofale è il romanzo introduttivo a questa saga, un romanzo che letto da solo sembra un libro per bambini; come è scritto nella quarta di copertina è adatto dai bambini dai nove anni in su. Eppure, pur essendo veramente un romanzo per i più giovani, scritto in maniera semplice, è un preludio a quanto accadrà. Noi in questo primo volume conosciamo il protagonista, un ragazzino completamente differente da quello dei film: nelle pellicole Harry lo hanno fatto scemo, mentre nel libro è un ragazzo intelligente. Certo, Hermione lo aiuta, di tanto in tanto ha un pizzico di fortuna, eppure ha una bella testa, ragiona più che bene e soprattutto ha un carattere forte. Pur essendo preso di mira sia dai suoi zii che a scuola, ha la forza di reagire, di rispondere, di non abbassare mai lo sguardo. In lui si vede quello che ha preso dai suoi genitori. Inizialmente il lettore non può saperlo, ma il coraggio, la forza di combattere, di non abbattersi ci sono.
C’è anche il desiderio di trasgredire le regole, ma soprattutto la curiosità, perché sono sempre più convinta che la ricerca della Pietra filosofale in questo primo romanzo sia dovuta più alla sua curiosità, al sapere cosa stia accadendo attorno a lui, più che a un reale desiderio di fermare chiunque voglia rubarla. Lord Voldemort per Harry, nel primo romanzo, è solo una figura astratta, almeno fino alle ultime battute del romanzo: qualcuno di cui tutti hanno paura, ma lui no. Sa che è stata questa figura, questo mago oscuro a uccidere i suoi genitori, a lasciargli la cicatrice a forma di saetta, eppure non sente il terrore che provano tutti. Terrore che prova la stessa Hermione, pur essendo nata babbana e quindi avendo solo letto di lui.
Il modo in cui è stato caratterizzato l’ho apprezzato tantissimo: è un bambino, ma si avverte la sua curiosità, la gioia nello scoprire che ha un’opportunità, un modo per lasciare quella vita, quel sottoscala dove ha vissuto sino a quel momento.
Ma anche se il romanzo, gli avvenimenti, tutto quello che accade viene visto attraverso gli occhi di Harry, questo non proibisce alla Rowling di caratterizzare molto bene anche tutti gli altri personaggi, tra cui anche i due migliori amici dello stesso protagonista. Hermione è saccente, una so tutto io, una strega brillante e studiosa, ma quello che al contrario nei film viene lasciato un po’ in ombra, mentre nei libri è veramente ben caratterizzato, è Ron.
Ron, sin dal loro primo incontro, diventa il migliore amico di Harry; sembra una scelta un po’ obbligata, eppure i due si trovano subito in sintonia. Il più giovane dei fratelli Weasley è incuriosito da quel ragazzo suo coetaneo di cui ha sentito tanto parlare, come tutti nel mondo magico, mentre, per Harry, Ron è la persona più fortunata del mondo: amato, pieno di fratelli, felice, anche se lui stesso non si accorge dei dubbi del ragazzo, delle sue paure, del terrore di non riuscire a eguagliare i suoi fratelli in tutto quello che hanno fatto, come se fosse oscurato da loro. Ma Ron non è meno dei suoi fratelli, come non è meno di Harry: è un ragazzo intelligente, un buon amico, un ottimo giocatore di scacchi e anche un ragazzo che quando si impegna riesce a usare la testa. Lo ammetto, non è tra i miei personaggi preferiti, eppure sono sincera sul fatto che sia stato trattato molto bene.


Per quanto riguarda la trama, ne ho accennata una parte, ma di sicuro non c’è bisogno che ne faccia un riassunto: anche i sassi al momento conoscono la trama dei libri di Harry Potter. Quello di cui voglio parlare della trama di questo primo libro è il modo in cui introduce la storia. Il modo in cui è stata strutturata è un affresco sul mondo magico; man mano se ne conoscono i luoghi più importanti, non solo ai fini della trama, ma anche per conoscere questo mondo nascosto in quello che per noi è la realtà; e così un passo dopo l’altro ci addentriamo nei luoghi magici, Diagon Alley e i vari negozi che ci sono; conosciamo molti personaggi che man mano che procede la storia avranno una grande rilevanza non solo in questo libro, ma anche in quelli a seguire.
Per non parlare del modo di descrivere questi luoghi: sembra che l’autrice faccia tornare il lettore indietro nel tempo. Per quanto i maghi possano fare tutto con la magia, ha un che di poetico e affascinante pensarli a scrivere con penne e calamaio, usare metodi antichi, quando il mondo babbano attorno a loro procede veloce, con la scienza e la tecnologia che avanzano.
È affascinante questa sorta di contrapposizione tra moderno e antico, tra la velocità del mondo babbano in contrasto con l’attesa e l’apparente calma di quello magico.
Adoro il modo in cui si scrivono lettere, vengono consegnate: ha un fascino antico.


La smetto di sproloquiare e concludo qui la recensione, dicendo che recensiró il secondo il prima possibile.

Commenti

  1. Che carino, Harry Potter! ^___^
    Io per ora ho letto solo i primi volumi... mi vergogno un po' ad ammettere di non avere ancora finito la serie, ma se tutto va bene, entro la fine dell'anno la finirò! :)

    RispondiElimina
  2. Perché devi vergognartene? La lettura è un piacere, anche se leggi un libro all'anno di HP l'importante è che a fine lettura ti sia piaciuto e che tu abbia passato delle ore piacevoli.
    Io legato a questa serie ho tanti bei ricordi, non affini alla lettura, ma a come sono arrivata in possesso dei libri, chi me li ha regalati e poi ci sono tutte le emozioni provate mentre leggevo, come mi ha lasciata sorpresa.
    Grazie per essere passata sul blog, un bacione.

    RispondiElimina

Posta un commento