Sogni di mostri e divinità di Laini Taylor



La misteriosa Karou è una chimera unica nel suo genere: al contrario dei suoi simili, l'eroina della trilogia "La chimera di Praga" ha sembianze umane, impreziosite da meravigliosi capelli blu. È innamorata di Akiva, un angelo dalla bellezza eterea. Angeli e chimere sono però nemici naturali, in lotta da secoli. C'è solo un modo per ristabilire la pace: tentare un'alleanza fra le chimere e quegli angeli che, come Akiva, hanno deciso di ribellarsi al loro imperatore. In questo terzo e conclusivo capitolo della saga entriamo subito nel vivo dell'azione: l'esercito degli angeli discende sulla Terra, in pieno giorno, in una Roma sfolgorante di sole, con uno stuolo di telecamere intente a riprendere e un pubblico sbalordito a osservare la scena. Nel frattempo, dopo il tradimento che ha portato la sua specie allo stremo, Karou sta ricostruendo l'esercito delle chimere e, grazie a un inganno ingegnoso, è ora alla guida della ribellione contro gli angeli. Il futuro della sua specie dipende da lei, ed è giunto il momento dello scontro finale. Riusciranno Karou e Akiva a realizzare il sogno di una realtà in cui i loro popoli smettano di distruggersi e in cui, forse, potrebbe esserci spazio per il loro amore?


E siamo giunti alla conclusione di questa saga. L’ultimo libro l’ho letto alla velocità della luce, perché non potevo aspettare, ero troppo curiosa di scoprire il finale.
Sogni di mostri e divinità è il terzo libro che chiude la storia iniziata ne La Chimera di Praga e proseguita in La Città di Sabbia.
Questa saga mi è piaciuta tanto, sebbene si noti ancora una certa immaturità nello stile dell’autrice. O forse la noto solo perché, avendo letto prima Il Sognatore, ho visto quanto la sua scrittura e il suo stile siano maturati con questo nuovo romanzo.
Detto ciò, comunque, Sogni di mostri e divinità è un ottimo romanzo e un’ottima conclusione.
Laini Taylor affronta in questo romanzo, come anche negli altri, temi molto delicati come libero arbitrio, destino, amore, morte e tanto altro.
Mi è piaciuto molto come viene trattato anche il lutto. In un universo dove le Chimere possono in qualche modo tornare in vita, anche se con corpi diversi, la morte definitiva appare forse ancora più spaventosa.
È una cosa che si era già vista nel romanzo precedente, ma che in questo diventa ancora più palese. È come se la speranza di resurrezione alla fine non facesse che acuire la paura e il senso di perdita che la morte provoca.
In generale, la speranza è molto presente in questo romanzo, ma sempre contrapposta alla paura che tutto vada male.
Più alta è la speranza, più è forte la paura… e più profondo è il baratro in cui i personaggi precipitano quando questa speranza viene distrutta.
In questo senso, il romanzo è veramente realistico. Nonostante parli di personaggi che non esistono, fa di tutto perché le loro reazioni siano vere, concrete, credibili.
Un altro elemento fondamentale è il pregiudizio: la Taylor rappresenta benissimo quanto il pregiudizio sia dannoso e deleterio, e soprattutto quanto molto spesso sia completamente errato.
In sostanza, i romanzi della Taylor sono costellati da temi molto importanti e profondi, che contribuiscono a rendere la lettura un’esperienza profonda, oltre che un perfetto intrattenimento.

Ora non mi resta che attendere che l’autrice scriva qualcos’altro. Nel frattempo, vi do appuntamento alla prossima recensione.


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