Rainbow Place di Jay Northcote


Trama:
Riuscirà Jason a trovare il coraggio di cui ha bisogno per essere l’uomo che Seb merita?
Quando Seb Radcliffe si trasferisce in una cittadina della Cornovaglia, si sente come un pesce fuor d’acqua. Gli mancano i luoghi di ritrovo gay e il senso di comunità di cui godeva quando viveva in città, quindi decide di aprire un caffè-bar LGBT.
Jason Dunn è il costruttore che Seb ingaggia per aiutarlo a rinnovare il locale che ospiterà il caffè. Anche Jason è gay, ma, al contrario di Seb, non è ancora uscito allo scoperto. Non ha mai avuto una relazione con un altro uomo, concedendosi solo qualche incontro occasionale con ragazzi pronti a essere discreti.
L’attrazione tra i due è istantanea e impossibile da ignorare. Ma mentre Seb è gay dichiarato e orgoglioso di esserlo, Jason è terrorizzato dall’essere scoperto. Con l’avvicinarsi della grande apertura del Rainbow Place, la tensione cresce, a causa di alcune persone del posto che si oppongono ai piani di Seb. Quando le cose si inaspriscono, Jason è costretto a scegliere se nascondersi nell’ombra e deludere Seb, oppure sostenere apertamente l’uomo di cui si è innamorato così tanto.
Anche se questo libro è parte di una serie, ha un soddisfacente lieto fine e può essere letto come indipendente.

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Buongiorno a tutti; anche se un po’ in ritardo sto scrivendo questa nuova recensione per la Quixote Translation. Oggi vi parlerò di Rainbow Place di Jay Northcote.
Ho letto diversi libri di questo autore e ammetto che ho avuto una sorta di conflitto: alcuni mi sono piaciuti in particolar modo per stile e trama, mentre altri li ho trovati un pochino scialbi.
Rainbow Place è uno dei libri che mi è piaciuto, l’ho veramente apprezzato sia per trama che per ambientazione. Inizio subito a dire che l’autore mi ha trascinato in Cornovaglia, in questo piccolo paesino tra la campagna e il mare e qui mi sono innamorata, sarebbero bastate le descrizioni e la mia immaginazione e il libro sarebbe stato da Nobel per la letteratura.
I libri, di qualsiasi genere, ambientati in piccoli paesi hanno un certo fascino su di me, sulla mia immaginazione, la lascio vagare e li adoro. Che siano un romance o un giallo o anche un thriller, l'ambiente ristretto, piccolo, riesce a creare la giusta dose di mistero, di emozioni, di chiacchiere. Quel bisbigliare, dove tutti sanno tutto di tutti, che nella realtà non mi piace, in un libro crea la giusta atmosfera se si è in grado di gestire trama, personaggi e ambientazione nel modo giusto.
In questo caso l’autore ci è riuscito più che bene, tanto che avevo la cittadina davanti ai miei occhi e tutti i personaggi che vi si muovevano alla perfezione, ognuno incastonato nel modo giusto.
Altra cosa che ho apprezzato è il fatto che pur se non c’è un luogo per la comunità LGBT nella cittadina, di persone dichiaratamente gay o a favore dei diritti gay ci sono, non è uno di quei luoghi rinchiuso in mentalità bigotte; poi, come ho scritto da qualche altra parte, i bigotti li si trova ovunque, anche nelle metropoli e in qualsiasi situazione. Esistono ovunque le persone di mentalità chiusa che hanno paura di quello che non capiscono.
In questo caso, però, per quanto l’ambientazione e i paesini della Cornovaglia siano piccoli, siano luoghi di campagna, sono anche delle mete turistiche ed essendo luoghi di villeggiatura sotto gli occhi di tutti, non solo dell’Inghilterra ma di tutto il mondo, una comunità LGBT c’è e ci sono molte più persone di quanto lo stesso protagonista del romanzo pensava ad appoggiare la sua idea di creare un locale, un luogo dove le persone gay, ma anche familiari e chi li appoggia potessero stare bene, essere se stessi senza problemi.



Il libro è un mix tra molti cliché e una storia romantica, dolcissima, che nasce già con dei problemi; già, perché i due protagonisti sono i cosiddetti opposti che si attraggono.
Opposti per aspetto, per modo di vivere, ma soprattutto per come affrontare la propria omosessualità. Seb, trasferitosi da Londra in Cornovaglia da poco, non nasconde di essere gay a nessuno, né per atteggiamento, né anche solo omettendolo. Gli piacciono gli uomini e non ne fa un mistero.
Dall’altra parte c’è Jason, nato e cresciuto in Cornovaglia in quello stesso paesino dove vive tutt’ora; è gay, lo sa da sempre, eppure lo nasconde, tanto che per lungo tempo ha cercato di non ammetterlo nemmeno con se stesso. Questa paura di non essere accettato dalle persone che fino al giorno prima gli erano amiche lo porta a reprimere il suo vero io, i suoi sentimenti, lo spinge a nascondere quello che realmente desidera. Ma quella paura non è dovuta solo al fatto che corre il rischio di non essere accettato, dietro c’è tutta una serie di comportamenti di suo padre, di battute omofobe, di insulti, di non capire chi non era come lui, ma soprattutto di non comprendere che l’amore è amore in ogni sua forma e non è importante chi si ama.



Il libro è stato una lettura interessante, perché non è incentrato solo sul il rapporto tra i due protagonisti; la loro storia d’amore è importante, la loro attrazione anche, le scene erotiche sono molto carine, ma il perno del romanzo è la crescita, l’affrontare le proprie paure e andare avanti. Non si può rimanere ancorati al passato, aggrappati a una paura che ti immobilizza, impedendoti di vivere.
Il romanzo insegna che non si può avere sempre paura, non ci si può nascondere per tutta la vita. Insegna anche che se non vuoi sbandierare la tua sessualità non sei obbligato a farlo, ma non devi nemmeno vergognartene e, arrivati a un certo punto, quando ci si innamora, per la persona amata bisogna fare qualche sacrificio.

Mi è piaciuta come lettura, ho adorato Seb come personaggio e ammetto che avrei voluto prendere a randellate Jason, ma nel complesso l’ho apprezzato tantissimo, come ho apprezzato i personaggi che ruotano attorno ai due protagonisti e che spero di rivedere nei prossimi libri di questa serie.

Cinque piume per Rainbow Place.


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