The next competitor di Keira Andrews (Anteprima)


Trama:
Come farà Alex a concentrarsi sulle Olimpiadi, se a rischio c’è il suo cuore?
Per arrivare all’oro, il pattinatore Alex Grady deve allenarsi di continuo e con maggior vigore dei suoi avversari. Riuscire a completare un salto quadruplo diventa la sua ossessione e, non avendo filtri tra cervello e bocca, Alex non ha molti amici. Per non parlare di un fidanzato. Cosa importa se è ancora vergine a vent’anni? Le Olimpiadi si tengono solo ogni quattro anni, tutto il resto può aspettare. Le storie d’amore sono sempre troppo complicate e non ha tempo per pensarci.
Il che rende ancora più ridicolo l’interesse che Alex prova per il suo nuovo, noioso compagno di allenamenti, Matt Savelli. Il calmo, razionale “Capitan Cartone” è simpatico, ma, anche se Alex avesse tempo da perdere con l’amore, non è comunque il suo tipo. Eppure, sotto le spoglie da bravo da ragazzo di Matt si nasconde un uomo appassionato e sexy che risveglia in Alex un desiderio che non aveva mai provato prima e che non riesce a rinnegare…


Link acquisto: The next competitor


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Keira Andrews è una delle mie autrici preferite nell’ambito degli M/M: adoro i suoi libri, il modo di impostarli e anche la caratterizzazione dei suoi personaggi, sono tutti magnifici e toccanti.
Anche in “The next competitor” ho trovato una perfetta caratterizzazione dei personaggi: il protagonista, nonché io narrante della storia, è odioso, non ha veramente un filtro cervello-bocca e io adoro personaggi così, che arrivano al lettore, che si fanno amare, ma soprattutto adoro quelli che si fanno odiare perché sono particolari, perché sono quelli creati meglio.
Alex è un mix di molte cose: sì, è odioso, ma andando avanti con la lettura ci si rende conto che è una sorta di copertura, qualcosa per nascondersi dal mondo, dalla pressione, da quella solitudine che ogni sportivo agonista prova ogni giorno, allenandosi e allenandosi. Hanno un obiettivo, è a quello a cui si aggrappano, anche se in alcuni momenti sembra di lasciarsi indietro qualcosa.



Il libro è ben strutturato, porta avanti due storie parallele dello stesso personaggio, due storie che s’intrecciano creando la sua vita. Alex che si allena, giorno dopo giorno, lasciando tutto fuori perché ha un obiettivo, perché vuole raggiungere quelle olimpiadi e vincere quella medaglia che tanto desidera, per la quale ha lottato tanto. Ma Alex è anche un giovane uomo, un ragazzo che improvvisamente scopre l’amore. Scopre l’attrazione e i sentimenti.
Tutto questo lo confonde, lo distrae, lo porta a filtrare ancora meno quello che pensa spingendolo a dire cose anche cattive. L’amore, i fidanzati distraggono dagli allenamenti e allora bisogna prendere una decisione.



Dall’altra parte invece c’è Matt, apparentemente poco allegro, poco spigliato, un pattinatore di coppia bravo, ma con molte meno pressioni.
Matt sembra felice, come se ogni preoccupazione, come se tutto gli scivoli addosso, eppure anche lui ha un lato nascosto, sentimenti, preoccupazioni e ricambia la stessa attrazione di Alex, con la differenza che la sua è una famiglia tradizionale, sanno che quel figlio è differente e allo stesso tempo fanno finta di nulla.


La storia è ben scritta, procede bene ed è lineare, adoro l’alternanza con le gare, che il lato romantico non sia il fulcro dell’intero libro e che ci siano anche altri personaggi tutti ben caratterizzati. Mi piace come il rapporto tra Alex e Matt proceda in maniera lenta; nonostante ci sia dell’attrazione tra di loro, accettarla, accettare quei sentimenti che man mano stanno nascendo è difficile per entrambi e mischiare tutto insieme agli allenamenti è ancora più complesso. Se il lavoro porta via molto tempo alla vita amorosa, ai passatempi, al divertirsi, quando si fa sport, con tanto di allenamenti e tutto, bisogna stare ancora più concentrati, più distaccati, più rivolti verso il proprio obiettivo e se la mente è altrove anche solo per un istante ecco che arriva l’errore, quello fatale per una vittoria.



Ho apprezzato il romanzo, lo stile dell’autrice e il modo in cui lo ha impostato, le scelte fatte e il non rendere uno dei protagonisti praticamente perfetto sotto ogni punto di vista, ma c’è un ma. Lo so, sono una rompiscatole e potete dirmelo, ma sono del parere che un romanzo sullo sport con tanto di descrizioni di gare e di allenamenti non debba essere in prima persona.
Io per prima ho fatto sport, non ho mai pattinato sul ghiaccio, ma giocavo a tennis, e solo pensare di dover descrivere tutto quello che stavo facendo mentre giocavo mi avrebbe portato a distrarmi e a commettere una marea infinita di errori.
Lo sport è istinto, lo sport agonistico sono movimenti fatti talmente tante volte che ormai è il corpo a conoscerli, è concentrazione e pertanto stare lì a descrivere cosa si sta facendo fa perdere la concentrazione, ma soprattutto fa perdere tutta la poesia di quanto sta accadendo, della danza sul ghiaccio, dei salti, della musica. Probabilmente scritto in terza persona o raccontato dal pov di qualcuno esterno sarebbe risultato molto più toccante per quanto riguarda le parti descrittive degli spettacoli e degli allenamenti.

Il libro è bello, ma ha questa piccola pecca, quattro piume per lui.



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