Il gioco dell’angelo di Carlos Ruiz Zaphón


Trama:
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile quanto universale: diventare uno scrittore. Quando la sorte inaspettatamente gli offre l'occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta e inquietante, dai cui angoli fanno capolino luoghi e personaggi che i lettori de "L'ombra del vento" hanno già imparato ad amare. Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un'opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell'umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria.

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Buongiorno, lettori. Torno a parlarvi della saga de Il cimitero dei libri dimenticati con “Il gioco dell’angelo” sequel, ma sarebbe meglio dire prequel, de “L’Ombra del Vento”.
Questo romanzo si svolge cronologicamente molti anni prima, ma è stato pubblicato dopo. I collegamenti con “L’Ombra del Vento” suggeriscono, infatti, che “Il gioco dell’angelo” vada letto successivamente.
Il gioco dell’Angelo mi è piaciuto tanto, perché, a differenza del primo libro, qui l’elemento soprannaturale non viene soltanto accennato, ma sembra essere confermato. Se nel primo romanzo la soluzione si rivela perfettamente coerente, qui rimane nel lettore il dubbio che ci sia effettivamente una componente magica a guidare le mosse dei personaggi.
Tuttavia, questa non è confermata: fino all’ultimo, il lettore si chiederà se ciò che sta leggendo è reale o frutto della mente del protagonista, David Martín.
Devo ammettere che il romanzo mi è piaciuto tantissimo, ma che non regge il confronto con il primo volume. La storia è più articolata e più lunga, ma a volte ho avuto l’impressione che si perdesse un po’ per strada, che il mistero principale subisse troppe digressioni, che portavano il lettore a perdere il filo.
Infatti, se penso alla trama in generale, penso che alcune parti si potevano limare un po’ di più: per carità, adoro la scrittura di Zafón e non mi basta mai, però al fine di rendere la trama coerente, trovo che sarebbe stato meglio non dilungarsi su alcuni elementi.
Questa è, ovviamente, una mia opinione, non è sicuramente la verità assoluta.
Tornare a Barcellona, ma in un tempo precedente a quello del primo libro, è stato interessante, soprattutto con la consapevolezza di ciò che sarebbe stato. Il collegamento tra i due libri è chiaro e presente, ma ho la sensazione che sia soltanto l’inizio, e che nei prossimi due volumi si scoprirà ancora di più a riguardo.
Ciò che mi è piaciuto, però, è che le due storie si reggano bene anche da sole: si può leggere Il gioco dell’Angelo senza aver letto L’ombra del vento, perché i riferimenti ci sono, ma non precludono la comprensione della trama.
Ora sono curiosa di recuperare gli ultimi due volumi di questa saga iniziata anni fa.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate voi de Il gioco dell’angelo. Lasciate un commento qui sotto con la vostra opinione, sono molto curiosa.
Buona lettura e ci vediamo alla prossima recensione. 


Commenti

  1. Questo è uno dei miei romanzi preferiti, una delle saghe letterarie più belle che abbia mai letto ☺️☺️

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