Bull Mountain di Brian Panowich



Clayton Burroughs appartiene a una famiglia di fuorilegge che, da generazioni, mantiene il controllo di Bull Mountain, trafficando in whiskey di mais, marijuana e metanfetamina. Per lasciarsi alle spalle le sue origini, Clayton sposa la bella Kate e diventa lo sceriffo della città a valle. Ma quando l'agente federale Simon Holly minaccia di distruggere l'impero dei Burroughs, Clayton si trova a dover affrontare i ricordi, le paure, il disprezzo della famiglia e la volontà di redimere un passato di tradimenti, sangue e violenza. Con un ritmo serrato, la storia della famiglia Burroughs viene raccontata a turno da tutti i personaggi, fino all'imprevedibile epilogo.


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Libri consigliati, libri prestati, titoli visti di sfuggita su una bancarella mentre si corre a lavoro o nella vetrina della libreria alla stazione, prima di andare a prendere l’autobus. 
Titoli che rimangono impressi, ci si ripromette di andare a vederli proprio in quella libreria che si è superata la mattina presto. Molte volte capita di entrarci, passeggiare tra gli scaffali e sfogliare quel libro e oltre a quello tanti altri. Proprio in questo modo la wish list non si svuota mai e i libri sul comodino non fanno che aumentare, tanto che poi oltre al comodino hai anche una piccola libreria sulle cose che leggerò assolutamente entro l'anno, senza mai specificare quale anno sarà. 
Ho titoli in libreria presi due estati fa, alcuni regali che mi sono stati fatti anche prima, sono lì che attendono pazienti di essere letti: accadrà prima o poi. 
Però, delle volte, capita veramente che si recuperino letture arretrate. Mi è accaduto in questi giorni, un libro che per miracolo ho trovato su KU: volevo leggerlo la scorsa estate, ma ero sommersa da tante altre cose, e così non ci sono riuscita. Questa volta però mi sono ripromessa che non avrei sprecato l’abbonamento trimestrale e così l’ho iniziato.
Bull Mountain, uscito con NN Editore, è un titolo che mi hanno consigliato, o meglio ho visto che ne parlavano su Facebook. Ho letto alcune recensioni, che come al solito erano diametralmente opposte: alcune osannavano la bravura dell’autore, altre ancora invece lo criticavano ritenendolo noioso. Forse dovrei imparare a leggere le recensioni a metà, quelle che non osannano e non criticano, probabilmente riuscirei a farmi un’idea, oppure come al solito l’unico modo è leggere il libro. Ed è proprio quello che alla fine ho fatto. Mi ostino ad andare alla ricerca di pareri, ma, arrivati al dunque, seguo unicamente il mio istinto: tante volte non ho idea nemmeno del perché alcuni mi attirano tanto.
Detto questo, Bull Mountain è stata una vera e propria rivelazione, oltre al fatto che Brian Panowich scrive meravigliosamente, riesce a descrivere luoghi ed emozioni tanto da trascinare il lettore nel suo libro, in quelle terre che sembrano selvagge, in quel luogo dell’America dove la legge, le regole, sono create da chi ci vive. Uno stato, terre isolate, come se vivessero in una realtà parallela, e non lo dico perché sembra fantascienza. Per chi ha amato la serie Justified, potrà tranquillamente amare questo libro, e soprattutto si porrà la stessa identica domanda che ci siamo poste io e mia sorella guardando la serie tv: in quei luoghi, in quell’America di provincia che fa da sfondo alle vicende narrate, vigono tutte altre regole, tutte altre leggi, come se il governo, la polizia non avessero nessuna autorità in quei luoghi.




Bull Mountain è un noir, ma è anche una saga familiare. Sono stati i primi pensieri che mi sono venuti in mente leggendo il libro, girando, pagina dopo pagina sull’ereader e immergendomi nel fantastico stile dell’autore.
Panowich ha creato la storia della famiglia Burroughs scrivendo di essa su più piani temporali. L'ha raccontata attraverso gli occhi dei vari personaggi appartenenti a questa famiglia, ma anche attraverso gli sguardi di chi li ha conosciuti, facendo trapelare a tutto tondo la loro follia e la violenza con la quale sono cresciuti, e con la quale crescono i loro figli, quella stessa violenza che riversano anche loro sulle persone che hanno intorno, senza nessun senso di colpa
La maggior parte delle saghe familiari che ho letto è differente: solitamente parlano di ricche famiglie, dei loro drammi, delle generazioni che si succedono, l’epoca storica in cui sono ambientate. Invece Bull Mountain è diverso, così come la famiglia Burroughs lo è. L’intera storia è descritta in maniera cruda, sanguinosa, dolorosa. 
Ogni componente della famiglia Burroughs porta in sé una vena di follia, di odio, di bramosia verso il denaro, ma soprattutto verso il luogo che considerano la loro montagna, la loro terra, la loro casa. Proteggono la loro famiglia, i loro amici e allo stesso tempo non si fanno problemi a uccidere chiunque senza un apparente motivo. 
In tutto il romanzo dilaga una gelida follia; molti dei personaggi si fanno prendere dalla rabbia, ma ogni comportamento dei Burroughs è calcolato, sanno cosa stanno facendo, chi stanno torturando e uccidendo con crudele lucidità. Sono cresciuti circondati da odio e follia, con le mani sporche di sangue e osservando fratelli e padri farlo prima di loro.
Violenza, sangue e morte all'interno di questo romanzo sono un unico filo conduttore, legano i vari personaggi, descrivono la vita della famiglia Burroughs dal momento in cui sono diventati trafficanti di alcol. Con il passare del tempo, hanno cambiato i loro traffici con droga e armi e hanno costruito un impero nascosto sulle Bull Mountains, un luogo isolato da ogni cosa, come se fosse una terra differente, dove le autorità più di una volta hanno tentato di entrare, ma hanno sempre fallito.
Come ho accennato la storia procede attraverso differenti piani temporali, e attraverso diversi punti di vista: gli occhi di coloro che li hanno conosciuti, sono stati vicini ai componenti di questa famiglia, potendo conoscere ogni sfumatura del loro carattere, l’odio, la rabbia e soprattutto la follia. Eppure in questo romanzo crudo, un libro pieno di violenza, il personaggio di Clayton Burroughs sembra essere l’unica nota positiva all'interno di una famiglia marcia fino al midollo. Cresciuto ed educato allo stesso modo dei suoi fratelli, molto più giovane di loro, Clayton, forse proprio perché diverso, forse per amore, ha preso un'altra strada. Ha fatto scelte differenti.
Scelte che lo hanno separato definitivamente dalla sua famiglia, almeno apparentemente, perché agli occhi delle persone, ma soprattutto degli enti di polizia, è un alleato della sua famiglia, un poliziotto corrotto.
La storia ha un intreccio complesso: oltre ai salti temporali e la caratterizzazione dei personaggi, proprio la trama, che apparentemente sembra semplice, è molto più intricata di quanto il lettore possa prevedere, arrivando verso il finale e lasciando il lettore a bocca aperta.


Bull Mountain è un romanzo che mi ha conquistata sin dalle prime battute; non lo avrei mai creduto, ma mi ha trascinata nella provincia Americana, quella più lontana, più isolata. Una provincia che sembra un mondo a sé, lontano da ogni regola che vige nel resto degli Stati Uniti d’America.
Un libro che consiglio per tutti gli amanti delle saghe familiari, anche se fuori dai soliti schemi, per coloro che amano le storie crude, che colpiscono dritto al cuore e al volto.
Bull Mountain trascina il lettore in un vortice di emozioni, di paura e violenza. In un lato dell’America che solitamente non si conosce. L’autore ha creato dei personaggi fuori da ogni schema, che superano di gran lunga la legalità… personaggi complessi e interessanti, ma che allo stesso tempo mettono i brividi nel lettore. Personaggi cattivi, ma anche buoni che alla fine non lo sono, spinti dal carattere o dagli eventi a determinati comportamenti.

Consiglio questo libro per le sue tinte noir, per i personaggi che camminano su una linea invisibile, tra la follia e la lucidità.
Quello che ho avuto tra le mani è stato un ottimo esordio di un autore, un libro sopra le righe che ci ha regalato la visione di un mondo differente, ma sopratutto i legami che ci sono tra i fratelli Barroughs, quell'amore fraterno che improvvisamente si trasforma in odio nel momento in cui le gerarchie vengono infrante o ognuno prende decisioni differenti, esuli dalla famiglia.


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