Lettura di Gruppo: Gens Arcana (Istorie Arcane vol. 1) di Cecilia Randall



Trama:
Firenze, 1478. Valiano de' Nieri è discendente di una delle più antiche e nobili famiglie italiane di Arcani. Essere Arcano significa poter invocare la quinta essentia, il quinto elemento di Natura capace di combinarsi con gli altri quattro - Aria, Acqua, Terra e Fuoco - e di governarli. Il potere arcano è immenso e può determinare le sorti dell'umanità intera: per questo si tramanda solo attraverso il lignaggio del sangue e va protetto e tenuto segreto. Ma Valiano ha rifiutato i suoi poteri e la sua "predestinazione", è fuggito e cerca di vivere normalmente lavorando come apprendista liutaio. Quando però suo padre Bonconte muore in circostanze misteriose e il suo amato fratello Angelo viene rapito, Valiano capisce di non potersi più sottrarre al proprio destino: il machiavellico cugino Folco de' Nieri sta scalando il potere all'interno della famiglia e, pur di realizzare la sua ambizione, è pronto a sfruttare una conoscenza proibita - e Valiano deve fermarlo. Sullo sfondo della magnifica Firenze di Lorenzo de' Medici, le gesta arcane si mescolano a quelle della congiura dei Pazzi in un vortice a cui nulla e nessuno potrà sottrarsi…


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Salve, Piume; oggi con Serelily in questa recensione a quattro mani, dopo la lettura di gruppo, vi parleremo di un libro che alla mia prima lettura ho amato e mi ha fatto innamorare di Firenze, ha riacceso in me l’amore per il periodo storico in cui è ambientato, ma più di ogni altra cosa ha acceso quella scintilla che mi ha fatto prenotare una settimana in una delle città più belle che abbia mai visto per girarla tutta.
Ho ricordi stupendi di quei giorni, delle giornate a passeggiare per le strade; era marzo, proprio questo periodo, i giorni del mio compleanno, e quell’anno abbiamo avuto la fortuna di trovare tutti i musei gratis per i centocinquant'anni dell’unità d’Italia.
Quando ho proposto di leggere questo libro, non avevo minimamente pensato al periodo, che forse la recensione sarebbe uscita proprio quando io ho visitato Firenze, e che la lettura mi avrebbe riportato alla mente tanti bei ricordi, momenti e divertimento.
Era un periodo sereno, giornate fredde ma limpide, e Firenze è meravigliosa: mi hanno dovuto trascinare via, altrimenti sarei rimasta lì (e parla una che vive a Roma, che non ha nulla da sfigurare, tutt’altro).
Ho scoperto questo libro non appena uscito, un regalo fattomi per il compleanno, scelto per la splendida copertina, ma anche per la trama intrigante: mischiare fantasy, storia e il nostro paese è qualcosa che mi attirava e mi lasciava perplessa allo stesso modo. Quando penso al fantasy, immagino Tolkien, immagino mondi fantastici e dai nomi impronunciabili e particolari. Cecilia Randall invece ha preso una decisione forse azzardata: non è da tutti scrivere un fantasy in un lontano periodo storico, ma soprattutto non è da tutti usare come ambientazione luoghi esistenti. Quello che ho letto sono per di più urban fantasy, molti dei quali nemmeno di alto livello. Così, per quanto incuriosita, ero anche preoccupata ai tempi per questo libro. Ho sempre paura di essere delusa da una lettura. Ci rimango male.
In questo caso invece sono rimasta più che colpita; alla prima lettura, ormai una decina di anni fa, ho letteralmente divorato questo libro, sognavo Firenze e sognavo queste creature evocate dagli Arcani. Una magia antica, legata agli elementi, qualcosa di fantastico, eppure che si legava bene al periodo storico, alla cultura e alla conoscenze dell’epoca.
Gens Arcana è stato il primo romanzo di questa autrice a cui mi sono avvicinata, anche se ha scritto altre opere, eppure proprio questo titolo mi ha attirato, colpito e fatto innamorare.
Cecilia Randall ha un ottimo stile, una prosa fantastica, ma soprattutto scrive con cognizione di causa, descrivendo Firenze e le zone limitrofe in maniera perfetta, trascinando il lettore in questo romanzo carico di magia e di avventura, ma anche di amore e personaggi costruiti con maestria.
Il libro, anche se è una grande avventura, anche se è ambientato in un periodo storico che amo, è anche un lungo percorso di crescita. Valiano de’ Neri, il protagonista, primogenito della famiglia e futuro capo famiglia, desidera una vita diversa, senza magia, senza responsabilità di sorta. Non vuole essere a capo della famiglia, tanto meno essere un arcano, eppure quando le cose si fanno difficili, quando la sua famiglia ha bisogno di lui, quando è suo fratello ad avere bisogno di lui, ecco che deve prendere delle decisioni. Decidere cosa fare, e così alla fine prende in mano le redini della sua vita. Assume il ruolo che gli spetta di diritto, affrontando pericoli, minacce, intrighi, ma soprattutto affrontando un lungo percorso di crescita.
E mentre Valiano, protagonista di questo libro, affronta il suo percorso di crescita, Manente, altro personaggio importante, deve affrontare la sua vita, i cambiamenti e quel potere dentro di lui che sembra man mano logorarlo.
I due sono personaggi completamente agli antipodi, dal mio punto di vista, ma anche di quello di Serelily: sarebbero stati una coppia perfetta, gli opposti che si attraggono, completamente agli antipodi per storia, educazione e carattere. Hanno fatto scintille, eppure allo stesso tempo entrambi hanno affrontato un lungo percorso all’interno di questo romanzo, che li ha portati ad incontrarsi, a diventare amici e anche un po’ rivali. 
Gens Arcana è un romanzo che consiglio vivamente per tanti motivi: potrei parlarne per ore, ma non gli renderei la dovuta giustizia, pertanto vi consiglio di leggerlo.
Di seguito invece troverete l’approfondimento di Serelily sul ambientazione e periodo storico, perché se io l’ho amato, lei che ha studiato storia ha perso letteralmente la testa per questo romanzo, per come è stato costruito, ma soprattutto per come l’autrice ha inserito avvenimenti storici insieme alla trama fantasy.
Piccolo consiglio, la parte di seguito scritta da Serelily potrebbe contenere alcuni spoiler, quindi, per chi non avesse letto il libro… fate attenzione se volete andare avanti.


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Buongiorno, lettori, qui è Serelily che vi parla. Oggi mi occuperò di parlarvi dei luoghi del romanzo e del contesto storico, che sono molto importanti all'interno della trama.
Questo è un periodo che adoro particolarmente, perché stiamo parlando della Firenze al tempo di Lorenzo de' Medici.
Sotto la guida di Lorenzo, la città di Firenze visse un'epoca d'oro dal punto di vista artistico: come si può non citare il famosissimo Leonardo da Vinci, ma anche il suo maestro Andrea del Verrocchio, Botticelli e tanti altri.
Firenze, in quel periodo, forma artisti che diverranno famosi in tutto il mondo, che viaggeranno ed esporteranno il loro prezioso dono, rendendo a tutti gli effetti la città una culla di artisti.
Questo è importante da tenere a mente, perché ha contribuito molto a rendere l'atmosfera del libro ancora più magica, almeno dal mio punto di vista.
La Firenze di fine '400 ha sempre avuto un'attrattiva particolare per me, e questo ha contribuito a rendere tutto molto più magico e misterioso.
Tra l'altro, un Fantasy così bello ambientato in Italia, in un'epoca storica che adoro, per me è stato una ventata d'aria fresca.
So che forse sono l'ultima arrivata, visto che non l'avevo ancora letto, ma sono contenta di averlo fatto finalmente.
Il romanzo è comunque ambientato in un anno molto particolare: il 1478. Senza farvi troppi spoiler, posso però accennarvi ad un evento storico degno di nota, che si intreccia perfettamente alle vicende narrate. Se però decidete che non volete saperne nulla, scorrete fino alla fine della recensione, dove la mia collega Yuko passerà ai saluti finali.





Eccoci qui: l'evento di cui vi volevo parlare è la Congiura dei Pazzi, avvenuta il 26 Aprile 1478. La famiglia Pazzi era una famiglia nemica dei Medici, sostenuta dal Papato. Nonostante l'inimicizia, le famiglie erano imparentate, grazie al matrimonio di Guglielmo de' Pazzi e Bianca de' Medici, avvenuto dieci anni prima della Congiura. Ed è proprio questo matrimonio una delle cause scatenanti. Lorenzo, nel 1477,  approvò una legge retroattiva che impediva alle figlie femmine di ereditare in assenza dei fratelli maschi, facendo passare l'eredità ai cugini. Questo proprio per evitare di accrescere ulteriormente il patrimonio dei propri nemici.
Da quel momento in poi, le tensioni crebbero sempre di più, finché Jacopo e Francesco de' Pazzi, a cui si aggiunse l'arcivescovo di Pisa Francesco Salviati, iniziarono a delineare la Congiura, con l'intenzione di spodestare i Medici e di mettere a capo di Firenze Girolamo Riario.
La Congiura si attuò Domenica 26 Aprile, durante una messa officiata da Raffaele Riario nel Duomo di Firenze.
Durante l'attacco perse la vita Giuliano de' Medici, fratello di Lorenzo. Il Magnifico, invece, venne ferito soltanto di striscio ad una spalla, riuscendo a barricarsi nella sagrestia.
Jacopo de' Pazzi era convinto di liberare Firenze, tuttavia il popolo fiorentino si avventò contro i congiurati.
La vendetta di Lorenzo fu implacabile: una volta trovati Jacopo e Renato de' Pazzi pochi giorni dopo, vennero impiccati e i loro corpi buttati nell'Arno.
Bernardo Bandini venne trovato a Costantinopoli, riportato a Firenze e giustiziato l'anno successivo.
Giovan Battista da Montesecco, prima di venire a sua volta condannato a morte, fu torturato e confessò la complicità del Papa alla congiura.




Qui finisce la parte che potrebbe contenere alcuni spoiler. Scusate per la lezione storica, ma sono stata presa dall'entusiasmo e mi piaceva parlarvi di questo evento che in qualche modo mi ha sempre affascinata.

Dopo una lunga consultazione (un secondo) per noi questo libro merita cinque piume.



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