Il leone, la strega e l’armadio (Le Cronache di Narnia #2) di C. S. Lewis



Terra 1940 - Narnia 1000. C'è la guerra, e per Peter, Susan, Edmund e Lucy è meglio rifugiarsi in campagna. Nella grande casa che li ospita scoprono un immenso armadio che sembra fatto apposta per nascondercisi: in realtà è una porta per entrare in un altro mondo, dove gli animali parlano e nessun incantesimo è impossibile. Ma una strega malvagia ha cancellato le stagioni, mutando il felice regno di Narnia in una landa desolata. Per fortuna c'è qualcuno che può rimettere le cose a posto...




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Buongiorno, lettori. Come vi avevo anticipato nella recensione a Il nipote del mago, sto ascoltando tramite Audible tutti i romanzi de Le cronache di Narnia, che avevo letto tanti anni fa.
Io non sono una grande fan di questa saga, ma sto provando a vederla con occhi diversi, più critici.
Il leone, la strega e l’armadio rientra ancora in quei romanzi che non mi sono dispiaciuti tanto, anche se devo dire che io e C. S. Lewis non andiamo troppo d’accordo.
L’impostazione è quella di un fantasy classico, quasi fiabesco, ma che non corrisponde pienamente al genere cappa e spada, perché i combattimenti non sono il fulcro della storia.
Ciò che ho notato in particolare sono la netta distinzione tra bene e male, tra bianco e nero, senza che vi siano troppe sfumature di grigio.
I personaggi, a parte Edmund, sono abbastanza monodimensionali. L’unica cosa che caratterizza Edmund è il suo essere invidioso e (*spoiler*) aver tradito i tre fratelli, per poi ravvedersi.
A parte lui, gli altri tre non hanno mai dubbi, non si pongono domande, ma semplicemente decidono di stare dalla parte del “bene” e così rimangono.
Mi è sempre sembrata una caratterizzazione molto statica, molto monodimensionale, che non mi ha entusiasmata.
La storia non è male, ha quel tono fiabesco che adoro, però ormai sono abituata a storie dove i protagonisti sentano il peso delle proprie scelte, abbiano dei dubbi, non siano perfetti… per assurdo tra i quattro fratelli preferisco Edmund, proprio perché sbaglia, ma poi si rende conto dell’errore commesso ed è tormentato dal dubbio, dal rimorso.
Non è perfetto, non è statico, anche se avrei preferito una maggiore caratterizzazione.
Insomma, ero partita cercando di essere buona invece poi è venuto fuori ciò che penso sul serio, ma devo ammettere che preferisco la sincerità, quando vi parlo di libri.
Vi chiederete dunque perché io stia riascoltando questi romanzi, se non mi piacciono. In realtà, li ho letti da ragazzina, quando il mio senso critico non era ancora affinato, e volevo vedere se nel frattempo era cambiato qualcosa nel mio modo di approcciarmi a queste letture.
Per ora, sembra che mi piaccia ancora meno di prima…
Ora tocca a voi, fatemi sapere cosa ne pensate con un commentino qui sotto, sono molto curiosa.
Alla prossima recensione.


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