Colazione da Tiffany di Truman Capote




 Quando Colazione da Tiffany venne pubblicato per la prima volta, nel 1958, il «Time» definì la sua eroina Holly Golightly «la gattina più eccitante che la macchina per scrivere di Truman Capote abbia mai creato. È un incrocio tra una Lolita un po’ cresciuta e una giovanissima Zia Mame… sola, ingenua e un po’ impaurita». Da quel momento la sua fama non ha fatto che aumentare: di tutti i suoi personaggi, disse Capote più tardi, lei era la preferita, ed è facile capire perché. Holly è una ragazza del Sud trapiantata a New York, attrice cinematografica mancata, generosa con tutti, consolatrice di carcerati, eterna bambina chiassosa e scanzonata.


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Eccoci tornati al nostro appuntamento mensile con la letteratura americana. Il romanzo di cui vi parlo oggi è molto conosciuto e ha avuto un adattamento che è diventato un vero e proprio classico del cinema.

Devo ammettere che, non so in che modo, io non avevo mai saputo alcunché della trama di Colazione da Tiffany; né del romanzo, né del film. E questo è stato un bene, perché ho potuto immergermi completamente nella lettura senza pregiudizi, lasciandomi trasportare.

Il mondo in cui si muove Holly, la protagonista, è un mondo molto lontano da quello che per me rappresenta la realtà. È un mondo patinato, quasi luccicante; tuttavia, questo luccichio non deriva dai quartieri alti, da elementi costosi o da feste chic. No, è tutto nelle mani di Holly, che da sola illumina la scena e trascina il lettore in un vortice.

Holly attira a sé tanti uomini, che ne rimangono affascinati, ma anche i lettori stessi non possono fare a meno di amarla dalle primissime righe.

Almeno, è quello che è accaduto a me; certo, Holly ha un atteggiamento ambivalente e non sempre il suo modo di fare risulta piacevole, ma è indubbio che sia un personaggio davvero carismatico.

Perché adoro questa protagonista? Perché mostra subito il lato superficiale allegro e scanzonato, ma se si sta più attenti si inizia a scorgere molto di più; ossia la tristezza, gli attacchi di panico, la solitudine, la preoccupazione per il fratello.

Colazione da Tiffany è una storia che viaggia a più livelli e la bellezza sta proprio nell’andare più a fondo, nel saperne di più.

Il romanzo – in realtà, un racconto lungo – non sembra avere una trama specifica, eppure in qualche modo gli avvenimenti che si susseguono alla fine assumono una loro logica e portano il lettore al finale, che ho amato tantissimo. Non so se il film vada nella stessa direzione, ma ora sono molto curiosa di scoprirlo.

Lo consiglio? Assolutamente sì, è un libro che secondo me deve assolutamente essere letto.

E voi lo avete letto? Fatemelo sapere con un commento qui sotto.

Alla prossima recensione.




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