RECENSIONE Se vince la paura (Bliss vol. 3) di Tony J. Forder


 

Trama:

Un cadavere bruciato viene ritrovato in una strada di campagna. L’ispettore Bliss e Penny Chandler sono chiamati a investigare.

I due detective puntano l’attenzione sulle recenti denunce di persone scomparse e giungono alla conclusione che la loro vittima potrebbe essere tra queste. Bliss pensa di sapere di quale si tratti e teme le conseguenze nel caso abbia ragione.

In breve tempo il corpo viene identificato, e i due detective trovano delle prove che indicano la possibilità che si sia trattato di un attacco terroristico.

Nel frattempo, una persona del passato di Bliss ha bisogno del suo aiuto, e presto l’ispettore si ritrova a destreggiarsi tra la vita personale e l’impegnativo caso. Per rendere la faccenda ancora più complicata, l’MI5 e l’antiterrorismo vengono chiamati ad aiutare a risolverlo. Ma sono sulla strada giusta?

Bliss e la Chandler presto si troveranno impegnati in una corsa contro il tempo, per un caso che potrebbe essere il più arduo delle loro carriere…


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Cosa potrebbe accadere se dovesse vincere la paura?

Cosa accadrebbe se in una piccola città il terrore per chi è diverso, di chi non è come noi, dovesse prendere il sopravvento sulla razionalità?

E cosa accadrebbe se un omicidio, un tremendo omicidio, dovesse portare verso quello che a tutti gli effetti sembrerebbe un attentato? Gli indizi portano verso la pista terroristica. Indizi che spingono l'attenzione verso delle persone che hanno sì una cultura differente dalla nostra, ma che in molti paesi occidentali vivono serenamente e si sono ambientate in quella che a tutti gli effetti è una cultura multietnica. In paesi  multirazziali, multiculturali.

Se all’improvviso la vita di una persona venisse strappata in una maniera tremenda e le indagini portassero verso la vena terroristica, verso un attentato, cosa potrebbe accadere, cosa farebbero le persone e soprattutto come si comporterebbero?

Se vincesse la paura, mista all’odio, a violenza si aggiungerebbe altra violenza.

A un brutale omicidio, forse se ne potrebbero aggiungere altri, tutti senza un motivo, tutti guidati dalla paura che ormai ha preso il sopravvento.

Perché, come diceva Frank Herbert in una delle frasi più conosciute di Dune,


"La paura uccide la mente…" 


E nel momento in cui la mente è annebbiata, nel momento in cui non si ragiona più con lucidità ecco che si arriva a commettere atti da cui poi non si può tornare indietro. 

Ed è proprio quello che vuole evitare l’ispettore Bliss in questo terzo volume della serie a lui dedicata: atti di odio spinti da una paura instillata ormai nella mente delle persone da eventi drammatici, ma che spingono a considerare gli appartenenti a una religione tutti terroristi senza eccezioni. Se vince la paura di Tony J. Forder è una corsa contro il tempo, l’inseguire indizi, anche i più inconsistenti, proprio per evitare che la paura prenda il sopravvento, che l’odio spinga persone che sino a quel momento sono andate d’accordo a odiarsi. Una corsa contro il tempo per evitare una frattura nella vita tranquilla della città di Peterborough. In ogni modo, cercando e scavando, alla ricerca di quella figura nera che possa aver commesso quel crimine, Bliss tenta in ogni modo di far combaciare gli indizi, di scoprire cosa sta accadendo, ma soprattutto sperando di avere ragione e di evitare che sia un crimine dovuto al terrorismo quello su cui stanno indagando.


Ho scoperto i libri di Tony J. Forder grazie a Nua Edizioni che li ha portati in Italia, e li ho letti tutti fino a questo momento, scoprendo questo autore, mi sono accorta di quanto sia bravo nel creare storie, nel mischiare eventi, avvenimenti che apparentemente sembrano sconnessi tra loro, ma che alla fine si incontrano, si intrecciano per portare Bliss alla soluzione dell’indagine.

In questo terzo titolo della serie poi, l’autore affronta degli argomenti complessi: non parliamo solo della paura verso una cultura differente, verso il terrorismo e di cosa ha comportato nella mentalità delle persone, soprattutto in occidente, dove man mano la paura ha preso il sopravvento, generando pregiudizi.

Il libro di Forder parla di come evitare proprio questo scoppio di paura dilagante, ma non solo. In questo romanzo si può vedere come il mostro possa nascondersi nella casa del vicino, in una persona apparentemente innocua.

Ancora una volta l’autore di mostra come l’animo umano possa essere crudele, proprio come gli atteggiamenti delle persone. Analizzando la maggior parte degli omicidi, dei delitti vengono commessi per motivi effimeri, se così li vogliamo definire: gelosia, soldi, rabbia. Eppure, c’è sempre quella percentuale, quell’effimera percentuale che non permette mai di dimenticare che da qualche parte si annida un mostro, una persona che non ha quelle inibizioni su quanto è giusto o quanto è sbagliato. Ricorda quanto le persone possano essere cattive con i loro simili e divertirsi nel fare del male.

Ed ecco che Bliss deve trovare il mostro, ma deve anche fare in modo che quella paura non prenda il sopravvento, non sfoci in violenza che porterebbe solo ad altra violenza.


Tony J Forder non si smentisce mai, ho imparato ad apprezzare la sua scrittura con Malvagio fino all’osso, potete trovare la recensione sul blog, eppure mi rendo conto che più si va avanti con le serie, più sia lo stile dell’autore che il modo di costruire i romanzi si fa complesso, un intreccio di avvenimenti che apparentemente sono slegati tra loro; c’è solo un qualcosa di effimero a legarli, che potrebbe sfuggire o meno.


Anton Cechov diceva che se in un romanzo compare una pistola, bisogna che spari. Bisogna ammettere che nei libri di Forder questi indizi per la soluzione del caso, per comprendere la storia e cercare di pensare come l’ispettore Bliss, vengono seminati in giro, eppure allo stesso tempo sembrano delle cose talmente innocue, messe lì non a caso, ma dove ci si sofferma e poi non si pensa più. Discorsi, descrizioni, avvenimenti che lasciano solo un vago ricordo, ma che poi allo stesso tempo fanno riflettere, quando si arriva al punto di svolta.


Al momento penso che questo terzo libro della serie Bliss sia quello che ho preferito; i primi due li ho apprezzati, eppure forse per via del salto temporale che c’è stato, sembravano due inizi, due romanzi in cui l’autore doveva trovare la sua giusta direzione, cosa che invece è accaduta con Se vince la paura. In questo terzo capitolo i personaggi, i dialoghi, la storia in genere è più dinamica, più scorrevole. Per quanto i pensieri di Bliss siano sempre ancorati al passato, anche lui, come il romanzo, hanno preso una nuova direzione, con un salto verso il futuro, in modo che sia tutto molto più scorrevole per il lettore.

Mi è piaciuto veramente tanto.

Cinque Piume.







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