Trama:
"Un figlio è sempre una scoperta che muta la geografia del tuo mondo." E il mondo che questo libro invita a esplorare è quello raccontato dalla voce di un padre, ma osservato con gli occhi di Lorenzo e Martino, due bimbi che condividono la stessa cameretta, la stessa storia di amore, determinazione e cura e, soprattutto, gli stessi genitori: papà Mattia e papà Nicola. È la storia vera, insomma, di una famiglia come le altre: una famiglia felice che, convinta di essere trasparente, una tra le tante, scopre invece di essere invisibile. Perché se l'amore ignora sempre le leggi della fisica e della biologia, la legge talvolta ignora l'amore. A Lorenzo e Martino, infatti, che di genitori ne hanno due, l'ordinamento italiano ne riconosce solo uno per ciascuno. L'altro, per le istituzioni, non è che un mero convivente. Lorenzo e Martino, per la legge italiana, non sono fratelli. "Per il nostro Paese noi siamo quattro simpatici coinquilini che si vogliono tanto bene e che, se trovassero un buon portiere, potrebbero formare un'ottima squadra di calcetto a cinque. Se solo papà Mattia e papà Nicola sapessero giocare a pallone. È questo, il problema." Con una scrittura delicata e profonda, Mattia Zecca racconta una storia personale ma anche collettiva, che ci riguarda come figli prima ancora che come genitori, nel nostro diritto assoluto di essere visti per quello che siamo. E, in fondo, getta luce sull'unico senso intimo e universale del desiderio di costruire una famiglia: "Essere genitori è prima di tutto un'occasione: quella di essere i bambini che non siamo mai stati, o che non siamo stati abbastanza, o che non siamo stati come avremmo realmente potuto o desiderato. Essere genitori vorrebbe dire, insomma, tornare bambini, ma imparando a esserlo meglio".
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Era il 1999 e usciva Senza Parole di Vasco Rossi, dove l’artista canta questa strofa:
“E ho guardato dentro un'emozione
E c'ho visto dentro tanto amore
Che ho capito perché non si comanda al cuore…”
Il libro che ho appena finito di leggere, che mi sono trascinata per giorni, perché non volevo che finisse, perché poi mi sarei sentita abbandonata, è una finestra sulle emozioni del suo autore e in un certo modo mi ha lasciato senza parole, in alcuni istanti con un groppo all’altezza del cuore, in altri con un sorriso scemo sul volto, tanto che mia madre o mia sorella mi hanno chiesto: perché sorridi in questo modo?
Semplice, perché stavo leggendo qualcosa di meraviglioso e dolce. Un romanzo che parla di tante cose, di tanti tipi di amore.
C'è quello romantico per il compagno di una vita, la persona con cui costruire il proprio futuro, un pezzo dopo l’altro, un giorno dopo l’altro e poi c'è quello che solo i genitori possono provare per i propri figli. Insieme a quel compagno, a quell’anima gemella, si decide di diventare padri, genitori di di due splendidi bambini, che hanno reso piena di amore una relazione già di suo dolcissima. Una vita di scoperte fatte insieme giorno dopo giorno, un passo alla volta.
Una vita con accanto le persone importanti: amici e parenti.
Mi piace come è costruito questo libro, la trama: è il racconto di una vita, spezzoni, ricordi, momenti felici e tristi, dolorosi. Il presente e il passato si intrecciano, i figli a volte ripetono le decisioni dei padri, prendono la stessa strada, attimi che portano le persone a incontrarsi, a entrare nelle vite altrui, come se fosse il destino a scegliere.
E poi c’è il desiderio di diventare padri, di farlo tramite gestazione per altri, superando i commenti e quelle domande poco simpatiche che le persone pongono, credendo di essere spiritosi o gentili perché si stanno informando.
Una coppia consapevole che, per quanto il loro desiderio di avere una famiglia è puro ed è fattibile, in Italia non è mai semplice far capire che loro sono una famiglia e non “quattro simpatici coinquilini che si sono ritrovati a vivere sotto lo stesso tetto”.
Due padri possono donare amore e crescere figli meravigliosi proprio come le coppie etero, e in questo libro l’autore lo descrive ampiamente. Descrive le attenzioni, l’amore che provano per i loro bambini, le loro paure e le scoperte che affrontano insieme a questi due bimbetti che donano amore incondizionato e incondizionatamente ne ricevono.
In questo romanzo ci sono una marea di emozioni. Colpiscono il lettore pagina dopo pagina, mentre le storie della vita dell’autore si intrecciano, ci racconta della sua infanzia, del momento in cui ha incontrato il suo compagno, e poi tutti quegli attimi in cui insieme hanno “concepito” i loro bambini. Un giorno dopo l’altro, mentre costruiscono la loro vita insieme e il loro amore non fa che crescere.
Un amore vero, meraviglioso, che aumenta con l’arrivo dei loro piccoli. Due bambini per i quali loro sono genitori, padri entrambi, anche se la nostra legge li vede in maniera differente e che per molti la loro famiglia non è una famiglia.
Beh, chi dice questo dovrebbe leggere queste pagine, dovrebbe carpire l’amore e le emozioni che si avvertono riga dopo riga. Una storia dolce, ma è anche una storia vera, non perfetta: ma quando la vita di qualcuno è perfetta, dopotutto?
Avevo pensato di iniziare questo articolo in maniera diversa: anni fa, una delle prime recensioni scritte per i blog fu di un libro simile, una storia di un amore, il desiderio di diventare papà e poi il racconto di una vita genitoriale.
Un racconto simile, ma allo stesso tempo differente.
L’altro libro è stato recensito anni fa, molti anni fa e di una cosa mi sono accorta: la legge Italiana in dieci e più anni non ha fatto un passo avanti nel riconoscere le famiglie arcobaleno, genitori dello stesso sesso che desiderano diventare genitori, che donano amore come gli altri e che crescono figli stupendi proprio come tutte le altre famiglie; ancora devono lottare per farsi riconoscere entrambi come genitori, come due padri.
Più di dieci anni e queste famiglie si trovano a dover andare all'estero per la gestazione per altri, e tornando a casa non essere considerati entrambi padri dei figli, ma solo uno dei due può esserlo.
Sicuramente le cose sono diverse, ma vanno avanti troppo lentamente.
Fa rabbia, tanta rabbia, soprattutto leggendo le pagine di questo libro, tutto l’amore e tutte le emozioni che il suo autore vi ha riversato dentro. In ogni riga, in ogni frase, in ogni descrizione c’è tutto il suo amore, la sua anima, ma anche quella della sua famiglia e dei suoi amici. E tutte queste emozioni e questo amore sono meravigliosi, perché mostrano quanto diventare genitore sia qualcosa che arriva dal cuore.
Questo libro deve essere letto assolutamente da chiunque, perché mostra come le famiglie possono essere differenti tra loro, ma la cosa più importante è l’amore, l’educazione e il modo in cui si seguono i figli, in cui si crescono, educandoli affinché il mondo diventi più inclusivo. Affinché la cosa importante sarà che i bambini siano felici e abbiano persone che li amano, li educano e li proteggono, ricoprendoli di attenzioni e amore.
E sono arrivata alla fine di questa recensione che alla fine una recensione non è.
L’autore del romanzo ringrazia per aver letto le sue parole, di essere arrivati alla fine del romanzo; io in questo trafiletto ringrazio lui per averci raccontato la sua storia, del suo compagno e dei loro meravigliosi bambini. Lo ringrazio per aver scritto pagine meravigliose e toccanti, riversando se stesso nel libro che ha scritto.
Lo ringrazio per aver rassicurato in qualche modo tutti quei ragazzi, quelle donne, quelle persone che hanno bisogno di un abbraccio.
E sono pienamente convinta che se mai avessero una bambina, il nome Erika è veramente molto molto bello <3.
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