RECENSIONE Poet X di Elisabeth Acevedo


 

Trama:


C'è potere nella parola. Avere quindici anni non è mai facile, men che meno se hai un corpo dalle curve prorompenti che non passa inosservato e che sembra raccontare tutto di te prima ancora che tu apra bocca. Xiomara se ne rende conto in fretta, mentre cammina per le strade di Harlem, inseguita da fischi e commenti lascivi, perciò impara a difendersi come può, con la lingua tagliente e i pugni levati. Non si concede mai di abbassare la guardia, se non quando appunta i suoi pensieri su un quaderno con la copertina di pelle, in cui scrive d'amore, di passione, del difficile rapporto con la madre, tradizionalista e molto religiosa, che mai e poi mai deve venire a conoscenza dei suoi tumulti interiori, dei suoi desideri più reconditi. E che la metterebbe in punizione, se venisse a sapere che la figlia si è iscritta al club di poetry slam della scuola, dove ha la possibilità di interpretare le sue poesie. Xiomara è consapevole di rischiare grosso, ma una volta assaporata la libertà di raccontare ad alta voce il suo mondo, come può accettare di tornare al silenzio?


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Alcuni giorni fa ho iniziato un libro per la reading challenge #iraccontidelledonne che abbiamo organizzato con Serena e nell’arco di due notti l’ho terminato, non riuscendo più a staccarmene.

Avevo promesso a me stessa che non avrei più fatto mattina per leggere, ma nulla, le mie promesse finiscono alle ortiche in un attimo, soprattutto quando una storia mi prende così tanto. 

Alcuni libri riesco a leggerli con la dovuta calma, perché non voglio che mi abbandonino, altri invece diventano una vera e propria droga e, per quanto io cerchi di tenere a freno il desiderio di finirlo, non ci riesco. Capita anche a voi?

Xiomara, la protagonista del romanzo, è nata e cresciuta ad Harlem, da genitori immigrati dalla Repubblica Dominicana e, pur sentendosi una ragazza americana al 100%, è in quella fase della vita dove non è né carne né pesce, nel mezzo di due culture differenti: quella della sua famiglia con le sue regole e le sue credenze e quella del paese in cui è nata e sta crescendo. 

Ed è proprio in questo periodo, mentre è in bilico tra due mondi, tra l’adolescenza e l’età adulta, che sta crescendo, il suo corpo sta prendendo le forme di una donna, abbandonando l’aspetto della bambina e, come se ne accorge lei, se ne accorgono gli altri. E così, mentre lei cresce e cerca di ritrovarsi in quel nuovo aspetto, gli uomini non colgono mai l’occasione per starsene zitti, mentre le donne, sua madre compresa, invece di comprenderla e aiutarla, le dicono di pregare. “Più preghi, meno sarai nel peccato.”

Come se fosse colpa sua essere formosa.

Come se fosse colpa sua essere nata donna.

Come se fosse colpa sua se gli uomini se ne escono con commenti inappropriati, allungano le mani e guardano come non dovrebbero.

Per le persone che frequenta Xiomara, la sua famiglia, sua madre e le donne sue amiche è colpa sua tutto questo. Se lei fosse meno appariscente, non avrebbe problemi. Se lei pregasse di più non si sa bene cosa dovrebbe accadere.

E pur essendo un romanzo, una storia, quelle frasi, quelle parole, che ci si trovi ad Harlem, nella periferia di Roma, nel Sud Italia o nella Repubblica Dominicana, sono simili per molte ragazze, per molte donne.

In quante si sono sentite dire: se tu non dessi confidenza, se vestissi in maniera differente, se pregassi di più? Perché i tempi possono passare, andare avanti, essere in qualsiasi parte del mondo, eppure ancora oggi, come cinquanta, cento, mille anni fa, le donne si sentiranno dire: avresti potuto fare di più, comportarti in maniera differente. Se tu non fossi così non sarebbe successo niente.

Cambiano la lingua e l’accento con cui vengono pronunciate queste frasi, ma la mentalità è sempre ancorata nel passato, troppo nel passato. 

Se gli uomini fanno commenti ad alta voce per strada, se allungano le mani in metro o sui mezzi pubblici, nessuno li rimprovera, nessuno gli dice nulla. In molti, altre donne soprattutto, li giustificano, perché è nella loro natura. 

E tu ti senti dire: se non fossi così, se ti vestissi in maniera differente. E di nuovo, se pregassi di più.

Sembra essere sempre colpa delle donne se vengono sussurrate parole e frasi sconce.

La madre di Xiomara è una credente fervente, per lei la Chiesa è tutto, e obbliga i suoi figli ad andarci, a pregare, a fare la comunione e poi la cresima, come se tutto quello che la chiesa dice sia oro colato. Ma la sua visione è quella di un mondo antico, la Chiesa che pensa lei lo è come mentalità, come comportamenti e tutto questo ai suoi figli, soprattutto a quell’adolescente ribelle, sta stretto.

Vuole di più, più libertà, più rispetto, più risposte sulle tante domande che ha e a cui nessuno sembra saper rispondere. Non sua madre, che porta i paraocchi e ignora sua figlia, men che meno suo padre, che quei figli nemmeno si è reso conto di averli. Non padre Sean, il prete della sua chiesa, perché rispondere alle domande di quella ragazza sarebbe andare contro la sua fede.

Ma come ho detto, Xiomara sta crescendo, non solo nel fisico, ma anche con la mente. Inizia a porsi delle domande, a volersi ribellare, a chiedersi perché deve credere in una religione dove le donne vengono messe sempre in secondo piano, dove le dicono di pregare, invece di rimproverare quegli uomini, anche adulti, che passando la squadrano come farebbe un cane con l’osso. 

Perché, per quella fede che sua madre tanto ama, è sempre lei dalla parte del torto? Perché non lo sono gli uomini che allungano le mani quando è in giro, in metro, al supermercato? O quelli che fanno battute sessiste, pensando di essere spiritosi o le sussurrano cose sconce quando non sono ascoltati da altri?

Perché, si chiede Xiomara, gli uomini non sono mai condannati, mentre le donne sì? 

Perché lei viene condannata dalle persone che conosce, da sua madre?


Sua madre è un personaggio disturbante: quella donna le proibisce mille cose, pretende che lei sia una fervente cristiana, devota, silenziosa e anche rassegnata. Non ascolta i pensieri di questa giovane donna che sta crescendo e inizia a vedere il mondo con i suoi occhi e non con quelli della sua famiglia e sembra odiare quella figlia che non comprende.

La madre di Xiomara sembra bloccata in un tempo passato, in una mentalità lontana dal presente, e cerca in ogni modo di crescere sua figlia in quel modo, senza nessuna piccola apertura mentale da parte sua. In parte, tenendola lontana dal mondo sembra volerla proteggere, ma alla fine non si può far crescere i figli sotto una campana di vetro e bisogna lasciarli andare, consigliarli, rimproverarli, ma non tenerli bloccati in un tempo che non esiste più. 


Il libro è scritto in maniera molto particolare, in forma di poesie o forse strofe di canzoni rap, pensieri, flussi di coscienza. Capitoli non lunghissimi che la stessa autrice sembra recitare a chi li sta leggendo. Sono tutte battute molti veloci che però arrivano dritte al lettore. In poche frasi, in una pagina, l’autrice riesce a riversare tutte le emozioni del suo personaggio, della giovane Xiomara e del dolore che prova, insieme ai mille turbamenti che l’adolescenza porta con sé.

Di questo libro mi ha attirato la cover, veramente particolare e molto bella, ma lo stile della sua autrice mi ha veramente stupito. Rientra in un target per adolescenti, perché è un romanzo che parla di loro, raccontando quello che potrebbe accadere a ogni ragazza, che viva a New York, nella Repubblica Dominicana o a Roma. Sono tutti eventi che gli adolescenti affrontano, vivono in maniera più o meno difficile, proprio perché intrappolati a metà tra l’essere ancora ragazzini e il sentirsi adulti.

Un periodo della vita difficile, complesso, che delle volte non tutti i genitori riescono ad affrontare, come se si fossero dimenticati di quando loro stessi erano ragazzi della stessa età.


Poet X di Elisabeth Acevedo è un romanzo che consiglio; come ho detto, forse è stato scritto e pubblicato per un target giovane, eppure rientra alla perfezione nella challenge organizzata con il blog, per contenuti, per l’autrice e ambientazione, ma soprattutto per la storia e per la voce della giovane Xiomara.

Consigliatissimo.





Commenti

  1. Non vedo l'ora di iniziarlo! Bellissima recensione mi hai messo impazienza :D

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    1. Io l'ho comprato a scatola chiusa, ne ha parlato una blogger e per curiosità l'ho ordinato, ma non avevo idea della storia e nemmeno dello stile. Veramente bello bello.

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