RECENSIONE L’origine perduta di Matilde Asensi

L’origine perduta



Un thriller affascinante e impeccabile in cui genetica, matematica e teorie linguistiche si sposano a una suspense di altissimo livello. Una misteriosa malattia contro cui la medicina non può nulla, una maledizione antica, codici criptati e lingue perdute. Arnau, spregiudicato imprenditore informatico e geniale hacker, viene avvisato che suo fratello Daniel, etnologo, è stato colpito da una rara sindrome contro cui i medici si dichiarano impotenti. Dopo aver esaminato l’antico testo inca su cui Daniel stava lavorando, Arnau si convince che la sindrome è in realtà una specie di maledizione dal meccanismo simile a un virus informatico. Una maledizione che risale a un lontano passato.

La chiave è nel potere delle parole.



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Buongiorno, lettori. Come ogni anno, oltre a varie challenge di lettura seguo anche una tbr personale. La prima volta era dedicata alla letteratura statunitense, la seconda ai classici, mentre quest’anno mi sto dedicando a una tbr dedicata ai generi letterari.

Il primo mese era Fantasy ed ho letto un romanzo che non mi ha detto nulla di che, per cui non ve ne ho parlato. A febbraio invece, il genere era avventura e ne ho approfittato per recuperare L’origine perduta, che languiva da anni nella mia libreria.

L’origine perduta è un romanzo molto divertente, con un’idea geniale che si traduce in un inizio molto scoppiettante, che cattura subito l’attenzione del lettore, ma che purtroppo soffre un po’ verso la fine.

Intendiamoci, il romanzo mi è piaciuto tanto, è stato divertente e interessante fino alla fine, tuttavia ho notato che nell’ultimo terzo ha perso un po’ del suo ritmo, prolungandosi forse troppo e rompendo un ritmo serrato che è il punto forte di questo romanzo.

Come dicevo, l’ idea di una lingua che in qualche modo sia la lingua madre di tutte le altre e che sia anche una lingua in qualche modo magica l’ho trovata geniale.

La presentazione del mistero all’inizio è molto intrigante e cattura subito l’attenzione del lettore, che si immerge insieme al protagonista in una sorta di caccia al tesoro a tempo, dove c’è in gioco però una vita umana.

Vi consiglio questo romanzo? Assolutamente sì; a parte il rallentamento finale rimane una storia divertente, un buon intrattenimento che presenta anche uno stile particolarmente scorrevole, che fa letteralmente divorare le pagine una dietro l’altra.

E voi, lo avete letto?

Fatemelo sapere con una recensione qui sotto.

Durante il mese di marzo, il genere prescelto è lo storico, e anche qui ne approfitterò per recuperare un romanzo che ho e che non ho ancora letto. Rimanete sintonizzati per scoprire quale sia.

Alla prossima recensione.





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