When we Rise:ovvero la serie che tutti dovremmo vedere




Quando ho messo in lista questa serie tv, sapevo a grandi linee quale fosse l’argomento, ma non ero preparata al forte impatto emotivo che mi ha provocato guardarla.
La serie, composta di soli otto episodi, narra le vicende di alcuni personaggi realmente esistiti: Cleve Jones, Roma Guy e la sua compagna Diane, Ken Jones.
Le loro storie iniziano separatamente, ma si intrecciano e si legano per tutto l’arco degli episodi.
Siamo alla fine degli anni sessanta, e i primi movimenti e lotte per i diritti LGBT stanno prendendo piede. Cleve, allontanatosi da casa perché non vuole che il padre ‘curi’ la sua omosessualità, si trova per la prima volta da solo, in un mondo in cui non è per niente facile essere diversi.
Roma lotta per la parità dei diritti delle donne, ma ancora non riesce a venire a patti con il suo essere lesbica.
Ken, che ha perso il suo compagno nella guerra del Vietnam (dove lui stesso ha combattuto) viene trasferito con un nuovo ruolo, quello di istruire gli altri al fine di avere sempre meno razzismo all’interno delle forze militari. Ben presto si troverà anche lui a lottare per i diritti degli omosessuali e delle persone di colore.



La serie, però, ha tantissimi personaggi interessanti e ricopre un arco di tempo molto lungo. Dalla fine dei sessanta, infatti, si arriva agli anni duemiladieci.
Non vi racconterò la trama punto per punto, ma vi accennerò che si parla principalmente delle prime lotte per i diritti, di Harvey Milk, della piaga dell’AIDS e della fatica che si è fatti per scoprire che malattia fosse (e, una volta scoperta, dissociarla per sempre dalla comunità LGBT). Si parla della difficoltà di essere transessuali, della difficoltà di poter avere una famiglia.


Viene insomma ripercorsa interamente la lotta che si è fatta per ottenere quello che noi oggi forse diamo un po’ per scontato.


Quando ho iniziato la visione, la cosa che più di tutti mi ha colpito era il pensiero che quelle persone fossero reali. Complice il fatto che spesso vengono mostrate immagini reali dell’epoca, la sensazione di stare vedendo un documentario è molto forte.
Questa non è una fiction, e rende se possibile tutto ancora più emotivamente difficile da digerire.
Spesso si dice che ciò che abbiamo ora è il frutto del sangue versato da chi è venuto prima di noi, ma finché non ho visto questa serie non mi ero resa conto della potenza di queste parole, di quanto fossero vere.


Mi sono sentita un po’ come Roma, che in una scena della serie non crede alle parole della sua ex quando le dice di aver bisogno di volontarie per assistere le persone malate di AIDS. Roma credeva fosse un’esagerazione, salvo poi ricredersi dopo aver fatto un giro nel reparto dove questi erano ricoverati.


Questo capitolo è stato forse uno dei più tristi, perché affezionarsi ai personaggi per vederli morire uno dopo l’altro è stato straziante.
Ricordarsi che erano persone reali, che hanno subito non solo quella piaga, ma che sono stati anche accusati di esserne responsabili, è qualcosa che mi ha strappato il cuore dal petto.


When we rise non va vista per intrattenimento, ma perché insegna nel modo più crudele che non bisogna mai mollare la presa, che per quanti diritti pensiamo di aver conquistato, c’è sempre qualcuno pronto a toglierli senza motivo.
Ma è anche un inno alla gioia di vivere la propria vita coerenti con se stessi, a decidere di lottare piuttosto che far finta che il problema non esista.


Anche mentre scrivo questa recensione, mi commuovo a ripensare alle scene della serie.
Guardatela: non sarà una visione facile e vi verrà voglia di strapparvi il cuore dal petto, in certi punti. Vi sentirete a pezzi, ma alla fine ne uscirete cambiati.
Dopo aver spento la tv, mi sentivo emotivamente triste ma anche molto più forte. 


When we rise è stata ideata da Dustin Lance Black ed è diretta da Gus Van Sant, Dee Rees, Thomas Schlamme.
Tra i suoi interpreti principali abbiamo: Guy Pearce, Mary-Louise Parker, Whoopi Goldberg, Rachel Griffiths, Rosie O’Donnel, Michael K. William e Ivory Aquino.
La serie ha potuto contare sulla consulenza e testimonianza diretta di Cleve Jones, Roma Guy e Ken Jones.






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