The handmaid’s tale (Serie Tv)



In un futuro non lontano, il tasso di fertilità umana è in calo a causa di malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime totalitario cristiano di Gilead prende il comando nella zona un tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è organizzata da leader affamati di potere e divisa in nuove classi sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono lavorare, leggere o maneggiare denaro.
Le Ancelle sono donne destinate alla procreazione, che vengono affidate ad una famiglia con il solo scopo di mettere al mondo i figli delle coppie che richiedono i loro servizi.
Difred, la protagonista, è una di queste donne, ma lei non ha dimenticato il suo passato e la sua famiglia.

Eccomi di nuovo qui, a parlare di questa storia. Non molto tempo fa, avevo recensito Il Racconto dell’Ancella di Margaret Atwood (qui la recensione -> Il racconto dell'ancella), oggi invece sono qui per parlarvi della serie tv tratta da quel romanzo.
La prima stagione di THT è stata rilasciata in Italia il 26 settembre 2017 da Tim Vision, mentre in lingua originale è andata in onda su Hulu.
Il cast è composta da Elisabeth Moss, Joseph Fiennes, Yvonne Strahovski, Alexis Bledel, Madeline Brewewr, Ann Dowd, O.T. Fagbenle, Max Minghella, Samira Wiley e Amanda Brugel.



Come è stato per il libro, anche la visione della serie tv non è stata cosa facile. Non solo per i temi trattati, che possono suscitare rabbia e frustrazione, ma anche per la componente visiva. La serie, infatti, è molto cruda e non si limita nel mostrare visivamente i concetti che intende esprimere.
A differenza del libro, dove tutto era lasciato alla nostra immaginazione e sensibilità, la serie tv non lascia scampo e mostra in tutta la sua crudezza gli orrori che la carta stampata ci aveva solo raccontato.
Forse, in questo caso, la serie tv ha persino un impatto emotivo più forte del libro, o almeno per quelli la cui immaginazione aveva cercato di mitigare la violenza degli avvenimenti narrati.
La serie mi è davvero piaciuta.



Per prima cosa, Elisabeth Moss fa un grandissimo lavoro nel rendere Difred: è una bravissima attrice e la seguo dai tempi di Mad Man. Qui, non fa che confermare l’idea che avevo di lei e delle sue doti.
Anche gli altri sono all’altezza delle mie personali aspettative. Alexis Bledel mi ha fatto venire i brividi in un certo punto, per quanto era riuscita ad immedesimarsi nel suo personaggio: si potevano notare i segni della sua sofferenza sul viso, quasi l’attrice stesse davvero provando quelle emozioni.
Un’altra cosa che ho apprezzato è che, nonostante la serie abbia ovviamente delle differenze rispetto alla controparte cartacea, sia stato mantenuto il concetto di fondo e tutte le tematiche principali della storia, quelle che la rendevano così unica e così d’impatto; sono state trasposte alla perfezione.



Quando ho saputo che ci sarebbe stata una seconda stagione ero rimasta perplessa, perché il libro è autoconclusivo e non riuscivo a immaginare come potessero inventarsi un sequel.
Dopo aver terminato la visione degli episodi, mi sono in parte ricreduta. Piccole differenze di trama hanno aperto uno spiraglio ad una possibile seconda stagione, senza che il valore dell’opera ne venisse sminuito.
Ora, sono in trepidante attesa di scoprire come andranno avanti, come evolverà la storia. Gli episodi stanno andando in onda proprio in questo periodo.
Nel frattempo, mi sono dedicata alla lettura (e poi passerò alla visione della serie tv) di un’altra opera della Atwood: Alias Grace. Potete trovare qui la recensione del romanzo -> L'Altra Grace





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