I Melrose di Edward St Aubyn


Nel primo romanzo, Non importa, David Melrose, padre sadico e autoritario, uccide i sogni e le fantasie del piccolo Patrick, mentre la madre, persa in una nebbia di alcol e rimpianti, non si avvede di nulla. In Cattive notizie, ventiduenne e tossicodipendente, Patrick si reca a New York per raccogliere le ceneri del padre, e vaga per le strade della metropoli a caccia di eroina e in fuga dai ricordi. Nel terzo, Speranza, libero dalla dipendenza, durante un estenuante party in una residenza della campagna inglese, Patrick si ritrova combattuto tra il disgusto per il mondo e il desiderio di lasciarsi alle spalle la crudeltà sregolata dell'adolescenza e aprirsi alla vita e al perdono. Nel quarto, Latte materno, Patrick è alle prese con le promesse infrante e gli inaspettati slanci filantropici della madre. Nel quinto, Lieto fine, Patrick è chiamato a sciogliere l'ultimo, definitivo legame con il passato e recidere il cordone ombelicale che lo tiene avvinto ai fantasmi della sua infanzia. Cinque capitoli di un ciclo narrativo e di un unico formidabile, blasfemo romanzo di formazione che ha lasciato un segno profondo nella letteratura contemporanea.


Ultimamente sembra che io mi stia specializzando nel recensire libri che a breve diventeranno o sono appena diventati serie tv: oggi tocca ad un intera saga. I Melrose, infatti, è un ciclo di cinque romanzi dello scrittore Edward St Aubyn: Non importa, Cattive Notizie, Speranza, Latte Materno e Lieto Fine.
I romanzi di questa saga non sono facili da leggere, questo è un dato di fatto. Sapevo già che il tema mi avrebbe impressionato un po', ma quel che più di tutto mi ha fatta pensare, mentre scorrevano le pagine, era il motivo per cui erano stati scritti.
L'autore, con l'intento terapeutico, ha raccontato avvenimenti della sua vita, certamente romanzati, e li ha riuniti in questi romanzi. Possiamo quasi azzardarci a dire che Patrick Melrose, il protagonista, sia una sorta di alter ego di St Aubyn.
Ci ho messo davvero parecchio a leggere questa saga: prima di tutto, tra un libro e l'altro mi concedevo letture più leggere, più divertenti, per stemperare la tensione.
Poi, anche mentre leggevo, sentivo spesso il bisogno di interrompere per digerire ciò che avevo appena letto.
Con questo non voglio dire certo che i romanzi fossero brutti: tutt'altro, la scrittura incredibilmente brillante, incredibilmente realistica dell'autore ha soltanto contribuito a rendere ancora più reale, ancora più tangibile ciò che accadeva nel libro, ciò che veniva narrato tra le pagine.
Perché, dunque vi chiederete, leggere un libro del genere? La risposta per me è semplice. È stato, in qualche modo, terapeutico.
Non solo il libro è servito all'autore per liberarsi dai suoi demoni, ma in qualche modo aiuta anche il lettore ad affrontarli.
Certo, non tutti hanno passato ciò che vive Patrick Melrose all'interno della storia, ma leggere il suo percorso di caduta e rinascita è stato davvero illuminante.
Questo, unito al fatto che St Aubyn scrive davvero dannatamente bene, mi ha portato ad essere in qualche modo contenta della scelta di leggere questi romanzi.
Come vi dicevo all'inizio, è un po' che mi capita di leggere tutte opere che hanno avuto un adattamento televisivo o cinematografico.
Nello specifico, la saga I Melrose è diventata una miniserie da cinque episodi chiamata Patrick Melrose, con protagonista Benedict Cumberbatch, andata in onda dal 9 luglio 2018 su Sky Atlantic. Non ho ancora avuto modo di vederla, ma appena l'avrò fatto sicuramente uscirà anche la recensione.
Se anche voi avete letto questo romanzo e volete condividere con me cosa vi ha fatto provare, lasciate un commento qui sotto, così possiamo discuterne insieme!

Alla prossima recensione.


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