Dragon Trainer: il Mondo Nascosto (Film 2019)


Hiccup ha preso il posto del padre Stoick come leader di Berk, nonostante del leader debba ancora trovare la stoffa, mentre Sdentato è il nuovo Alfa, il drago da cui tutti gli altri draghi si lasciano guidare. Uomini e draghi convivono, dunque, felicemente e scomodamente, ma l'utopia ha i giorni contati: Grimmel il Grifagno, assetato killer di Furie Buie, è sulle tracce di Sdentato e ha stretto un patto con i nemici di Hiccup promettendo loro di riportare in gabbia ogni drago in libertà. Non resta che partire, lasciare la propria terra, alla ricerca di quel mondo nascosto di cui vaneggiava Stoick, per scoprire se si tratti davvero del paradiso dei draghi o soltanto di una leggenda da marinai. 

Chi si occupa di cinema sa che le trilogie si portano dietro una specie di maledizione: al netto di un primo capitolo di buona qualità, in molti casi gli eventuali sequel risultano essere prodotti mediocri, realizzati solo per sfruttare il successo dell'originale. Non è il caso di Dragon Trainer, che pur nonostante gli anni che ci sono voluti (il primo Dragon Trainer è del 2010, mentre il secondo del 2014, inframezzati da due serie animate), è riuscito a sfornare un capitolo conclusivo di ottima qualità, che chiude degnamente la storia e buona parte delle domande in sospeso.



Avevamo lasciato Hiccup e Sdentato ormai a capo ciascuno del proprio gruppo, il primo come nuovo leader dei vichinghi di Berk e il secondo come nuovo Alfa dei draghi. Il film si basa appunto su questo, sui dubbi che entrambi provano circa la propria leadership e sul trovare in sé l'intelligenza e la forza di superarli, che si sviluppa organicamente con il progredire della narrazione. Per entrambi inoltre la maturazione deriva dal capire che non è obbligatorio essere leader da soli, ma che con una compagna alla pari il peso del comando è più leggero. In questo il film propone due storyline separate che si intrecciano, con risultati a volte anche comici: da una parte l'evoluzione definitiva del rapporto tra Hiccup e Astrid, qui più maturo rispetto al passato (e che porta ad una conclusione quasi scontata, ma comunque azzeccata e piacevole da guardare), dall'altra troviamo uno Sdentato che, dopo essere stato convinto per anni di essere l'ultima Furia Buia rimasta, trova l'amore in una Furia Chiara, versione femminile della propria specie tenuta in cattività per anni da Grimmel. Meravigliose (e divertentissime) le scene dei tentativi di corteggiamento di Sdentato, con Hiccup in versione Cyrano de Bergerac che cerca di aiutare l'amico con risultati catastrofici. Buona anche la crescita personale del resto del gruppo, che pur lasciata un po' sullo sfondo rispetto a quella dei due protagonisti risulta sufficientemente narrata.


La conclusione poi è perfetta: pur essendo estremamente prevedibile, risulta soddisfacente, e per quanto mi riguarda mette un punto alla storia di Hiccup e Sdentato. In questo senso la conclusione che DeBlois ha dato a questa trilogia era l’unica possibile. Anche se nel finale consolatorio c’è l’eco di storie che abbiamo già sentito, il tema della necessità per l’eroe di lasciare andare la propria infanzia per affrontare (non da solo, ma con una compagna alla pari) il mondo adulto, è svolto in modo tutt’altro che banale.

L'unico problema (che in realtà non esiste) è che come film è comprensibile solo avendo visto i precedenti: i richiami agli eventi del passato sono talmente tanti e variegati (diamine, hanno citato un evento avvenuto nello speciale di natale di una delle serie animate uscite qualche anno fa, quindi roba difficile da conoscere a meno di non essere un vero appassionato) da rendere la comprensione totale della vicenda possibile solo a chi ha visto almeno i primi due film. Nulla di troppo grave comunque: se mai qualcuno è stato così folle da entrare al cinema da profano, state pur certi che uscendo si è fiondato a casa a fare ammenda (non fosse solo per saper rispondere alle domande dei figli).

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