Pigmeo di Chuck Palahniuk




"Pigmeo" è una commedia dark che parla di terrorismo e razzismo. Il protagonista è un tredicenne straniero che approda negli Stati Uniti nell'ambito di un programma di scambio studenti e finisce in una classica famiglia middle-class, bianchissima, felicissima (e cristianissima) che vive in un altrettanto classico, altrettanto middle-class, altrettanto bianco, felice (e cristianissimo) sobborgo sperso da qualche parte nell'immensa provincia americana. La permanenza dovrebbe durare sei mesi e il nostro "eroe" è in compagnia di un'altra dozzina di ragazzini simili a lui spediti negli Usa a vivere in tipiche famiglie locali. Il problema è che "Pigmeo" viene da un non meglio identificato paese totalitario ed è un terrorista, addestrato fin dalla più tenera età alle arti marziali, alla chimica e all'odio assoluto per gli Stati Uniti. A guidare il suo comportamento sono citazioni di "grandi uomini" come Hitler, Pinochet, Idi Amin etc. etc. Pigmeo vuole sfruttare i suoi sei mesi di soggiorno per creare un progetto in grado di superare le qualificazioni per il Concorso Nazionale di Scienze. Se ce la farà, potrà andare a Washington per le finali, portando con sé il suo interessante piano, che dovrebbe provocare la morte di milioni di persone. Attraverso lo sguardo di Pigmeo - obnubilato dalla propaganda e dalla paranoia - scopriamo tutto l'orrore dell'America di oggi, con la sua xenofobia, il suo soffocante fondamentalismo religioso, l'onnipresenza dei media e della violenza.


Buongiorno, lettrici e lettori. Oggi vi parlo del terzo romanzo di Chuck Palahniuk che ho letto. Se volete recuperare le altre recensioni a questo autore, qui c’è il link per farlo: link.
Palahniuk mi è piaciuto fin da subito, entrambi i romanzi che ho letto mi hanno fatta impazzire. Non soltanto la trama, ma anche il suo stile.
Purtroppo, non è stato così per Pigmeo. Intendiamoci, non che l’idea non fosse geniale!
Ma non ho avvertito in me lo stesso fervore, la stessa voglia di arrivare in fondo che ho avuto con gli altri due romanzi.
Il romanzo è narrato in prima persona e il linguaggio del protagonista è molto particolare, molto difficile da seguire. Questa è stata la prima cosa che mi ha fatto faticare: forse è un problema mio, forse non era il momento adatto per leggerlo, ma la sensazione che mi ha dato è stata poco positiva.
Invece di intrattenermi, farmi rilassare e divertire, il romanzo mi ha fatta faticare quasi più del lavoro o dello studio. Arrivare alla fine è stato molto difficile perché richiedeva un livello di concentrazione che non ero pronta a dare.
Per questo, ammetto tranquillamente che il problema può essere mio.
Ritornando all’idea, l’ho trovata invece davvero geniale: la critica alla società americana è sicuramente molto forte, ma anche divertente da leggere, proprio a causa del protagonista.
Un giovanissimo terrorista, mandato in segreto a distruggere l’America dall’interno, che deve comportarsi come nulla fosse con la famiglia che lo ospita e i suoi compagni di scuola.
Ovviamente, il nostro Pigmeo spesso si comporta in modo strano, e questo genera il caos più disparato.
I momenti assurdi abbondano, ma sono perfettamente inseriti nella trama. Se non fosse stato per la difficoltà che ho avuto nella lettura, per me sarebbe stato un autentico capolavoro.
Questo non mi fermerà nel cercare altre letture di Palahniuk, perché comunque le sue storie, finora, mi hanno sempre molto affascinata.
E voi, avete letto Pigmeo? Che cosa ne pensate? Fatemelo sapere con un commento qui sotto, oppure suggeritemi altri romanzi di Palahniuk che potrei leggere in futuro.
Alla prossima recensione.




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